Fallimento Bip mobile, che fine fa il credito residuo? - QdS

Fallimento Bip mobile, che fine fa il credito residuo?

Jessica Marzella

Fallimento Bip mobile, che fine fa il credito residuo?

giovedì 16 Gennaio 2014

I clienti costretti a cambiare operatore potranno ottenere il rimborso (ma solo con alcune società di telefonia)

I telefoni cellulari sono ormai uno strumento indispensabile ed entrato a pieno titolo nella quotidianità di tutti. Proprio per questo, specie se si hanno più cellulari in famiglia, si cerca di risparmiare su quello che è diventato un nuovo costo fisso confrontando le tariffe Tim, Vodafone, Tre e degli altri operatori presenti sul mercato della telefonia mobile.
 
Un modo per risparmiare, anche notevolmente, su telefonate e navigazione in mobilità, è scegliere i pacchetti di telefonia mobile dei cosiddetti operatori virtuali, dove le offerte di Bip Mobile sembravano davvero competitive. Con il suo fallimento però, oggi i consumatori potranno decidere comunque di indirizzarsi verso le offerte di Wind, Noverca, Fastweb mobile e così via.
 
Concentrandoci sulle tariffe degli operatori virtuali, queste sono più vantaggiose perché gli operatori possono eliminare molti costi di gestione, proprio grazie al fatto di non possedere infrastrutture “fisiche”. Tuttavia i consumatori che avevano scelto i servizi dell’operatore Bip Mobile hanno avuto una brutta sorpresa: a causa del mancato pagamento alla società fornitrice dei servizi che permettevano a Bip Mobile di funzionare, l’operatore telefonico ha dovuto interrompere la fornitura della linea per tutti i suoi 220 mila clienti.
 
Un grande disservizio quindi per i consumatori, ma dall’altra parte una grande occasione per le società concorrenti, che si aggiudicano così una vasta fetta di mercato. Tuttavia il passaggio dall’operatore virtuale simboleggiato da Beep Beep della Warner Bros agli operatori tradizionali non sarà semplice.
 
C’è innanzitutto la questione del credito residuo sulle schede SIM degli ex clienti di Bip Mobili: perché i consumatori, oltre ad aver pagato con un disservizio, dovrebbero anche perdere il loro denaro? Non tutti gli operatori tradizionali, infatti, stanno accentando di riconoscere il credito residuo sulle schede Bip Mobile al momento della portabilità del numero.
 
Tre e Tiscali hanno annunciato una promozione che permettere agli ex clienti Bip Mobile di non perdere il proprio credito residuo, fino ad un massimo di 100 euro per chi sceglierà Tre e fino ad un massimo di 60 euro per chi sceglierà Tiscali. Attenzione però: il credito riconosciuto non potrà essere convertito in denaro né portato ad altri operatori.
 
Vodafone, invece, riserverà agli utenti provenienti da Bip Mobile le stesse promozioni già esistenti per i nuovi clienti, senza introdurre particolari modifiche e senza riconoscere l’eventuale credito residuo. Anche Wind, pur garantendo la portabilità del numero, non è disposta a riconoscere il credito residuo: “la prestazione di trasferimento del credito residuo è bloccata in considerazione della situazione di insolvenza di Bip. Tuttavia – afferma la società – al fine di minimizzare il disagio per i clienti, Wind sta valutando azioni promozionali da mettere in campo”.
 
Tim, infine, ha annunciato che garantirà la portabilità del numero ai clienti provenienti da Bip Mobile, ma senza attuare particolari promozioni e senza riconoscere l’eventuale credito residuo.
La reticenza da parte della maggior parte degli operatori telefonici nel riconoscere il credito residuo è dovuta al fatto che secondo la normativa questa operazione, e i costi ad essa collegati, spetterebbe all’operatore che perde il cliente, e quindi, in questo caso, a Bip Mobile, che evidentemente non è in grado di assumersi questo onere.
 
Intanto l’Agcom ha imposto a Bip Mobile e Telogic, il fornitore dei servizi dell’operatore mobile, di permettere a 15mila utenti al giorno di cambiare operatore, alzando eccezionalmente il tetto previsto per questa operazione in modo da velocizzare i passaggi verso i nuovi operatori: in questo modo tutti i clienti potranno essere “ricollocati” entro 15 giorni.
 

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