Rosaria Barresi: "Fondi Ue per agricoltura la spesa è al 66%" - QdS

Rosaria Barresi: “Fondi Ue per agricoltura la spesa è al 66%”

Francesco Sanfilippo

Rosaria Barresi: “Fondi Ue per agricoltura la spesa è al 66%”

domenica 23 Febbraio 2014

Forum con Rosaria Barresi, dirigente generale del dipartimento regionale dell’Agricoltura

Come sta procedendo la ristrutturazione del dipartimento Agricoltura?
“L’obiettivo della legge 9/2013 è di creare tre aree, quella della Pesca che è a se stante, quella dell’Agricoltura e quella dello Sviluppo aree rurali e territoriali. Vi è, però, una distinzione che prevede che l’area Agricoltura sia rivolta sia al mondo agricolo sia a soggetti diversi dall’agricoltura che possono essere beneficiari d’interventi del Psr come le azioni per lo sviluppo delle bioenergie. Allo sviluppo rurale, invece, andrà il mondo degli enti vigilati come l’Esa e i consorzi di bonifica oltre ai forestali, all’Azienda Foreste e alle Infrastrutture”.
Quali sono gli obiettivi del Piano di sviluppo rurale raggiunti nel 2013 e quali quelli ancora da raggiungere?
“È stato raggiunto il 64% della spesa pubblica e il 66% di spesa comunitaria. Il Dipartimento ha speso 1 miliardo e 271 milioni di Feasr, Fondo europeo agricolo per lo Sviluppo rurale, e ne restano 841 milioni. Inoltre, a gennaio di quest’anno, è stato erogato un milione e 600 mila euro di spesa pubblica e 906 milioni di Feasr, perciò gli obiettivi finanziari sono stati conseguiti. Sono stati chiusi 1.124 progetti della misura 121, 346 progetti completati per il settore agrituristico ed esiste tutta la massa degli aiuti alle superfici, dove sono stati raggiunti e superati abbondantemente gli obiettivi inizialmente posti. L’agroalimentare ha continuato ad avanzare ed è andato avanti l’aiuto denominato Natura 2000, per far sì che si compensino gli obblighi aggiuntivi alle imprese al fine di rispettare quelle che operano nelle zone Sic e Zps. A questo proposito, la Sicilia è la prima regione ad aver premiato le imprese che hanno rispettato gli obblighi. Nel 2014 l’importo è stato riprogrammato ed è stato portato a 13 milioni mentre si dovranno erodere i fondi previsti per il 2014, cosa che è permesso dalla fase transitoria”.
L’utilizzo dei fondi 2014/2020 avverrà già da quest’anno?
“Il regolamento di transizione esistente nel settore agricolo prevede di poter usare risorse della successiva programmazione se sono state esaurite tutte le risorse della precedente misura. In questo modo si assicura la continuità dei finanziamenti”.
Quali settori interesseranno i prossimi bandi del Psr?
“Il Dipartimento ci sta lavorando, è già prevista una dotazione superiore di risorse rispetto al passato, si avranno 27 milioni in più. Con così tanti finanziamenti, si potrà pensare a tutti i settori, ma tutto ciò che è legato all’agro-ambiente e alla permanenza delle imprese nelle aree svantaggiate sarà finanziato. Tuttavia, l’ottica sarà diversa per le altre misure, perché si manderanno avanti le attività sulla base di accordi di filiera. In quest’ultimo caso, l’amministrazione si accerterà che i prodotti siano buoni e promuoverà interventi di ammodernamento ove sarà necessario, ma vigerà l’obbligo per le parti di onorare la filiera”.
Il mondo degli agricoltori è pronto per cambiare mentalità?
“Credo che gli agricoltori siano pronti, perché la crisi è tale che sono costretti a cambiare sistema oppure chiudono con le attività. Se gli agricoltori non organizzano bene la loro produzione, programmandola e adeguandosi alle politiche commerciali, non otterranno risultati”.
Che cosa state organizzando per il settore giovanile?
“Le misure per i giovani sono specifiche. Quest’esperienza è iniziata col Pop 1994/1999 con il premio irrisorio di 25 milioni di lire, poi 12.500 euro. In seguito, nel Psr 2007/2013 il premio è aumentato fino a 40 mila euro con un premio legato ad un pacchetto giovani che prevedevano la strutturazione delle imprese. Così, il Dipartimento ha insediato più di 1.600 giovani nelle aree agricole e oggi le richieste sono tali che richiederebbero un programma a parte. I dati statistici indicano che esiste una fascia di persone anziane over 65 che ancora lavorano, ma a fatica non avendo per questioni anagrafiche una moderna mentalità imprenditoriale. Penso sia d’obbligo, per l’amministrazione, se vogliamo produrre sviluppo, favorire l’uscita degli anziani per sostenere l’ingresso dei giovani in agricoltura”.
 
