Sanatorie e vincoli, serve una circolare - QdS

Sanatorie e vincoli, serve una circolare

Rosario Battiato

Sanatorie e vincoli, serve una circolare

venerdì 31 Gennaio 2014

Il parere del Cga 291/10 del 2013 indica che nelle zone bloccate si devono rilasciare le autorizzazioni. Incassi per i Comuni. Trizzino (M5S): presto ddl. Gli uffici del Territorio redigano l’atto d’indirizzo per attivare i procedimenti

PALERMO – Da un lato tutti i discorsi sulla messa in sicurezza dei suoli e su un piano nazionale contro il rischio sismico e idrogeologico. Dall’altro l’abusivismo edilizio, norme da interpretare e diritti acquisiti. Nei giorni scorsi due appelli, a breve distanza l’uno dall’altro, hanno riaperto la questione sulle istruttorie di sanatoria edilizia sui vincoli di inedificabilità assoluta e relativa.
Tutto è cominciato due anni fa, per l’esattezza il 31 gennaio 2012, quando un parere delle Sezioni riunite del Consiglio di giustizia amministrativa n. 291/10, rivelava che nemmeno le zone sottoposte ai vincoli più stringenti (ambientali, paesaggistici, idrogeologici) sarebbero immuni dalla sanatoria nazionale, stabilendo l’applicazione del condono edilizio anche nelle zone vincolate. A distanza di un anno e tre mesi era stata la Regione a recepire la sentenza del Cga col decreto 465/2013 del presidente della Regione, anche se a quasi otto mesi di distanza dalla sua firma, il decreto non è stato pubblicato, nonostante sia stato depositato l’11 giugno successivo. E non sarà pubblicato, precisano dall’ufficio legislativo della Regione, perché non vi è obbligo e perché violerebbe le norme sulla privacy, in quanto rileva il nome del ricorrente al Cga. Che, invece, si evince senza problemi dal parere del Cga scaricabile via internet.
Per la Sicilia, terra di abusivi, il tema è ampio e scottante. Qualche settimana una interrogazione del deputato regionale Francesco Cascio (Ncd) ha riaperto la vicenda. “Occorre con urgenza che il presidente della Regione e l’assessore al Territorio chiariscano l’indirizzo che intendono attuare in relazione alla questione interpretativa vigente sulla Legge 326/2003 (ultimo dei tre condoni, ndr), a fronte dell’avvio, da parte di molti uffici comunali del territorio regionale, dei procedimenti di diniego delle sanatorie edilizie presentate in base alla medesima norma, come risulta dalla mole di notifiche che i cittadini stanno ricevendo in questi giorni e che sta generando molta tensione sociale, visto che sono già migliaia le istanze di condono edilizio poste in base al disposto normativo in oggetto e che circa 210 mila immobili in Sicilia sono assoggettati a vincoli di diverso tipo”.
Si è fatto sentire anche Giampiero Trizzino, presidente commissione Ambiente all’Ars, che ha chiesto ai Comuni di non utilizzare “un semplice parere amministrativo per fare partire la corsa alla sanatoria selvaggia”. Sarebbe già pronto un ddl per riallacciare la normativa regionale a quella nazionale e fugare ogni problema.
Il Cga ha di fatto ribaltato un parere del 2009 della Corte di Cassazione che escludeva da sanatoria “tutti quegli immobili costruiti ex novo, – si legge in una nota del M5S – non solo nelle aree in cui insiste un vincolo di inedificabilità assoluta, ma anche in quelle aree in cui grava un vincolo di inedificabilità relativa. La pronuncia dei giudici cassazionisti ha inoltre precisato che per queste ultime gli unici interventi sanabili sono quelli di edilizia di minore rilevanza, quali il restauro, il risanamento conservativo e la manutenzione straordinaria”.
Sull’argomento è attesa una circolare esplicativa dell’assessorato regionale Territorio e ambiente, capace di fare chiarezza ed evitare una “pioggia” di ulteriori ricorsi. Si sa che gli uffici “stanno lavorando”. Quanto altro tempo servirà?

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