La Regione ha rovinato Sicilia e siciliani - QdS

La Regione ha rovinato Sicilia e siciliani

Carlo Alberto Tregua

La Regione ha rovinato Sicilia e siciliani

sabato 15 Febbraio 2014

La Classe dirigente deve intervenire

L’Assemblea regionale ha approvato la legge di stabilità n. 5 del 28 gennaio 2014 e contestualmente il bilancio 2014 con legge n. 6/14. Mentre la prima è approdata sulla Gurs n. 5 del 31 gennaio, supplemento ordinario numero uno, appena tre giorni dopo, la seconda ha avuto una gestazione molto più lunga perché, pur essendo nella stessa Gurs del 31 gennaio, supplemento numero due, è stata pubblicata on line ben dodici giorni dopo e cioè mercoledi 12 febbraio.
Questo il fatto. Da fonti dell’assessorato che non vogliono essere citate, ci è stato comunicato che il bilancio era in fase di redazione. Anche uno studente al primo anno di Giurisprudenza sa che i documenti approvati da una qualunque assemblea e riportati in apposito verbale, che deve essere redatto contestualmente, non possono essere variati neanche di una virgola.
Sorprende, perciò, quanto le citate fonti ci hanno comunicato perché se fosse vero che il bilancio sia stato modificato dopo la sua approvazione del 28 gennaio, si configurerebbero alcuni reati, fra cui quello di falso ideologico.
Probabilmente la Procura della Repubblica di Palermo, anche sulla base di questa segnalazione, potrebbe indagare. Ed anche la Corte dei Conti avrebbe motivo per chiedere spiegazione dell’incomprensibile ritardo fra la data di approvazione del bilancio (28 gennaio) quella della Gurs del 31 gennaio e, infine, la magica apparizione sul sito il 12 febbraio.

Che hanno fatto gli azzeccagarbugli regionali in questi dodici giorni? Hanno apportato variazioni rispetto al documento approvato? Se così fosse accaduto, sarebbe gravissimo.
Attendiamo i risultati delle inchieste di chi ha il compito di vigilare sul corretto funzionamento della Pubblica amministrazione.
Veniamo al bilancio 2014. Notiamo subito che le entrate ammontano a 14,9 miliardi, mentre le uscite correnti a 14,2 miliardi. Vi sarebbe così un avanzo di 700 milioni. Poi sono elencati 7,4 miliardi di spese in conto capitale, cioè quelle per investimenti che producono ricchezza e occupazione. Che sarebbero coperte da un avanzo finanziario di 7,4 miliardi. Ma siccome l’avanzo finanziario è formato quasi tutto da crediti inesigibili, se ne deduce che le spese in conto capitale non potranno essere effettuate per mancanza delle relative entrate.

 
Quanto precede ci porta a concludere che il Pil della Sicilia diminuirà e la disoccupazione aumenterà, perché senza investimenti essa non può crescere:  una vera iattura.
Nel bilancio in esame, colpisce l’aumento della spesa corrente della sanità passata da 8,4 a 8,5 miliardi, cioè circa cento milioni in più. Abbiamo più volte indicato un indispensabile taglio della spesa improduttiva e clientelare mediante la diminuzione della spesa per farmaci, in modo da ricondurla alla media nazionale, circa 400 milioni e il taglio di inefficienze e spese clientelari nelle 17 aziende sanitarie ed ospedaliere, dove succede di tutto e di più, dove i bravi vengono emarginati e i corrotti vengono supportati, con un taglio di ancora 500 milioni. Una sanità efficiente, che tendesse a migliorare i servizi e tagliasse gli apparati, potrebbe tranquillamente essere finanziata con non oltre 7,6 miliardi.
Altro punto gravissimo di questo bilancio è la spesa prevista in conto capitale di 7,1 miliardi che, come si scriveva prima, non può essere effettuata per mancanza di entrate. Cosa c’è in questa spesa? Anche il cofinanziamento dei fondi europei e il finanziamento delle opere pubbliche di vario genere, i cui cantieri in questo modo rimangono bloccati.

Ma nonostante ciò, il presidente della Regione (parliamo della funzione non della persona) continua a fare melina chiedendo al governo centrale non finanziamenti per le attività produttive, per i piani regionali (agricolo, zootecnico e turistico), per gli impianti di produzione di energia con Rsu e via enumerando, bensì per soddisfare ancora i sessantamila clientes, in modo da continuare a pagarli  senza che lavorino o senza che il loro lavoro sia produttivo di risultati. Un comportamento non compatibile col Risorgimento della Sicilia.
Il presidente della Regione così facendo sta continuando a rovinare Sicilia e siciliani, pur avendo denunziato alla Procura le porcherie che si sono fatte in questi ultimi decenni nella sanità, nella formazione ed in altri settori.
La classe dirigente siciliana, unita, deve intervenire per cambiare questo insostenibile stato di cose.

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