Si può creare un marchio come il Born in Sicily per valorizzarne il prodotto?
“Il marchio è già in esecuzione dopo molti sforzi e si definisce Qualità Sicura Sicilia, Qss, che è stato istituito dopo un lungo iter amministrativo. Questo marchio certifica la qualità del prodotto e completa il marchio Born in Sicily che, invece, accerta la sua provenienza siciliana”.
Come si può ottenere il marchio Qualità Sicura Sicilia?
“Per avere il marchio, occorre che ci sia una manifestazione d’interesse da parte dell’amministrazione. Poi, una volta scelto il modello, quest’ultimo è inviato ad Alicante in Spagna, dove ha sede un ufficio della Commissione europea che approva questi modelli o che richiede delle modifiche. Dopo aver superato questa fase, il marchio resta due mesi in consultazione e, se nessuno muove obiezioni, la Commissione lo accetta definitivamente. Poi, il marchio è inserito nel disciplinare della carta dell’uso ed è mandato a Roma e a Bruxelles per l’approvazione finale”.
Quali sono i criteri per cui un prodotto può ottenere questo marchio?
“Questo marchio è ottenuto automaticamente se il prodotto è bio, Dop, Doc, Igp siciliani senza altri esami o se è assicurato un sistema di tracciabilità al prodotto di cui si accerta il processo di raccolta e di trasformazione. Un altro elemento importante è che sia un marchio partecipato, i cui disciplinari siano proposti dai produttori. L’amministrazione, allora, esamina il prodotto e se lo approva tecnicamente, chiunque realizza quel prodotto, avrà il marchio”.

Perché il mercato degli agrumi è in crisi?
“Non tutti gli agrumi sono in crisi, ma lo è l’arancia rossa che è prodotta da febbraio a marzo. Inoltre, l’eccesso di produzione, il mercato che non tira, l’assenza di accordi di filiera con le industrie, la presenza sul mercato di prodotti a base di arancia rossa che ne contengono ben poca, costituiscono insieme i motivi della crisi. C’è da dire che il settore agrumicolo è sempre stato molto assistito dalla Regione e dall’Ue e quest’assistenza non ha spinto gli agricoltori a innovare. Occorre, però, che tutti i responsabili si riuniscano e decidano cosa intendono fare, imparando a trovare anch’essi le soluzioni come hanno fatto altri agricoltori in altri comparti”.
Quali sono i provvedimenti previsti nel settore?
“Sono stati stanziati 8 milioni di euro per investimenti e altri 10 milioni per la malattia conosciuta come tristezza. Esistono anche dei piani operativi che recupereranno altri 18 milioni con cui si potrà fare anche una ristrutturazione degli agrumeti. Perciò, l’amministrazione studierà un piano triennale fino al 2016 e proporrà un intervento strutturale del comparto, anche perché, nel caso delle arance rosse, esistono cloni in grado di prolungare la produzione per 9 mesi”.
Come si può applicare la borsa telematica in agricoltura?
“L’Unione delle Camere di Commercio ha a disposizione una borsa telematica, dove gli operatori, venditori e acquirenti, s’iscrivono e dove mettono sulla borsa la quantità di prodotto che hanno e che va spesso al rialzo. L’intenzione è di istituire in collaborazione con Unioncamere e con il Maas, il mercato agroalimentare di Catania. La borsa telematica servirà a snellire la filiera, così come richiesto dall’industria alimentare, offrendo al mercato un’occasione per evolvers”.
 

 
Curriculum Rosaria Barresi
 
Rosaria Barresi è nata a Palermo il primo gennaio 1959. Laureata in Scienze agrarie all’Università di Palermo, è abilitata alla professione di agronomo. È stata dirigente tecnico dell’assessorato regionale Risorse agricole ed alimentari ed ha assunto ruoli di responsabilità nel settore dei finanziamenti europei. Ha diretto il Dipartimento interventi strutturali ed ha guidato ad interim la direzione Interventi infrastrutturali. è dirigente generale del dipartimento Agricoltura, costituito con la riorganizzazione dell’Assessorato, legge 9/2013.

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