Il no profit resiste alla crisi. Nel 2014 il 3% in più di donazioni - QdS

Il no profit resiste alla crisi. Nel 2014 il 3% in più di donazioni

Oriana Sipala

Il no profit resiste alla crisi. Nel 2014 il 3% in più di donazioni

mercoledì 05 Febbraio 2014

Seppure sia minore il numero di elargizioni del Mezzogiorno, sono maggiori gli importi rispetto al Nord. Indagine Ipr marketing: nel Sud e nelle Isole la generosità si arresta al 29%

PALERMO – Nonostante il periodo di crisi attraversato, gli italiani si confermano generosi nelle donazioni verso le associazioni no profit. Lo rivela un’indagine della società Ipr Marketing, l’istituto di ricerche e sondaggi che ha interpellato un campione di mille cittadini, rilevando dati interessanti sui settori che beneficiano maggiormente delle donazioni degli italiani, sul sesso e sull’età dei donatori, e infine sulle diverse aree geografiche. La prima informazione importante che si può evidenziare è un aumento della quota di donatori, che passa dal 35% dello scorso anno al 38% di quest’anno. Si ritorna pertanto ai valori del 2011, che sono ancora ben lontani da quelli raggiunti nel 2009 (quando la quota dei donatori è arrivata a toccare il 49%), ma sicuramente migliori di quelli registrati nel 2012 (33%), anno in cui, non a caso, la crisi ha raggiunto l’apice. Il Nord si conferma come la parte del Paese più sensibile alle donazioni. Tra l’ottobre e il dicembre 2013, infatti, il 43% degli intervistati ha dichiarato di aver effettuato donazioni, una cifra che nelle regioni del Centro si abbassa al 39%, mentre al Sud e nelle Isole ci si attesta intorno al 29%.
Variazioni significative si hanno anche se guardiamo all’importo delle donazioni. Tra febbraio 2013 e gennaio 2014, le donazioni fino a 20 euro sono diminuite dell’8%, passando dal 41% al 33%. Sono aumentate, però, quelle che hanno un importo compreso tra 21 e 50 euro, segno questo che la gente è disposta a donare cifre più impegnative. Considerando gli stessi riferimenti temporali, si passa dal 24% al 34% e si evidenzia quindi un incremento del 10%. Diminuiscono, ma non di molto, le donazioni con importo compreso tra 51 e 100 euro (-3%) e quelle con importo compreso tra 101 e 200 euro (-4%). Infine, i donatori più generosi, quelli che mettono a disposizione cifre superiori a 200 euro, fino a toccare i 500, sono aumentati del 4%, passando dal 2% al 6%.
Se guardiamo ai dati disaggregati per macroarea, notiamo qualche differenza. Al Centro si registra un maggior numero di donatori disposti a offrire cifre comprese tra 21 e 50 euro (42%) e tra 51 e 100 euro (26%). Al Sud e nelle Isole tali valori si abbassano rispettivamente al 36% e al 13%. In compenso, proprio dalle nostre parti c’è un maggior numero di soggetti disposti a donare dai 201 euro ai 500 euro (si parla di un buon 10%, contro l’1% delle regioni centrali e il 7% di quelle settentrionali); ma anche nel caso di soggetti che offrono oltre 500 euro, sebbene le percentuali non siano altissime, il Sud e le Isole (6%) superano le altre macroaree (1%). Bassissima è invece la percentuale di quelli che donano dai 101 ai 200 euro (3% al Sud e nelle Isole, contro l’1% del Centro e il 10% del Nord). Cifre pressoché omogenee, invece, si hanno se si considerano le donazioni fino a 20 euro: 36% al Nord, 29% al Centro, 32% al Sud e nelle Isole.
Il segreto dei consensi sempre più ampi verso il no profit sta nella capacità delle associazioni di creare un rapporto di fiducia con il donatore, attraverso strategie che si basano sulla comunicazione e sull’aggiornamento continuo delle iniziative e dei risultati raggiunti dall’associazione stessa. È cresciuto infatti il numero di donatori che ritengono adeguata la rendicontazione fornita delle onlus, parliamo di un valore che è passato dal 26% del febbraio 2013 al 42% del gennaio 2014. Nel Sud e nelle Isole, tale percentuale si attesta al 31%, contro un 19% di soggetti che non ritiene fondamentale la rendicontazione. La fiducia, d’altra parte, si conquista soprattutto con la trasparenza.
 


I settori più finanziati. Nel Meridione la gran parte dei fondi alla ricerca (38%)
I settori verso cui si rivolgono i donatori sono, con qualche piccola variazione, sempre gli stessi. Sono più cospicui gli aiuti per l’infanzia e le adozioni a distanza (37% delle erogazioni), che superano le donazioni in favore della ricerca scientifica (32%), delle cause umanitarie (34%) e del settore sanitario assistenziale (33%). Nelle regioni del Nord c’è una maggiore sensibilità verso l’infanzia e le adozioni a distanza, si registra infatti il 47% delle donazioni in quest’ambito. Una cifra che al Centro si abbassa al 12% e al Sud e nelle Isole al 37%. Nel Mezzogiorno, invece, si è più sensibili alla ricerca scientifica: il 38% dei donatori, infatti, destina il suo aiuto in tale settore. Nella macroarea di nostro interesse, le donazioni fatte all’infanzia costituiscono il 37%, quelle fatte per cause umanitarie o per venire in aiuto ai Paesi poveri sono il 36%, e quelle fatte in favore delle onlus sanitarie e assistenziali raggiungono il 35%. Al Sud e nelle Isole solo l’1% di donatori sceglie di aiutare le associazioni che si occupano di anziani, una cifra che al Nord sale al 6%, mentre nelle regioni centrali, sorprendentemente, sale al 25%. Il Mezzogiorno è infine la macroarea più attenta alle tematiche ambientali: si parla di un buon 10% di soggetti che donano ad associazioni ambientaliste, contro l’1% del Nord e del Centro.

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