Approvata la Finanziaria, ma c'è poco da ridere - QdS

Approvata la Finanziaria, ma c’è poco da ridere

Antonio Leo

Approvata la Finanziaria, ma c’è poco da ridere

mercoledì 15 Gennaio 2014

Nella notte il Parlamento siciliano ha dato il via libera alla Legge di stabilità e al bilancio. La grande assente è la norma cosiddetta "salva-imprese". A tenere banco però è anche l'amarezza per lo scandalo che ha travolto i deputati dell'Assemblea.

In un Parlamento scosso per l’inchiesta della magistratura che vede coinvolti ben 87 deputati (è il nuovo numero diffuso stamane dall’Ansa), facenti parte di questa e della passata legislatura – oltre ad altre 14 persone, tra consulenti e dirigenti -, alla fine è stata approvata la Finanziaria regionale con 39 voti a favore e 22 contrari. Un solo astenuto, il deputato del Nuovo centrodestra Vincenzo Vinciullo. E con 22 assenti in Aula al momento del voto passa anche il bilancio, con 22 i contrari, e 44 a favore. All’interno c’è quasi tutto, tranne la norma “salva-imprese”, che il presidente Crocetta soltanto qualche ora prima aveva definito irrinunciabile. Terrà dunque ancora banco nei prossimi giorni, forse settimane o addirittura mesi, la questione del miliardo di euro di debiti che la Pubblica amministrazione ha contratto con le aziende.
 
Seppur soddisfatto, il deus ex machina delle finanze siciliane non nasconde un po’ di rammarico. “Sono soddisfatto, – ha ribadito l’assessore all’Economia Luca Bianchi – poco più di un anno fa abbiamo trovato una Regione con conti poco trasparenti, si parlava di default. Questa finanziaria ha un’anima, continuiamo anche quest’anno con il risanamento con 300 milioni di tagli per i precari. Manca solo il dl imprese. Ma c’è l’impegno e l’intenzione di insistere, di portarlo avanti. La manovra sarà veramente conclusa quando ci sarà anche quello”.
 
Raggiante, invece, il governatore. “Dal 2005 – ha detto il presidente della Regione – non si approvavano una finanziaria e un bilancio definitivi a gennaio. E poi ci sono tante norme importanti come quella che cancella le partecipate dello spreco. Mi accusano di fare norme manifesto? Sono cose buone, se poi fanno pure la loro parte nel consenso, non ci vedo nulla di male”.
Il riferimento è chiaramente ad alcune disposizioni che qualcuno ha definito “a effetto”, come i diritti per le coppie di fatto o il reddito minimo alle famiglie povere. Si tratta, comunque, di misure importanti, ma sulle quali occorrerà vigilare affinché non si trasformino in prelibati strumenti clientelari.
 
In particolare il reddito garantito prevede un assegno mensile da 400 euro, ma per le modalità di accesso al fondo (da 15 milioni di euro) e di integrazione del reddito si dovrà aspettare un decreto dell’assessorato alla Famiglia da emanarsi entro 120 giorni.
Adesso arriverà il momento delle riflessioni. Sul Quotidiano di Sicilia esamineremo punto per punto gli articoli della Finanziaria, cercando – per quanto possibile – di discernere le buone norme dalle cattive, lontani dal frastuono e dal chiasso di questi giorni.
 
Sullo sfondo resta il banchetto da fine impero dei partiti siciliani. Si parla di borse e intimo griffati, fumetti, viaggi di lusso. In totale circa 10 milioni di euro saccheggiati indebitamente dalle tasche dei cittadini. L’ennesimo schiaffo a un popolo esausto. Dall’altra parte della staccionata, imprese che fanno fatica ad andare avanti a causa dei mancati pagamenti della Pa (tra cui la Regione), giovani senza futuro e poverissimi. A quest’ultimi – che sono centinaia di migliaia – vanno 15 milioni di euro, mentre “solo” 87 deputati ne hanno spesi praticamente altrettanti. Per tutto, fuorché per aiutarli.

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