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E ora Crocetta torna a sfidare il Pd nazionale (e Renzi)

redazione

E ora Crocetta torna a sfidare il Pd nazionale (e Renzi)

venerdì 17 Gennaio 2014

Il presidente allontana ancora il rimpasto e alza la voce con il suo Partito. A Letta: "Occorre una nuova fase". Mentre al sindaco di Firenze: "Si assuma la responsabilità politica di fare entrare in Giunta persone indagate"

Tra i pochi deputati a non avere nessun indagine sulle spalle, con la Finanziaria regionale in tasca e il principale partito che lo sostiene (il Pd) in difficoltà (è il gruppo con più indagati nell’attuale Parlamento siciliano), Crocetta è tornato a fare la voce grossa. Con tutti. A partire dal Governo nazionale. “Letta ha salvato l’Italia, ma adesso occorre una nuova spinta e una nuova fase. Paradossalmente, ora che questa nuova fase è possibile perché c’è una maggioranza più coerente, sembra che qualcuno la voglia interrompere”. È quanto ha dichiarato il governatore ai microfoni di Sky tg 24.
 
Ma il presidente – per chi continua a far finta di non capire – ribadisce che pure in Sicilia la situazione resterà così com’è. “Io ritengo che il rimpasto non possa essere fatto – ha spiegato Crocetta – non perché credo le persone colpevoli, ma perché sono convinto che debba essere rispettata l’inchiesta della magistratura”.
 
Il governatore, che nei giorni scorsi si è definito il “vero rottamatore”, torna a provare di nuovo il sindaco di Firenze. “Matteo Renzi decida che in Sicilia va ricomposta la Giunta facendo entrare anche le persone che hanno avvisi di garanzia, ma sarebbe una responsabilità politica tutta del Partito Democratico”.
 
“Non capisco perché, come presidente della Regione, debba essere costretto – ha continuato – a scegliere gli assessori che mi indica il partito, ed è la questione politica più importante, e perché, all’interno di questa scelta, io non possa porre delle condizioni di salvaguardia. È una questione di principio che ha sempre riguardato il Partito Democratico e non capisco perché nel caso della Sicilia non si debba applicare”.
 
Infine, il presidente è intervenuto sulla querelle relativa all’approvazione da parte dell’Ars dell’acquisto di nuove auto blu. “Per le auto blu noi paghiamo gli affitti, che non sono stati incrementati. Abbiamo ridotto consistentemente le auto blu, a meno che non si intenda quelle affidate per obbligo, per le scorte, che sono decise dall’Ucis, l’ufficio nazionale preposto. Io vengo considerato tra le persone più a rischio di vita in Italia. Se debbo crepare per fare il presidente della Regione a piedi, va bene, farò questo sacrificio”.
 
Sul punto in effetti c’è poca chiarezza. Nei giorni scorsi, l’Assemblea ha dato il via libera al noleggio per 48 mesi di 12 autovetture, di cui sette destinate al Parlamento e cinque alla Presidenza della Regione. È controverso se il parco macchine delle Istituzioni subirà un incremento o meno. In proposito – per quel che riguarda le macchine in dirittura d’arrivo a Palazzo dei Normanni – è intervenuto il parlamentare del Megafono, Nino Oddo.
 
“Capisco che siamo in perfetto clima da caccia alle streghe, ma intendo precisare che il parco auto dell’Assemblea regionale siciliana è passato da 18 autovetture a sole 7. Che le predette 18 autovetture erano in noleggio, e che questo da poco è scaduto. La gara in atto riguarda la fornitura in noleggio – aggiunge – di sole 7 autovetture, a dimostrazione che si passa da 18 a 7”.
 

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