Canoni demanio, cambia nulla - QdS

Canoni demanio, cambia nulla

Rosario Battiato

Canoni demanio, cambia nulla

sabato 25 Gennaio 2014

Altro flop della rivoluzione di Crocetta: tariffe del 2014 per gli stabilimenti balneari da definire entro maggio. Il governo si piega ancora una volta, dopo l’aumento delle tariffe del 600%

PALERMO – L’ennesimo atto “rivoluzionario” del governo Crocetta è caduto nel vuoto. A oltre un anno dalla promessa della rideterminazione dei canoni concessori di beni demaniali marittimi stilata dal presidente in persona, che avrebbe portato a un incremento del 600% del valore annuo precedente, il decreto dell’assessore Lo Bello del 31 dicembre 2013 ha di fatto rinviato al 31 maggio prossimo il provvedimenti per ricalibrare il sistema dei canoni.
Il decreto del presidente della Regione siciliana n. 509 del 3 aprile scorso, emanato su proposta dell’assessore al Territorio e ambiente, avrebbe dovuto produrre, secondo una stima di massima, un introito da 52 milioni di euro alla casse regionali contro i dieci ottenuti l’anno precedente.
All’annuncio si era scatenata un’intesa aggressione mediatica scatenata dalla categoria degli imprenditori balneari e da alcuni amministratori locali. All’epoca furono apertamente contrari l’ex sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, e anche il successore Enzo Bianco, che oggi condivide con Crocetta un asse politico decisivo nella Sicilia orientale. Proprio durante un comizio per appoggiarne la candidatura a sindaco del centro etneo il governatore dichiarò che avrebbe rimodulato quel provvedimento tanto contestato. Da quei mesi di inizio estate il dibattito tra le due parti si è protratto fino al 31 dicembre dello scorso anno, data della firma dell’assessore Lo Bello sul decreto “Rideterminazione, per l’anno 2013, dei canoni concessori di beni demaniali marittimi”.
Il testo integrale è giunto sulla Gurs di ieri e comincia col presupposto della necessità “di dovere rideterminare i valori dei canoni concessori per i beni di demanio marittimo per il corrente anno 2013” e di “dovere fornire le prime indicazioni per il pagamento dei canoni per i beni demaniali del 2014 e successivi”. Di fatto non c’è nulla di rivoluzionario se non un generico rimando a nuovi provvedimenti da valutare entro i prossimi mesi.
“A far data primo gennaio 2013 e fino al 30 aprile 2013, il canone annuale sulle concessioni di beni del demanio marittimo è determinato in misura pari a quello calcolato per l’anno 2012 maggiorato del solo indice Istat”. Si legge nel primo articolo del decreto che prevede inoltre che “a decorrere dal primo maggio 2013 e fino al 31 dicembre 2013, il canone annuale sulle concessioni di beni del demanio marittimo, regolarmente assentite ai sensi degli artt. 36 e 38 del Codice della navigazione e degli artt. 8, 9 e 35 del regolamento di esecuzione del C.N., è incrementato del 10% rispetto alla corrispondente misura dell’anno 2012 oltre al coefficiente Istat”. Il calcolo è riportato sul decreto: canone su base annua 2012, incrementato dell’indice Istat 2012 più il dieci per cento degli otto dodicesimi del canone. Soltanto per le autorizzazioni per occupazioni brevi (articolo 2), con decorrenza primo gennaio 2013 “è applicato l’incremento del 600% del canone annuo calcolato per l’anno 2012 oltre al coefficiente Istat”, cioè “canone su base annua 2012, più incremento Istat 2012, più sei volte il canone”.
All’articolo 4 si presenta l’aspetto più interessante: “i canoni annui sui beni demaniali marittimi per l’anno 2014 e seguenti, per singola tipologia di concessione, saranno proposti ai competenti uffici dell’Assessorato dell’economia ed alla Segreteria dell’Ufficio di Presidenza, con apposito provvedimento entro il 31 maggio 2014, previa consultazione con i rappresentanti di categoria”.
Intanto, nelle more della nuova definizione, il canone da applicare sarà quello individuato dal decreto.

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