Smantellamento della Concordia, la corsa ristretta a due: Palermo e Piombino - QdS

Smantellamento della Concordia, la corsa ristretta a due: Palermo e Piombino

Rosario Battiato

Smantellamento della Concordia, la corsa ristretta a due: Palermo e Piombino

martedì 28 Gennaio 2014

Le Istituzioni nazionali spingono palesemente per il porto toscano più vicino al luogo del naufragio, nell’incredibile silenzio dei parlamentari siciliani. Il sottosegretario Simona Vicari: “Piombino inadatto, servono tre anni di lavori. Palermo operativo da subito”

PALERMO – Palermo o Piombino? Nella speranza che tra i due contendenti non si inserisca addirittura un terzo porto, magari straniero, continua la sfida per chi dovrà ospitare il cadavere della Concordia per le operazioni di smantellamento. La "competizione" è assai complessa perché riguarda la tenuta e l’adeguatezza infrastrutturale dei due scali portuali e una commessa da svariati milioni di euro in un periodo in cui i cantieri navali italiani, e siciliani in particolare, non stanno certo attraversando un buon periodo di salute. Il tutto condito dall’ordinaria tendenza italiana a far trionfare localismi, anche a discapito dell’effettiva operatività dell’azione.
Antonio Tajani, vicepresidente della commissione europea e romano, ne è convinto. Piombino è il posto giusto perché dotato dei corretti finanziamenti potrà diventare un innovativo impianto ecocompatibile e quindi progetto pilota della nuova politica industriale europea. Lo ha ribadito nei giorni scorsi proprio nella città portuale davanti alle autorità locali, ai lavoratori, al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.
 
A fare da apripista a questa rinnovata candidatura del polo toscano è stata una notizia giunta dal Consiglio superiore dei Lavori pubblici che ha approvato l’avvio delle operazioni di adeguamento del porto della città. Un meccanismo scattato nei tempi giusti che adesso permetterà di puntare su Piombino, almeno nelle intenzioni di Tajani, come approdo strategico per il futuro della politica industriale europea. La posizione del vicecommissario sembra non ammettere repliche: “Teniamo la barra ferma, vogliamo portare qui la Costa Concordia”.
 
Un altro importante funzionario nazionale, sabato scorso, anch’egli nato nel Lazio, a Formia per l’esattezza, era stato altrettanto chiaro. Erasmo d’Angelis, sottosegretario alle Infrastrutture e trasporti, aveva dato per scontato che Piombino sarebbe stata la destinazione ideale per gestire in sicurezza lo smaltimento e la rottamazione della Concordia.
Messa in questi termini sembrerebbe la fine del toto-porti che tanto ha appassionato media e politici in queste ultime settimane, tenendo sulla corda famiglie di lavoratori che aspettano la destinazione della commissione per il rilancio dei cantieri navali. Eppure non è così. Nel colpevole silenzio della pattuglia parlamentare siciliana, e dei politici regionali, è stata Simona Vicari, palermitana e sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico, a far riprendere quotazioni al polo isolano. “Il sottosegretario d’Angelis – ha spiegato – persevera nell’errore e se da un lato dice che non ha senso un toto-porti, dall’altro pretende di scegliere, secondo parametri molto discutibili, dove debba essere smaltita e rottamata la nave Costa Concordia”.
 
Il sottosegretario ha rimesso a nudo le contraddizioni della scelta del porto toscano: carenze infrastrutturali che al momento non permetterebbero al porto di Piombino di ospitare il relitto (come come ammesso dallo stesso D’Angelis), tre anni di attesa per gli adeguamenti infrastrutturali a fronte di un investimento da 300 milioni di euro. “Invece il sito di Palermo, – ha spiegato Vicari – che ha i requisiti tecnico-strutturali-professionali idonei per ricevere a Concordia”.
 
Per la senatrice non ci sarebbe nemmeno il problema del rischio ambientale dovuto al trasferimento della nave, perché l’operazione avverrà tramite “la nave sommergibile Vanguard, che caricherà e trasporterà in tutta sicurezza, sia per i cittadini e sia per l’ambiente la Costa Concordia”. Palermo, insomma, andrebbe scelto prioritariamente per ragioni economiche e per una tempistica certamente più adatta.

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