Catania - Intervista all'assessore Rosario D'Agata sul quartiere di Librino - QdS

Catania – Intervista all’assessore Rosario D’Agata sul quartiere di Librino

Chiara Borzi

Catania – Intervista all’assessore Rosario D’Agata sul quartiere di Librino

giovedì 23 Gennaio 2014

Zona franca, ospedale, stadio le vie per il rilancio. Nel popoloso quartiere periferico resta ancora sporadica la presenza delle istituzioni. L’assessore D’Agata: “Stiamo rivalutando anche il Palazzo di Cemento”

CATANIA – Alla fine dell’ultima campagna elettorale le varie parti politiche candidate avevano promesso al quartiere di Librino grandi cose e grandi attenzioni. A sette mesi dall’elezione della giunta guidata da Enzo Bianco una prima buona notizia sembrerebbe arrivare dall’imminente realizzazione dell’agognata Zfu (Zona franca urbana) all’interno del tristemente noto quartiere catanese. Catania si è classifica prima in graduatoria tra le città candidate alla realizzazione di questo spazio urbano, si sapeva già come proprio Librino sarebbe stato scelto per godere dei benefici della normativa Zfu a causa dei tanti disagi che lo caratterizzano e il conseguenziale bisogno di rilancio.
È probabilmente destinato a diventare realtà nei prossimi tre anni anche la realizzazione dell’Ospedale San Marco. Alla fine del 2013 l’assessorato regionale alla Salute ha infatti stanziato due milioni di euro che sarebbero necessari al completamento del nosocomio che sostituirà il Vittorio Emanuele. Un fatto, quest’ultimo, che richiederà un ripensamento degli spazi e dei comportamenti nel quartiere.
Nonostante questi progetti, la distanza tra Librino e la realtà urbana di Catania appare molto evidente. Librino è già una “zona franca”, ma attualmente solo dalla legalità, rimane costante un alto tasso di criminalità e di delinquenza. Il quartiere si sente estraneo e non sente l’esigenza di trovare un dialogo con le istituzioni, a detta degli abitanti del quartiere presenti solo durante il periodo elettorale. A dimostrarlo sono studi molto recenti condotti ascoltando esperienze e opinioni dei residenti del quartiere, infine raccolte nel testo “Librino: un presente, per quale futuro?” realizzati con il sostegno della Caritas di Catania operante sul territorio.
Il quadro deve dunque cambiare. Eventuali sviluppi futuri ci sono stati prospettati da Rosario D’Agata, assessore a Ecosistema urbano, Mobilità, Trasparenza, Legalità e Valorizzazione di Librino.
Assessore D’Agata, com’è possibile riuscire ad intrecciare strettamente e in un futuro prossimo la vita del quartiere di Librino con quella delle istituzioni catanesi?
“Attualmente non ci sono, se non sporadiche, presenze di istituzioni nel quartiere. Tra due anni e mezzo potrebbe essere già sorto l’ospedale San Marco e questa è già una prima notizia confortante. Il nostro progetto è quello di portare il commissariato di Polizia di Stato a Librino, l’orientamento dell’amministrazione e quello del ministero degli Interni è di trasferirlo all’interno di Villa Nitta dopo averla riqualificata. Attualmente nel quartiere sono presenti inoltre le prime succursali di alcuni istituti catanesi di scuola media superiore, parliamo dell’alberghiero, ma in futuro vedremo di puntare sull’ingresso di altre scuole dello stesso grado”.
Librino è quartiere di “incompiute”. Tutti sappiamo quanto la struttura data al quartiere sia lontana dal progetto pensato da Kenzo Tange, ma quali progetti sono previsti oggi per riqualificare la zona e riempirla quanto meno dei dovuti spazi di aggregazione?
“Dobbiamo rivalutare ciò che abbiamo a Librino, penso subito al Palazzo di Cemento. È una costruzione di proprietà pubblica, stiamo lavorando per avere le risorse necessarie a ristrutturarlo. Al suo interno si potranno inserire associazioni e tutti quegli enti che sono utili a ricostruire la vita sociale del quartiere. Il sindaco Bianco ha proposto Librino anche come sede del nuovo stadio. Non siamo di fronte a nessun atto concreto, ma quest’ultima è un’idea che libererebbe il centro città per arricchire una zona periferica in difficoltà.
“Abbiamo già avuto assicurato un finanziamento composto da 8 milioni di euro destinato al Palazzo di Cemento e 4 milioni per la costruzione delle spine verdi. Assolti i tempi tecnici contiamo su questi interventi per dotare Librino di spazi di aggregazioni".
Ospedale San Marco, arrivano i fondi dalla Regione. Quali passi seguiranno a questo primo traguardo e cosa rappresenterà quest’opera per il quartiere?
“L’ospedale San Marco è un’opera importantissima, il Vittorio Emanuele scomparirà per veder trasferiti tutti i suoi reparti proprio a Librino. Questo nascita porterà alla formazione di una cittadella ospedaliera e questo a sua volta avrà un indotto sul territorio circostante molto importante in termini di costruzione di attività commerciali e quanto altro. Il San Marco sarà un grande catalizzatore.
“Tengo a far sapere che a breve Librino avrà finalmente valore di Zona franca urbana, questo renderà valide tutte le agevolazioni previste per i residenti e le attività commerciali presenti sul territorio”.

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