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Palermo – Cimitero, guasti e lunghe attese. Anche i defunti non hanno pace

Gaspare Ingargiola

Palermo – Cimitero, guasti e lunghe attese. Anche i defunti non hanno pace

mercoledì 05 Febbraio 2014

L’impianto di cremazione va avanti a singhiozzo. Ne servirebbe uno nuovo, da realizzare anche con i privati. Problemi non soltanto ai Rotoli: tutto il sistema necessita una riorganizzazione

PALERMO – Un costone roccioso pericolante che attende da sette anni un intervento, bare che si accumulano nel deposito, un forno crematorio che si guasta due o tre volte al mese, presunti favoritismi nell’ordine delle cremazioni: seppellire un proprio caro al cimitero di Santa Maria dei Rotoli di Palermo non è cosa facile. Ma è tutto il sistema cimiteriale del capoluogo a essere ormai saturo, tanto che servirebbero almeno altri 4.500 posti a terra: a conti fatti, un nuovo camposanto, di cui infatti si discute da anni in Consiglio comunale senza mai venirne a capo.
Ai Rotoli, a Santa Maria di Gesù e ai Cappuccini lo spazio è praticamente finito e soltanto nell’impianto privato di Sant’Orsola si può, in tutti i sensi, trovare pace per i propri estinti. Ovviamente pagando tariffe adeguate.
Tra quelle comunali, la struttura di Vergine Maria sembra quella più in sofferenza. Un tempo noto per aver accolto le spoglie degli architetti Basile e dei nobili Whitaker, oggi il cimitero dei Rotoli patisce la carenza di posti, tant’è che il dirigente ai Servizi cimiteriali, nonché capo di gabinetto di Palazzo delle Aquile, Gabriele Marchese, s’è dovuto inventare un metodo per differire le inumazioni: tramite una notifica ai proprietari (con tutti i tempi burocratici del caso, visto che in genere servono un paio di settimane) il dirigente utilizza una parte dei loculi privati per ospitare per un anno o due le salme che non trovano spazio. Un provvedimento contro il quale diversi cittadini hanno fatto ricorso, perdendolo, perché comunque i lotti di terreno sono dati in concessione e restano di proprietà comunale.
“Grazie a questo metodo – ha spiegato Marchese – la giacenza media in deposito è dalle 70 alle 100 bare. In caso contrario sarebbero molte di più. Ogni bara ha un tempo di giacenza di una decina di giorni”. Attualmente in deposito c’è un centinaio di bare che hanno già una destinazione e attendono di essere collocate, anche se c’è un parziale ritardo nei lavori dovuto al maltempo che rende difficoltose le operazioni con l’escavatrice. “Oltre a questo centinaio – aggiunge il capo gabinetto – purtroppo c’è qualche altra bara in attesa in un altro deposito di transito”.
A peggiorare le cose concorrono i tempi biblici del cantiere che dovrebbe mettere in sicurezza il costone roccioso di Monte Pellegrino, che sormonta una parte del cimitero e dal quale nel novembre del 2007 (sei anni e due mesi fa) si staccarono alcuni massi che franarono su un’area dei Rotoli grande quanto un campo di calcio, rendendola inagibile e inibendo l’utilizzo di circa 800 posti, praticamente un sesto dei 4.800 disponibili nell’intero cimitero. I lavori sono passati attraverso ricorsi al Tar e un’inchiesta giudiziaria “ma finalmente – ha fatto sapere Marchese – c’è stato l’insediamento formale del cantiere e ora dovrebbe passare un altro mese e mezzo per l’avvio. Sempre che la burocrazia per una volta rispetti i tempi”. Il costo dell’intervento ammonta a oltre sei milioni di euro per almeno due anni e mezzo di lavori.
In queste condizioni un impianto di cremazione in piena efficienza (quello dei Rotoli è l’unico della Sicilia occidentale) darebbe certamente una mano, ma anche in questo caso c’è poco da stare allegri. “Il forno – racconta il capo di gabinetto – si rompe due o tre volte al mese: una volta non funziona il sistema di raffreddamento dalla camera di combustione e bisogna spegnerlo per due giorni, un’altra volta si guasta la guarnizione. È un impianto di vecchia generazione, ne servirebbe uno nuovo con tre camere di combustione, anche perché le richieste di cremazione stanno crescendo. Per quanto mi riguarda ho avviato l’iter per un nuovo forno richiedendone la progettazione all’ufficio Opere pubbliche. E sto cercando di far trasformare l’attuale forno da gasolio a metano per contenere i costi”.

Cremazioni: si aspetta fino a due mesi

PALERMO – E così anche le cremazioni inciampano sui ritardi della burocrazia: ai Rotoli si fanno due cremazioni al giorni con 60 giorni di attesa a bara. Una situazione che l’anno scorso costrinse Marchese a imporre l’aggiunta di zinco all’esterno delle bare con un aggravio dei costi per gli utenti. Quest’anno la retromarcia: le agenzie funebri potranno usare prodotti biodegradanti che costano poche decine di euro e che sono in grado di assorbire o trattenere i liquidi e di contenere gli odori.
Ma a quanto ammonta il servizio di cremazione? Il prezzo non è dei più convenienti: 461,43 euro, due anni fa era 380. A Roma, per intendersi, costa 353 euro, a Milano 270,65. Ma non finisce qui. Prestando l’orecchio a certe voci che circolavano a fine anno il dirigente ha avviato un’indagine appurando “alcune irregolarità nell’ordine delle cremazioni. È stato avviato un procedimento disciplinare nei confronti di un dipendente per presunte ‘accelerazioni’ in graduatoria. Ma non posso dire di più, ci sono accertamenti in corso. È chiaro che sei i comportamenti rilevati fossero sufficientemente gravi potrebbe anche scattare il licenziamento”.
Per affrontare l’emergenza da anni si discute di un nuovo impianto cimiteriale da 28 mila posti da realizzare a Ciaculli tramite il project financing. Qualche mese fa il Consiglio comunale ha inserito il nuovo camposanto nel Piano triennale delle opere pubbliche ma c’è un problema: l’opera, per certi versi faraonica (il costo si aggira sui 44 milioni di euro), dovrebbe sorgere in un’area nel pieno della Conca d’Oro che le linee guida del nuovo Piano regolatore vorrebbero invece vincolare a verde, in palese contraddizione con il piano vigente. E così, in attesa della redazione definitiva del Prg, per la quale ci vorrà almeno un altro anno, il progetto si è arenato.

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