Catania - Crocieristica sempre più lontana. Costi alti e strategia inesistente - QdS

Catania – Crocieristica sempre più lontana. Costi alti e strategia inesistente

Melania Tanteri

Catania – Crocieristica sempre più lontana. Costi alti e strategia inesistente

martedì 04 Febbraio 2014

Il primo appuntamento al quale arrivare con un piano convincente è il meeting mondiale di marzo. Riportare le navi a Catania è l’obiettivo di Bianco. Che comincerà da Miami

CATANIA – Un danno al quale bisogna rimediare il prima possibile, per non perdere attrattività e, soprattutto, introiti. L’abbandono di Catania da parte delle navi da crociera, che negli ultimi anni hanno stabilito di rinunciare alla tappa etnea, troppo dispendiosa in un momento di prolungata crisi, e la necessità di rilanciare un settore dalle enormi potenzialità, è ritornato sotto i riflettori della cronaca.
In particolare, è stato il neonato intergruppo consiliare “Lavoro e Sviluppo”- nato all’interno del Consiglio comunale di Catania per stimolare il dibattito teso a creare occasioni per la città di Catania – composto dai consiglieri Niccolò Notarbartolo (Pd), Sebastiano Arcidiacono (Articolo 4), Ersilia Saverino (Megafono) ed Elisabetta Vanin (Con Bianco per Catania), a presentare un’interpellanza in cui chiede al sindaco Bianco chiarimenti in merito alle attività da intraprendere per il rilancio del settore turistico catanese.
“Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un ampio dibattito sul significativo decremento di navi da crociera approdate al Porto di Catania – ha affermato il primo firmatario, il consigliere Notarbartolo, unico scalo marittimo siciliano ad aver registrato un trend negativo negli approdi. I numeri sono preoccupanti – hanno aggiunto – e ora è necessario e urgente un intervento del Comune per il rilancio del settore, a partire da un’indagine sulle cause reali della perdita di competitività del nostro Porto”. E in effetti, stando ai numeri recentemente diffusi, quello delle navi da crociera sembra essere stato un abbandono di massa, che in pochi anni ha causato la perdita per la città di migliaia di turisti.
Nel 2013 sono infatti approdate nel Porto di Catania 102 navi da crociera, con una significativa flessione rispetto all’anno precedente quando erano state 121. Un dato che diventa ancora più allarmante se paragonato a quello registrato a Palermo, dove nel 2013 hanno attraccato ben 191 navi, numero superiore a quello registrato nell’anno precedente, quando le navi approdate sono state 157. “Numeri che fanno ben comprendere come il Porto di Catania sia l’unico ad aver registrato un calo negli approdi – ha aggiunto Notarbartolo. Nell’atto ispettivo, infatti – ha proseguito – si chiede chiarezza sulle cause di questo drammatico fenomeno”.
Secondo i consiglieri dell’intergruppo, a gravare sulla situazione, contribuirebbero i costi di approdo che a Catania sarebbero superiori a quelli degli altri scali.
Secondo i dati forniti dall’Autorità Portuale, il costo complessivo ad approdo nello scalo marittimo di Catania è pari ad 18.735,90 euro, mentre negli scali di Palermo e Messina i costi complessivi di approdo sono pari a circa 13 mila euro.
Sulla questione, comunque, il primo cittadino era già intervenuto dopo l’incontro con il commissario straordinario dell’Autorità portuale, Cosimo Aiello, affermando la volontà di riportare Catania al centro del traffico crocieristico nazionale ed internazionale.
“Ci batteremo strenuamente– aveva assicurato Bianco – per ottenere il risultato di far diventare quello di Catania un grande porto turistico di partenza delle navi da crociera. Dalla riunione – aveva aggiunto – è emersa chiara la necessità di promuovere il nostro territorio. E il primo appuntamento, di fondamentale importanza, sarà il meeting mondiale della croceristica che si svolgerà a Miami nel mese di marzo. Prima di quella data dovremo avere le idee chiare per presentarci con un progetto definito e che possa convincere gli addetti ai lavori”.

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