Additare ai siciliani i deputati indolenti - QdS

Additare ai siciliani i deputati indolenti

Carlo Alberto Tregua

Additare ai siciliani i deputati indolenti

venerdì 24 Gennaio 2014

La Classe dirigente pressi subito

Il 17 dicembre 2013 il Comico genovese ha celebrato il secondo Restitution Day, per sottolineare come i suoi parlamentari abbiano restituito parte dei propri emolumenti, mentre tutti gli altri non l’hanno fatto e continuano ad incassare le ricche prebende.Questo è un argomento che i cittadini capiscono perfettamente.
In Sicilia, i Grilletti hanno restituito all’Assemblea regionale parte dei propri compensi che si vanno ad accumulare nella tesoreria dell’Assemblea regionale, perché manca una norma che stabilisca cosa fare delle somme rinunziate dai consiglieri-deputati regionali.
Cancelleri e compagni avrebbero dovuto insistere per portare all’ordine del giorno dell’Assemblea il disegno di legge per l’abrogazione della Lr. 44/65, che equipara l’Assemblea al Senato. Con altra norma integrata avrebbero dovuto costringere al voto la stessa Assemblea per attribuire ai consiglieri regionali i compensi dei loro colleghi del Consiglio regionale della Lombardia ed a dipendenti e dirigenti dell’Ars il contratto di dipendenti e dirigenti dello stesso Consiglio.

Non sappiamo se l’omissione dei Grilletti è frutto di ingenuità o di furbizia. Resta il fatto che il loro gruppo non ha messo con le spalle al muro tutti gli altri gruppi, con la conseguenza che noi, cinque milioni di siciliani continuiamo a mantenere un carrozzone che ci costa oltre 160 milioni l’anno, mentre ai dieci milioni di lombardi l’analogo consesso costa appena 63,4 milioni.
Il gruppo dei Grilletti non ha neanche inserito in questo auspicato Ddl il taglio di tutte le auto blu dell’Ars, fatta eccezione per quella del presidente. Cosicché lo sperpero continua per l’indolenza dei novanta inquilini dell’Ars che pensano di continuare a dilapidare i nostri soldi e non hanno la consapevolezza che questo loro pervicace comportamento li spazzerà via.
Fra i novanta consiglieri, che si ridurranno a settanta per effetto della Legge costituzionale n. 2/13 nella prossima legislatura, ve ne sono tanti onesti e corretti, mentre risulta che più di un terzo di essi sia indagato dalla magistratura. Intendiamoci, indagato non vuol dire colpevole, però bisogna ricordarsi che sulla moglie di Cesare non ci deve essere neanche un’ombra.
 

 
Perché il dialogo fra i consiglieri-deputati regionali e i siciliani si è interrotto? Perché essi non parlano con la verità: dicono una cosa e ne pensano un’altra. Così facendo si sono giocati la credibilità e, infatti, metà dei siciliani non sono andati a votare, arcistufi di tutte le promesse mancate in questi ultimi decenni.
Le promesse riguardavano le riforme indispensabili per mettere in moto l’economia e tendere allo sviluppo. Invece, sono stati capaci di varare una ridicola legge di stabilità, che gestisce le spese correnti senza tagliare gli sprechi, utile a favoritismo, clientelismo, inefficienza e persino alla corruzione.
Se l’attuale Giunta avesse tagliato i 3,6 miliardi che noi indichiamo da tempo e avesse girato questo importo ad investimenti ed opere pubbliche, avrebbe potuto finanziare tutti i progetti cantierabili, messi in stand-by da anni, per mancanza di risorse indispensabili ad affiancare quelle europee. Infatti, in questi ultimi anni, gli appalti sono crollati del settanta per cento.
Se i consiglieri-deputati sono insensibili, se c’è un presidente della Regione che straparla nella sua inconcludenza, salvo fare denunzie alla Procura della Repubblica, chi deve costringere l’Assemblea regionale a varare le riforme, il cui elenco è stato pubblicato più volte e non lo ripetiamo per non annoiare? Ovviamente la Classe dirigente siciliana, almeno quella parte sana e produttiva che non è collusa.
Confindustria per prima, dopo la meritoria lotta alla mafia, ora deve mettersi in capo alla cordata di tutte le organizzazioni imprenditoriali, per esercitare un’effettiva e forte pressione, indispensabile a realizzare quanto abbiamo scritto prima.
Il suo presidente, Antonello Montante, uomo vulcanico, deve mettere in moto questa collaborazione ed utilizzare un ariete, cioè la stampa, per far capire ai consiglieri-deputati che il tempo dell’inefficienza e dell’inconcludenza è finito.
Poi vi sono le altre parti della Classe dirigente siciliana, professionisti, sindacati, club service e associazioni diverse. Se non agiscono, sono socialmente inutili.

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