Accesso al credito, è notte fonda. Le imprese respinte dalle banche - QdS

Accesso al credito, è notte fonda. Le imprese respinte dalle banche

Michele Giuliano

Accesso al credito, è notte fonda. Le imprese respinte dalle banche

venerdì 18 Settembre 2009

La percentuale di aziende che non riescono ad accedere al credito in Sicilia è salita al 41%. Le donne sono le più in difficoltà: per il 77% porte “chiuse” agli Istituti bancari

PALERMO – Quando si dice che al peggio non c’è mai fine. In questo momento di crisi congiunturale in Sicilia sembra proprio che questo motto trovi concretezza. E chi pensava che la già difficile situazione legata alle difficoltà di accesso al credito avesse raggiunto l’apice si deve assolutamente ricredere. Perché a distanza di qualche mese dall’ultima rilevazione fatta da Uniocamere Sicilia che denunciava che un’impresa su quattro trovava grosse difficoltà per accedere al credito, oggi la condizione è nettamente peggiorata e si parla di un raddoppio delle aziende che non trovano sbocchi presso gli istituti bancari.
Si esprime in questa direzione un’indagine condotta da Contribuenti.it, l’associazione di contribuenti italiani, che ha potuto appurare che adesso sono ben il 41 per cento delle imprese a non riuscire ad accedere al credito. “Per far fronte a tali problematiche – si legge in una nota – Contribuenti.it promuoverà attraverso “Lo Sportello del Contribuente” l’iniziativa “Progetto impresa”, in collaborazione con i professionisti di Krls Network of Business Ethics, leader in Italia nel volontariato etico, e invitiamo il ministro Tremonti a presentare il progetto definitivo della “Banca del Mezzogiorno” alla quale hanno manifestato interesse oltre 200 mila contribuenti italiani”.
“L’obiettivo finale – afferma Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it – è quello di riportare regole etiche nelle banche e all’interno delle istituzioni di governo dell’economia. Resta soprattutto critica la situazione relativa all’accesso al credito da parte delle imprese in rosa nell’Isola.
Unioncamere ha rilevato che il 77 per cento delle aziende guidate da donne non riesce ad ottenere crediti dagli istituti bancari, evidentemente perché le donne che fanno impresa devono offrire più garanzie dei colleghi maschi. Pare che le loro aziende siano considerate dalle banche più “rischiose”, quando si richiedono affidamenti.
Le imprese femminili individuano, in misura cinque volte superiore alle imprese maschili, la principale motivazione del mancato ricorso al credito bancario nella difficoltà di prestare garanzie. Questo atteggiamento è più accentuato nei settori agricoltura e commercio, in cui il 62-63 per cento delle imprenditrici non fa ricorso al credito. Intorno al 60 per cento è la percentuale di impresa in rosa di altri settori che rinunciano ad un affidamento. “Ecco perché continuare a investire in progetti ed iniziative per promuovere e sostenere l’imprenditoria femminile, soprattutto in un momento di recessione, in cui le donne hanno mostrato una sostanziale tenuta – sottolinea il presidente di Unioncamere Sicilia, Giuseppe Pace -. Un nostro obiettivo è abbattere le differenze di accessibilità al credito”.
Ma l’impressone netta che si ha in Sicilia è che le banche, sino a che si registrerà questo momento congiunturale negativo dell’economia, potranno soltanto restringere ulteriormente il rubinetto dell’accesso al credito. Con buona pace delle iniziative per contrastare l’usura in Sicilia.
 

 
Confcommercio. Un documento con proposte per superare la crisi
 
La Confcommerio in Sicilia ha già affrontato il problema delle difficoltà di accesso al credito e adesso aspetta una risposta dal governo regionale che si dovrà pronunciare sulla serie di proposte presentate dalla giunta regionale camerale. In particolare la Confcommercio ha puntato i riflettori su un problema strettamente connesso alla difficoltà di accesso al credito e cioè il forte disagio a seguito della decisione della Corte di giustizia europea per il recupero da parte dell’Inps degli sgravi concessi dalla Regione e dallo Stato dal 1995 al 2001.
è stato così stilato un documento con proposte normative e indicazioni per il superamento della crisi: notifica al contribuente dell’inizio di procedure ipotecarie, con fissazione di un termine entro cui fornire ulteriori garanzie o la rateizzazione del debito; sospensione degli acconti d’imposta per chi è in difficoltà e un piano di ammortamento del debito; piano di ammortamento più flessibile; cancellazione presso i competenti uffici dei provvedimenti di fermo da parte del concessionario della riscossione; restituzione rateizzata dei crediti vantati dall’Inps in relazione alla sentenza della Corte di Giustizia Europea per le agevolazioni concesse e non dovute secondo l’Ue.

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