Rifiuti, Sicilia in emergenza più o meno da 13 anni - QdS

Rifiuti, Sicilia in emergenza più o meno da 13 anni

Rosario Battiato

Rifiuti, Sicilia in emergenza più o meno da 13 anni

giovedì 06 Febbraio 2014

Nel decreto Milleproroghe ulteriore proroga fino a giugno per la struttura commissariale regionale. Gestione dal 1999 e salvo brevi parentesi, specchio del fallimento del sistema

PALERMO – Una settimana fa l’aula del Senato ha prorogato l’emergenza rifiuti in Sicilia nel decreto Milleproroghe, il testo che adesso è al vaglio della Camera in attesa dell’approvazione definitiva e della conversione in legge. Sarebbero in arrivo, quindi, altri quattro mesi, la proroga è stata fissata al 31 giugno, di gestione commissariale, un provvedimento straordinario che in Sicilia è diventato "ordinario" dal 1999.
Sul documento approvato dal Senato si prevede un ulteriore pezzo di gestione commissariale per utilizzare le somme non ancora stanziate della dotazione finanziaria assegnata per legge. Niente risorse aggiuntive, ma un provvedimento che in qualche misura è figlio dell’ordinanza n.3887 del 9 luglio del 2010 che stabiliva la nomina del commissario delegato nella figura del presidente della Regione siciliana per il superamento dell’emergenza nel settore dei rifiuti in Sicilia.
Si prevedeva, tra le altre cose, che entro 60 giorni dalla data di pubblicazione dell’ordinanza ”gli adeguamenti al Piano regionale di gestione dei rifiuti, anche per incrementare i livelli di raccolta differenziata e individuare soluzioni per i rifiuti accumulati nei siti di stoccaggio provvisorio”. Le cose non andarono proprio come previsto e un piano rifiuti approvato dal ministero si dovettero aspettare ancora due anni. Dopo un lunghissimo contendere politico tra Regione e ministero dell’Ambiente, cioè tra Raffaele Lombardo e Stefania Prestigiacomo, il piano venne approvato con decreto del Mattm l’11 luglio del 2012, anche se l’avviso di pubblicazione relativo alla valutazione ambientale strategica è giunto più di un anno dopo, esattamente il 30 dicembre del 2013, sotto la giunta Crocetta.
L’emendamento, presentato in aula da Giuseppe Marinello, presidente della commissione Ambiente, darebbe modo alla struttura commissariale, diretta dal commissario per l’emergenza dei rifiuti Marco Lupo, di spendere le somme non ancora impiegate, senza stanziare risorse aggiuntive. La tabella di marcia del dipartimento prevede il completamento dell’aggiudicazione tramite gare europee dei nuovi impianti di trattamento dei rifiuti già previsti in precedenza e programmati in base al budget assegnato lo scorso anno. Complessivamente, secondo dati del dipartimento, su un totale di quasi duecento milioni di euro ne sono stati impegnati 110, quindi ne resterebbero da impegnare ancora 80 da qui ai prossimi quattro mesi in nuovi impianti di gestione integrata del rifiuto.
L’impegno, forse il più intenso di sempre, c’è stato. L’assessorato guidato da Nicolò Marino e il dipartimento di Marco Lupo in otto mesi di gestione commissariale ha messo in sicurezza la discarica di Bellolampo, che era stata anche sequestrata dalla Procura, e avviato processi per accrescere il livello di raccolta differenziata. Altri interventi importanti sono stati eseguiti sempre nella discarica palermitana, dalla costruzione parziale della sesta vasca all’aggiudicazione della realizzazione dell’impianto di trattamento del percolato, e l’avvio di gare per tre nuove discariche.
Si tratta, in dettaglio, dei bandi di gara europei per tre nuove piattaforme integrate di smaltimento di rifiuti, da realizzare nei territori di Enna, Messina e Gela (Caltanissetta). A Gela sono previsti l’ampliamento della discarica e la creazione di un impianto di bio stabilizzazione della frazione umida, in modo da renderla conforme alle direttive europee. A Enna e Messina ci saranno discariche simili e nel capoluogo peloritano sarà localizzato anche un impianto di smaltimento del percolato. La spesa preventivata è di circa 30 milioni per Gela, e circa 20 ciascuna per Messina e per Enna.
Non si può certo dire che la storia delle gestioni commissariali siciliane sia favorevole. La Regione ne "gode", quasi ininterrottamente dal 1999, eppure continua a smaltire in discarica circa 2,4 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno. A questo problema si associa la giungla delle tariffe di conferimento che variano da un minimo di 60 fino a un massimo di 138 euro a tonnellata sulla base dell’impianto. I dati Ispra del 2011 dicono che in Sicilia il 41% dei rifiuti smaltiti non viene sottoposto ad alcuna forma di pretrattamento e complessivamente nelle discariche finisce il 91% dei rifiuti urbani, un dato che è lo stesso del 2009. Nella prima fase del periodo emergenziale, 1999-2005, la Corte dei Conti ha calcolato come il costo della spesa per gli interventi nelle discariche risulta “ampiamente superiore ad un terzo delle spese totali”, cioè pari a 60 milioni di euro.

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