Legge di stabilità, sì al taglio di 58 posti in Sanità - QdS

Legge di stabilità, sì al taglio di 58 posti in Sanità

Raffaella Pessina

Legge di stabilità, sì al taglio di 58 posti in Sanità

venerdì 10 Gennaio 2014

Lungo e travagliato iter della legge finanziaria a Sala d’Ercole. Norma fortemente voluta dall’assessore Borsellino

PALERMO – Giornata di lavori a rilento ieri per l’esame della finanziaria regionale all’Ars. La seduta è slittata perché nella mattinata il presidente Crocetta con la giunta, il presidente dell’Ars, Ardizzone, e i capigruppo di maggioranza ed opposizione si sono riuniti per trovare un accordo sugli articoli della finanziaria.
 
La riunione è stata quasi un atto dovuto perché la sera precedente in Aula si era cominciato l’esame dell’articolato della legge di stabilità, ma dopo aver approvato il primo articolo sono cominciati gli interventi sugli emendamenti e si sono dovuti accantonare gli articoli con il risultato di rinviare la seduta al giorno successivo. Al termine dell’incontro di ieri mattina l’assessore all’Economia, Luca Bianchi, aveva detto che il Governo aveva preso nota delle richieste dell’opposizione, con la disponibilità ad accoglierle, “ma l’apertura di un tavolo che accolga le richieste della Sicilia non significa che cerchiamo voti, la finanziaria la voterà la maggioranza”. Accolta la proposta del Pd sui “boschi produttivi”. La proposta prevede che la legna proveniente dai boschi demaniali, fino ad ora inutilizzata o sottoutilizzata, venga destinata alla produzione energetica e quindi  venduta”.
L’Aula è cominciata alle 13 e dopo due ore erano stati approvati solo 2 articoli su 48, il primo (determinazione dei fondi di riserva) ed il quinto (modifiche ed integrazioni di norme in materia di entrate che comprende l’estensione delle tasse sulle concessioni regionali alle piccole attività e sulla diminuzione delle royalties.). Fino a quel momento restavano circa 850 emendamenti da esaminare. 
Nel pomeriggio è stata accolta una proposta del Pd sul consumo idrico: per tutto il 2014 non si potranno incrementare le tariffe di vendita dell’acqua alle imprese agricole.
E’ passata inoltre con l’appoggio delle opposizioni la riscrittura del governo dell’articolo 7. Alla dotazione originaria di 50 milioni di euro per le soppresse Province se ne aggiungono altri 20, destinati al pagamento degli stipendi e del servizio di mobilità per i disabili e alle scuole. Accolta la proposta del vicepresidente della commissione Bilancio Vincenzo Vinciullo (Ncd) di autorizzare le Province a contrarre mutui per interventi di manutenzione.
Il Movimento cinque Stelle si è espresso criticamente sul contributo mensile ai deputati regionali. Il capogruppo Giancarlo Cancelleri ha detto che “il contributo viene erogato in seguito a rendicontazione, ma non è obbligatorio fornire le fatture”. Cancelleri ha aggiunto che “E’ incredibile che basta dichiarare su un pezzo di carta di avere speso quelle somme e nessuno pretende che siano presentate le fatture”. Il procedere farraginoso della seduta ha costretto ancora una volta il presidente a sospendere l’Aula per consultare i partiti e le loro intenzioni. Ardizzone ha rimproverato i colleghi per il clima caotico creatosi in Aula.
Il passaggio che ha fatto salire la tensione è stata la bocciatura dell’emendamento all’articolo 9 sull’abolizione della figura dei coordinatori provinciali sanitari, emendamento che Ardizzone ha ritenuto respinto con le votazioni. Dunque la legge taglia 58 posti di coordinatori sanitari e amministrativi nella sanità, l’Ars ha approvato la norma della legge di stabilità che sopprime queste figure; i risparmi di spesa serviranno a finanziare le attività sportive dei disabili e delle persone affette da autismo. La norma, sostenuta dai Cinquestelle, ha passato lo scoglio del voto segreto, richiesto dal deputato del Pdl-Fi, Gorgio Assenza. In aula l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino, aveva difeso la norma, contro cui si erano espressi in modo trasversale diversi esponenti di maggioranza e opposizione. Ma il tentativo di sopprimere la norma con un emendamento era fallito. L’Aula è ripresa intorno alle 18, con l’esame dell’art. 10.

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