L’Ast in crisi nera e i siciliani in auto - QdS

L’Ast in crisi nera e i siciliani in auto

Rosario Battiato

L’Ast in crisi nera e i siciliani in auto

martedì 18 Febbraio 2014

Lo stato in cui versa la partecipata della Regione è anche il segno profondo di una scelta dei tanti che non amano il trasporto pubblico. Rapporto Noi Italia Istat: l’Isola agli ultimi posti per bus e tra i primi per diffusione delle quattroruote

PALERMO – Lo stato dei trasporti e delle infrastrutture rappresenta al meglio la qualità della vita quotidiana nelle città europee. Non si tratta soltanto di indicatori dello sviluppo economico, ma anche delle ripercussioni generate sull’ambiente e sulla salubrità della popolazione. In Sicilia, ad esempio, il fallimento del sistema è certificato dalla recente e perenne crisi dell’Azienda siciliana trasporti e dal mancato sviluppo di un adeguato sistema di trasporto pubblico.
Ieri ennesima protesta dei lavoratori dell’Azienda siciliana trasporti nella sede della direzione generale dell’Azienda in via Caduti sul lavoro, a Palermo. Mancano gli stipendi, hanno dichiarato Amedeo Benigno Segretario Fit Cisl Sicilia e Francesco Crecco Rsa Fit Cisl, che si dicono pronti a denunciare l’azienda “perché i lavoratori sono ormai esasperati, le banche infatti non concedono più finanziamenti fondamentali per la loro sopravvivenza a causa della scopertura dei conti causata dal mancato pagamento delle retribuzioni”. A rischio, come sempre capita in queste vicende, c’è proprio il servizio che potrebbe saltare “a causa dei crediti dell’azienda vantati nei confronti della Regione, e dunque delle difficoltà finanziarie dell’Ast, la fornitura di gasolio per i mezzi potrebbe presto terminare”.
La richiesta dei sindacati è precisa: approvazione del budget dell’azienda per il 2013, “atto che svincolerebbe subito i 7 milioni e 200 mila euro per il pagamento degli stipendi ai lavoratori, la fornitura di gasolio, le assicurazioni a rischio, i fornitori e le officine”.
La crisi è soprattutto di mercato per una partecipata da sempre abituata a sopravvivere con i contributi regionali e non soltanto per compensare le rotte non economicamente convenienti. I siciliani, infatti, preferisco il mezzo privato. Gli ultimi dati, aggiornati al 2012, sono stati diffusi dall’Istat la scorsa settimana nel rapporto Noi Italia, 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo.
 
La Sicilia ha un tasso di autovetture per regione (ogni mille abitanti) pari a 628,5, decisamente superiore alla media nazionale che invece si ferma a 621,2. Il dato preoccupante è scritto nella curva ascendente del risultato isolano: se nel resto del Paese e d’Europa il mezzo privato sta riducendo la sua presenza per l’implementazione di nuovi sistemi alternativi e meno inquinanti di trasporto pubblico o tramite nuovi strumenti di condivisione dell’automobile tipo il car-sharing, in Sicilia il dato è in continua ascesa da diversi anni e ha dovuto subire soltanto una contrazione minima tra il 2011 e il 2012, mentre in altre regioni il calo è stata più evidente.
 
Da un altro dossier Istat risulta che, a livello cittadino, Catania è la terza città d’Italia per tasso di motorizzazione, e guadagna un’ulteriore posizione, battuta soltanto da Napoli, nella classifica per vetture euro 0 in circolazione, pari al 28,8% sul totale.
A fare da contraltare a questo dato è la media di autobus circolanti per Regione. In Sicilia il risultato (1,5 per mille abitanti) è praticamente invariato dal 2002 ed è inferiore alla media nazionale che invece arriva a quota 1,7. Anche nel mezzogiorno l’Isola è costretta a prendersi la palma della peggiore in campo, battuta da Sardegna, Calabria, Basilicata, Puglia e Campania. Altrove anche con i dati coincidenti, in Piemonte siamo all’1,4 per mille abitanti, bisogna considerare che le alternative di trasporto pubblico sono comunque assai variegate e pertanto il dato andrebbe rimodulato considerando l’intero comparto dell’offerta.

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