L'ex presidente della Regione siciliana è stato condannato dal Gup di Catania per concorso esterno all'associazione mafiosa. Assolto per il reato di voto di scambio. Rinviato a giudizio il fratello Angelo.
Il procuratore Giovanni Salvi: "Fatto storico"
Il Gup di Catania ha condannato a sei anni e otto mesi di reclusione l’ex presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, per concorso esterno all’associazione mafiosa. Lo ha assolto dal reato di voto di scambio. La sentenza è stata letta dal Gup Marina Rizza, che ha disposto anche un anno di libertà vigilata all’ex governatore, a conclusione del processo col rito abbreviato.
Rinviato a giudizio anche Angelo Lombardo, ex deputato nazionale del Movimento per l’autonomia, per concorso esterno all’associazione mafiosa e voto di scambio: la prima udienza del processo si terrà il prossimo 4 giugno.
L’inchiesta sui fratelli Lombardo è nata da uno stralcio dell’indagine Iblis dei carabinieri del Ros di Catania su presunti rapporti tra Cosa nostra, politica e imprenditori. Per Raffaele, la Procura di Catania, in sede di requisitoria, aveva chiesto la condanna a 10 anni reclusione "ritenendo che ci siano elementi solidi per affermare la sua responsabilità nell’avere contribuito all’organizzazione Cosa nostra per circa 10 anni, fino al 2009".
L’ex presidente comunque non molla: "Me l’aspettavo, è l’epilogo naturale del primo grado di giudizio, ma non finisce qui: seguiremo tutte le strade legali per dimostrare la mia innocenza". Poco prima del verdetto finale Lombardo si era detto sereno: "Sono momenti importanti e delicati: sentiremo la sentenza, che accoglieremo con assoluto rispetto".