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Catania – Rifiuti, occorre cambiare sistema per far decollare la differenziata

Melania Tanteri

Catania – Rifiuti, occorre cambiare sistema per far decollare la differenziata

martedì 25 Febbraio 2014

A Salerno hanno superato il 65% con un impianto industriale per la produzione di energia. Raccolta inchiodata al 10%, un appalto da rivedere e l’esempio di Salerno

CATANIA – Cambiare l’approccio alla questione “raccolta rifiuti” cambiando l’impostazione attuale che, a detta di tutti, non riesce a dare i risultati sperati. Può essere vista in quest’ottica la trasferta dell’assessore comunale all’Ambiente, Rosario D’Agata, insieme al capo della Direzione Ecologia Paolo Italia e dal funzionario Orazio Fazio, a Salerno, per osservare più da vicino una realtà urbana meridionale, eppure virtuosa dal punto di vista della raccolta dei rifiuti, in particolare della differenziata, le cui percentuali raggiunte dalla città campana sono tra le più alte del Paese.
Una richiesta che da tempo è avanzata dall’Osservatorio comunale sui rifiuti, creato durante la passata amministrazione, guidata dall’ex sindaco Raffaele Stancanelli, in contemporanea con l’avvio del contestatissimo appalto quinquennale, aggiudicato dal raggruppamento temporaneo di imprese Ipi – Oikos.
All’epoca, era il 2009, infatti, l’aver previsto un sistema che prevedeva l’uso dei cassonetti in strada –il cosiddetto sistema di prossimità – e l’aver escluso il metodo considerato universalmente il più efficace, ovvero quello della raccolta porta a porta, aveva messo in allarme le associazioni ambientaliste e la società civile che avevano chiesto la nomina di un organismo deputato a controllare l’efficacia di un sistema arretrato, almeno in termini di recupero delle frazioni differenziate e di diminuzione di quantitativo di rifiuti da portare in discarica.
“Sin d allora – spiegano i rappresentanti dell’Osservatorio – abbiamo lavorato per ottenere il regolamento della gestione dei rifiuti della città di Catania. Abbiamo parlato con i rappresentanti del Conai (Consorzio nazionale imballaggi), infatti, che ha preso i dati delle varie utenze, per pensare di organizzare il porta a porta anche nella città etnea. Il Conai il piano lo ha già fatto –aggiungono – è pronto e ora va solo messo in pratica”. Questo cambio di approccio, che pensi ad applicare il porta a porta anche a Catania, sarebbe il punto da cui partire per fare sì che le percentuali di differenziata, attualmente ferme a una media del 10 per cento, possano arrivare a quanto previsto dalla legge, il 65 per cento, entro il 2015. Solo così, sempre secondo l’osservatorio, si può scrivere un nuovo appalto che sia realmente efficace per accrescere le performance assolutamente lontane dagli standard nazionali, della città etnea.
Una consapevolezza che sembra sia stata raggiunta anche dall’amministrazione comunale che, oltre ad avere più volte espresso la volontà di rescindere il contratto con le imprese prima della scadenza naturale, ha organizzato una missione a Salerno proprio per comprendere i metodi che hanno consentito alla città campana di raggiungere altissimi livelli qualitativi e quantitativi nella raccolta differenziata, entrando nella ristretta cerchia dei Comuni virtuosi.
Un piano industriale accuratamente studiato ha infatti consentito a Salerno di superare i valori di differenziata minimi fissati dalla legge fino ad assestarsi, negli ultimi anni, tra il 65 e il 70 per cento a fronte di una soglia minima fissata dalla regione Campania del 25 per cento.
“Questa missione – ha spiegato Paolo Italia – si è rivelata utilissima perché, confrontandoci con i tecnici del Comune di Salerno sulle difficoltà incontrate e sulle strategie per superarle, abbiamo cominciato a mettere a punto una strategia che dovrebbe consentirci di agire efficacemente in tempi brevi nel passaggio dalla raccolta cosiddetta di prossimità, ossia attraverso i cassonetti, e quella differenziata porta a porta. Abbiamo esaminato per esempio i problemi riguardanti il frazionamento dei soggetti che svolgono il servizio e l’alto livello quantitativo delle risorse umane impiegate nel ciclo dei rifiuti con conseguente innalzamento dei costi”.
 

Dalla spazzatura arrivano biogas, energia e compost
CATANIA – Salerno ha introdotto un sistema di raccolta a domicilio già dal 2008 e ha superato le fortissime resistenze dei cittadini da una parte curando la comunicazione per spiegare quanto fosse costoso per la collettività e per il singolo non applicare la differenziata, dall’altro imponendo multe molto salate, mediamente intorno ai 500 euro. La città disponde di un impianto di compostaggio anaerobico della frazione umida dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata. L’impianto, partendo dalla spazzatura, produce biogas poi trasformato in energia elettrica e quel compost venduto in agricoltura come fertilizzante. E il guadagno va alla collettività.
L’impianto – realizzato grazie a un finanziamento Por (Programmi operativi Regionali) Fesr (Fondo europeo per lo sviluppo regionale) 2007-2013 – è descritto come efficiente e di impatto zero in termini di inquinamento, senza cattivi odori e rappresenta una delle best practices dell’Amministrazione comunale salernitana.

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