Il merito debella la raccomandazione - QdS

Il merito debella la raccomandazione

Carlo Alberto Tregua

Il merito debella la raccomandazione

mercoledì 19 Febbraio 2014
Duemilaquattrocento anni fa, la Grecia era il faro della civiltà. oggi è la ruota di scorta dell’Europa. Allora, la sapienza e la cultura di quella Classe dirigente illuminavano il mondo. Oggi la pochezza, l’ignoranza e la disonestà di una classe politica e burocratica hanno rovinato quel popolo.
è proprio sull’alternanza sapienza/ignoranza che si forma lo sviluppo o l’inviluppo di un popolo. Ovviamente, è l’Etica che distingue l’azione fra il bene e il male.
Nel nostro Paese, in questi ultimi decenni, chi aveva responsabilità istituzionale, a livello centrale e locale, è venuto meno al proprio compito e al proprio dovere, diffondendo sempre più la malsana raccomandazione, nonché i perversi meccanismi di favoritismo e clientelismo che hanno come substrato la corruzione.
Ecco perché gli italiani sono andati fortemente indietro in questa fase negativa di recessione, molto di più di tanti altri popoli che l’hanno frenata e, in qualche caso, non l’abbiano subita, come per esempio Polonia e Germania.

È inutile girarci attorno. Se non si ripristina il principio secondo il quale nessuna azione può essere svolta senza il letto dell’Etica, la gravissima malattia che colpisce soprattutto il mezzogiorno e la Sicilia si aggraverà.
L’Etica impone che in tutte le attività, pubbliche e private, il metro che le misuri sia solo ed esclusivamente il Merito, da cui discende la Responsabilità, secondo la quale ogni cittadino deve fare il massimo per la collettività e, solo in subordine, per sé stesso. In altre parole, lo ripetiamo da decenni, in qualunque circostanza e in qualunque decisione deve prevalere l’interesse generale su quello di parte.
Così non è stato, tanto che sono più forti che mai le corporazioni di ogni genere, alcune delle quali formano una sorta di supercorporazione denominata poteri forti.
La Classe dirigente è venuta meno al proprio compito di guida del popolo tradendo anche il Contratto sociale proposto in quell’epoca da Jean Jaques Rousseau (1712/1778), (secondo il quale il popolo seguiva le direttive della Classe dirigente che aveva la responsabilità di gestirlo con equità).

 
Nel mondo del lavoro l’unico metro che può dare qualità è quello del merito. Proprio il merito debella la raccomandazione. Per individuarlo è necessario che in ogni atto, compiuto nel pubblico e nel privato, vi sia completa trasparenza. La trasparenza c’è se tutti gli atti, di qualunque ente pubblico e di qualunque livello, sono puntualmente e tempestivamente pubblicati sui siti web, senza alcuna eccezione. è proprio l’opacità che nasconde la raccomandazione e con essa la corruzione.
Sappiamo di scrivere cose non gradite a una parte del ceto politico e burocratico, ma riceviamo apprezzamento dall’altra parte del ceto politico e burocratico, onesto e corretto, che si considera al servizio dei cittadini e che opera al servizio dei cittadini.
Il merito non è un elemento di valutazione astratto. Infatti, ad esso, devono essere subordinati i compensi di qualunque tipo e di qualunque entità. Non è più possibile che vi siano cittadini incaricati di servizi pubblici che percepiscano compensi astronomici (o anche modesti) senza alcun riferimento ai risultati conseguiti.

Ed è proprio nel ripristinare i valori di Merito e Responsabilità che la classe politica corretta e onesta deve dare un segnale forte. L’avvento di una nuova classe politica, può muoversi in questa direzione. Attendiamo i primi atti e le prime decisioni concrete per valutarne l’azione.
Il merito è il metro di qualunque attività, anche quella di solidarietà, perché senza dedizione, ma anche senza organizzazione ed efficienza, nessuna struttura che assiste i deboli può funzionare.
Come sempre, ogni cittadino deve decidere se stare di qua o di là. Solo i mangioni e i corrotti preferiscono stare nella melma, nascosti, per potere inferire coltellate ai cittadini e tenerli prigionieri di un sottosviluppo che li mantiene schiavi rispetto ai parassiti che succhiano loro il sangue.
Ma la gente ha capito, ha aperto gli occhi e non sarà facile, per costoro, continuare nel loro deprecabile percorso.

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