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Niente raccomandati in Sicilia e-Servizi, Ingroia avvia indagini

redazione

Niente raccomandati in Sicilia e-Servizi, Ingroia avvia indagini

giovedì 23 Gennaio 2014

L'ex pm ha nominato una Commissione speciale per indagare su 76 dipendenti assunti dal socio privato della partecipata regionale di cui è commissario liquidatore

Una Commissione speciale, nominata da Antonio Ingroia, farà un’indagine, che dovrà concludere entro due mesi, sui 76 dipendenti assunti due giorni fa da Sicilia e-Servizi, la società della Regione di cui l’ex pm è commissario liquidatore, per stabilire che tipo di competenze hanno e se dunque potranno essere confermati dopo i 4 mesi di prova.
 
Si tratta di personale assunto qualche anno fa dal socio privato di Sicilia e-Servizi, che intanto è diventata interamente pubblica e che il governo dieci giorni fa, con la Finanziaria, ora considera strategica, dunque non più in liquidazione.
 
“Abbiamo deciso di assumere il personale proveniente dall’ex socio privato perché la Regione non ha tra i propri dipendenti le figure professionali per gestire il servizio – spiega Ingroia all’Ansa dopo notizie apparse su alcuni organi d’informazione – In questo modo abbiamo evitato il blocco del sistema informatico che avrebbe mandato in tilt la Regione, mettendo a rischio le prenotazioni negli ospedali, il servizio del 118 e l’intera macchina burocratica”.
 
Tra i 76 dipendenti ci sarebbero persone indagate, parenti di politici e burocrati, e anche di mafiosi, come il genero di Stefano Bontade, ucciso nella guerra di mafia a Palermo nel 1981. “In questa fase era fondamentale evitare il blocco del servizio, che sarebbe scattato tra un paio di giorni in quanto la procedura di mobilità, disposta dall’ex socio privato, per le 76 persone scadeva a breve – afferma l’ex pm – Non avevamo scelta. In Sicilia c’è il blocco delle assunzioni, potevamo solo assumere personale che aveva precedenti rapporti con l’amministrazione, come in questo caso”.
 
Ingroia aggiunge: “Ho preso in mano questo incarico alla vigilia del blocco delle assunzioni e nel pieno del contenzioso tra Sicilia e-Servizi e socio privato; in cinque anni nessuno aveva mai controllato nulla, avrei potuto anche dimettermi, ma non l’ho fatto assumendomi la responsabilità di rimettere a posto la società”.
 

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