Arsgate, la versione di Antonello Cracolici - QdS

Arsgate, la versione di Antonello Cracolici

redazione

Arsgate, la versione di Antonello Cracolici

mercoledì 15 Gennaio 2014

L'ex capogruppo del Pd si chiede quale sia la linea rossa tra spese lecite e illecite: "Se comprare cialde per il caffè è un reato allora l'ho commesso". E difende la sua gestione: "Ho lasciato un avanzo di oltre 800 mila €"

È un fiume in piena Antonello Crocolici, capogruppo del Pd all’Ars nella scorsa legislatura e tra i 13 deputati che dovranno recarsi in Procura.
 
“Non nascondo che questa è una vicenda che mi sta fortemente segnando, non mi era mai capitato, anzi oltre 30 anni fa fui denunciato per avere affisso manifesti del mio partito da militante e si concluse con multa di 20 mila lire. Oggi mi trovo dentro una vicenda molto più complessa non per miei comportamenti illeciti, di arricchimento o condotta personale ma per l’utilizzo di risorse del gruppo parlamentare del Pd”. È amareggiato, quasi incredulo, il presidente della commissione Affari Istituzionali nella Conferenza stampa allestita in fretta e furia per spiegare la sua versione dei fatti. Onde evitare equivoci, l’esponente democratico ha distribuito ai cronisti l’avviso di garanzia ricevuto dalla Procura. L’ex capogruppo è stato convocato dai magistrati il 14 febbraio, nel giorno di San Valentino.
 
Su alcune delle spese che gli sono state contestate dalla Guardia di Finanza confessa, ma al tempo stesso pone la questione su quale sia la linea rossa tra il lecito e l’illecito. “Se comprare acqua in 5 anni di legislatura, avere comprato le cialde per la macchinetta del caffè è un reato allora l’ho commesso. Onestamente non potrei dire il contrario perché non sapevo che fosse un reato, così come fare i necrologi. Siamo dentro un’interpretazione: se i nostri comportamenti siano compatibili con le finalità istituzionali che rappresentiamo o meno. Dico con onestà che se qualcuno di questi è incompatibili e quindi è reato, io mi consegno subito, mi arrendo”.
 
Cracolici sottolinea che non gli vengono contestate spese “per borse, cravatte, gioielli, o mutande nell’ordinaria gestione di un gruppo che poi rimane un’azienda, perché come ribadisce l’Avvocatura dello Stato è un’associazione regolata dal codice civile”. “Mi meraviglio – prosegue – come mai non ci hanno contestato le corone di fiori. Ogni 30 aprile e ogni 6 gennaio il gruppo del Pd ordina, come un orologio, due corone: una per Pio La Torre e una per Piersanti Mattarella. Ma di cosa stiamo parlando? E poi: è reato comprare i buoni pasto per i dipendenti del gruppo o rimborsare le spese telefoniche dell’addetto stampa del gruppo? Abbiamo riempito 150 pagine di verbali, consegnando ai magistrati tutto sulle spese fatte in questi anni, con l’annotazione delle singole fatture. Una dimensione così enorme delle carte probabilmente ha avuto il pregio di metterci di fronte alla lente di ingrandimento. Ci vengono contestate persino le spese per i legali”.
 
“Sotto la mia gestione – continua Cracolici – il gruppo ha chiuso con un avanzo di 800 mila euro e 80 mila euro di interessi maturati perché questi soldi sono rimasti sul conto corrente del gruppo, non abbiamo mai fatto operazioni finanziarie”.
 
Assieme all’ex capogruppo in conferenza stampa anche il segretario siciliano del Pd, Giuseppe Lupo, e l’attuale capogruppo Baldo Gucciardi, anche loro indagati nella stessa inchiesta, in quanto deputati regionale nella scorsa legislatura, oltre che nell’attuale. Proprio oggi pomeriggio si riunirà l’ufficio di presidenza dell’ex gruppo parlamentare Pd per definire il trasferimento dei fondi all’attuale gruppo. Cracolici ha spiegato che lo scorso febbraio l’Avvocatura dello Stato, interrogata dal gruppo parlamentare, ha comunicato che l’avanzo da 800mila euro dovrà essere trasferito al gruppo parlamentare del Pd di questa legislatura in base al principio “della continuità politica”.
 
“Non rispondo oggi ai magistrati ma all’opinione pubblica – ha detto Cracolici – mi pare evidente che un gruppo che consegna 800 mila euro di avanzo, dimostra elementi di sobrietà”.
 
Il parlamentare dei democrats siciliani è anche intervenuto per difendere il renziano Davide Faraone, in queste ore sotto i riflettori più degli altri, essendo stato nominato quale responsabile del Welfare per il Pd. “C’è in corso un killeraggio inaudito nei confronti di Faraone: siccome sei un politico e fai parte della segreteria del Pd, quindi sei un criminale, ti abbiamo beccato, a prescindere. In atto c’è un circuito mediatico vergognoso per uccidere onorabilità delle persone senza avere rispetto della verità”.
 

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