Bando del Ciapi “crocifisso”. Possibili violazioni di legge - QdS

Bando del Ciapi “crocifisso”. Possibili violazioni di legge

Michele Giuliano

Bando del Ciapi “crocifisso”. Possibili violazioni di legge

giovedì 09 Gennaio 2014

Formazione: dubbi sulla mancata applicazione delle legge 25/93 e 24/76: insorgono i licenziati degli enti. Si reclutano 1.415 lavoratori, di questi oltre 500 dovranno essere docenti

PALERMO – Bando appena pubblicato e polemiche servite sul piatto. Torna sulla graticola l’assessorato regionale alla Formazione professionale per il bando di selezione “Prometeo” relativo al reclutamento di 1.415 lavoratori, pubblicato dal Ciapi di Priolo il 20 dicembre scorso. Secondo i lavoratori del settore, in particolar modo per quelli in esubero a cui interessa da vicino questo bando, “è tutto illegittimo e il testo revocato”. A far presente questo stato di cose i circa 600 dipendenti dello Ial Cisl, ente a cui è stato revocato l’accreditamento e di conseguenza ha licenziato tutti i suoi impiegati: secondo loro ci sarebbe una ben precisa violazione di norme e del contratto di lavoro che regola la professione. “Se non si procede alla revoca di questo bando – minacciano i lavoratori – saranno avviate le opportune azioni legali e forme di protesta”. C’è da attendersi, insomma, un altro anno caldo per la formazione siciliana.
Molte le perplessità di questo bando. In primis la violazione dell’articolo 2 della legge regionale n. 25 del 1 settembre 1993 in quanto i dipendenti licenziati dagli enti e che dovrebbero passare al Ciapi avrebbero un contratto a tempo determinato mentre prima era a tempo indeterminato. Senza dimenticare l’articolo 14 della legge regionale numero 24/76, che per l’appunto garantisce ai dipendenti della formazione “la continuità lavorativa e il riconoscimento del trattamento economico e normativo previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria”.
La selezione pubblica è stata indetta per soli titoli per l’assunzione con contratto a tempo determinato, per l’appunto. Servono 60 responsabili di processo, 514 formatori, 321 tutor, 182 segretari didattici, 182 segretari amministrativi e 156 ausiliari. Destinati al Ciapi, secondo quanto fino ad ora dichiarato dall’assessorato alla Formazione, anche gli operatori degli sportelli multifunzionali. In pratica l’ente di Priolo viene considerato dalla Regione l’ente al quale conferire tutte le competenze ed il personale.
A disposizione ci sono 35 milioni di euro di fondi comunitari che garantiranno l’avvio dei corsi per circa 5.700 allievi. Per presentare le domande ci sono 30 giorni dalla data di pubblicazione e dunque sino al 20 gennaio. Gli operatori provenienti da altri enti resteranno nelle sedi dove hanno lavorato fino ad ora ovvero quelle degli enti di provenienza. Il Ciapi di Priolo, dunque, si avvia a diventare la grande scuola pubblica della Formazione professionale regionale. Mentre si prepara l’ennesima battaglia l’assessore alla Formazione, Nelli Scilabra, canta vittoria: “Finalmente si volta pagina e questo è un altro tassello in ottica di una riforma del settore. I corsi che saranno organizzati dal Ciapi si avvarranno della collaborazione del mondo imprenditoriale che darà i propri input per creare profili formativi adatti alla richieste di figure professionali ricercate sul mercato del lavoro. Non più  quindi una formazione utile solo a sé stessa ma che si apre alla tematica occupazionale. Sarà anche sottoscritta sotto questo aspetto una convenzione con il ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca”.
 


L’approfondimento. Grande attenzione anche ai contributi a pioggia
 
Una decisione, quella di assumere con procedura pubblica, che s’inserisce nel rinnovamento del settore voluto dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, e dall’assessore al ramo Nelli Scilabra, che proprio poco prima delle feste di Natale ha firmato una direttiva che invita l’amministrazione a concludere in tempi celeri l’analisi dei rendiconti degli enti sui fondi regionali distribuiti a pioggia tra il 1999 e il 2011. “Saranno controlli rigorosi – ha promesso l’assessore – e le irregolarità verranno denunciate. E anche se si parla di spese affrontate dieci anni fa, se non giustificate, all’ente coinvolto verrà ritirato l’accreditamento”. Tra i requisiti richiesti per partecipare al bando l’iscrizione all’Albo regionale degli operatori della formazione professionale siciliana, non aver riportato condanne penali e non avere in corso procedimenti penali che precludano l’inserimento nella pubblica amministrazione, non versare in uno stato di incompatibilità di cui ai requisiti di accesso alla Pubblica Amministrazione e non essere impegnato attualmente in attività inerenti percorsi formativi.

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