Prestiti, come riconoscere se i tassi d’interesse sono da usura? - QdS

Prestiti, come riconoscere se i tassi d’interesse sono da usura?

Jessica Marzella

Prestiti, come riconoscere se i tassi d’interesse sono da usura?

martedì 04 Febbraio 2014

Chiedere un aiuto è spesso l’unica opportunità per molte famiglie per far quadrare i conti. Attenzione però a riconoscere i tassi d’interesse da usura

In questo momento di crisi economica e instabilità occupazionale molto spesso chiedere un finanziamento è l’unico modo per far fronte a spese improvvise ma necessarie, come quelle mediche o per l’acquisto di un nuovo elettrodomestico. Per questo molti consumatori hanno ormai imparato come trovare il prestito meno caro per ottenere liquidità.
In particolare, molti consumatori si affidano ai portali di comparazione online per mettere i prodotti di IBL Banca a confronto con quelli di Compass, Agos e così via, basandosi sul TAEG e sulle proprie esigenze per trovare il prestito più vantaggioso.
 
Tuttavia spesso, nonostante si seguano tutte le accortezze necessarie nella scelta del prestito, capita di sottoscrivere un prestito con tassi d’interesse più alti della media, che fanno sorgere un dubbio: la percentuale di interesse sarà legale? Oppure stiamo pagando troppo? Vediamo come rispondere a queste domande.
 
Bisogna infatti verificare quanto il tasso d’interesse applicato al proprio finanziamento si discosti dalle medie del mercato e se questo distacco sia o meno eccessivo. Proprio di questa questione si è recentemente occupato Plus24, settimanale di IlSole24Ore, concentrandosi non sull’usura criminale, fenomeno tristemente diffuso ma anche facilmente riconoscibile, ma sui tassi d’interesse applicati da banche e finanziarie: questi tassi possono quindi diventare illegali, senza alcun intento criminale.
 
In questo senso si verificano due ipotesi: nel primo caso il tasso d’interesse è legale al momento della sottoscrizione del finanziamento, ma diventa illegale successivamente. Nel secondo caso, invece, il tasso è illegale fin dall’inizio, ma apparentemente sembra in regola. Sono due casi più diffusi di quanto si creda: il primo si definisce di usura sopravvenuta, nel secondo di usura preventiva.
 
“L’usura preventiva, detta anche originaria, si verifica se alla data di stipula del finanziamento il Taeg (tasso annuo effettivo globale) supera il tasso soglia”, spiega Giuseppe Romano di Consultique a Plus 24.
 
Per tasso soglia (Tsu) si intende il tasso medio dei prestiti maggiorato di una percentuale massima stabilita dalla legge.
“Inoltre siamo in presenza di usura preventiva anche quando il tasso di mora è maggiore del Tsu – continua Romano – In effetti si intendono usurari gli interessi che superano il limite stabilito dalla legge nel momento in cui essi sono promessi o comunque convenuti, a qualunque titolo, quindi anche a titolo di interessi moratori. Se sono convenuti interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti”.
 
Veniamo ora al caso di usura sopravvenuta. Spiega sempre Romano: “l’usura sopravvenuta, invece, si verifica quando i tassi pattuiti diventano superiori ai tassi soglia in un momento successivo alla stipula per effetto dell’abbassamento di questi ultimi per mutate condizioni di mercato”.
Un esempio molto chiaro potrebbe essere quello di un mutuatario che ha sottoscritto un mutuo a tasso fisso: con questa tipologia di mutuo il tasso d’interesse, e quindi la rata da pagare, non dovrebbe cambiare per tutta la durata dell’ammortamento. Se però i tassi d’interesse sul mercato crollano all’improvviso, allora il tasso pagato dal nostro mutuatario diventa troppo alto e si parla di usura sopravvenuta.
 
In questi casi il tasso d’interesse dovrebbe essere abbassato in base al nuovo limite del tasso soglia. “Tali principi si devono applicare anche a tutti i rapporti sorti prima della entrata in vigore della legge sull’usura (legge 108/1996) sia in relazione ai contratti stipulati tra le parti sia in relazione ad eventuali titoli giudiziali conseguiti” conclude Romano.
 

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