Ambiente e prevenzione, 5 miliardi di progetti - QdS

Ambiente e prevenzione, 5 miliardi di progetti

Rosario Battiato

Ambiente e prevenzione, 5 miliardi di progetti

martedì 25 Febbraio 2014

L’assessore Lo Bello ha diffuso il Piano regionale da finanziare con i fondi destinati alle Regioni del Mezzogiorno. Interventi su prevenzione idrogeologico, mobilità sostenibile, inquinamento acustico e biodiversità

PALERMO – Cinque miliardi di interventi per rimettere ordine nella Sicilia del rischio idrogeologico e dell’emergenza ambientale. Ieri l’assessore Lo Bello ha comunicato che la Regione ha presentato il piano di interventi per l’Isola, così come previsto dall’iniziativa dal ministero che per il 7 febbraio aveva fissato la data di scadenza per la presentazione delle proposte da finanziare con i fondi destinati alle Regioni del Mezzogiorno.
I progetti presentati dall’assessorato regionale al Territorio abbracciano alcune delle più evidenti emergenze regionali. Si prevede una dotazione finanziaria pari a 657 milioni per la mobilità sostenibile, 2,4 miliardi per la prevenzione del rischio idrogeomorfologico; 12,6 milioni per il contrasto all’inquinamento acustico, 300 milioni per l’adeguamento delle reti fognarie e degli impianti di depurazione.
 
Altri 50 milioni saranno stanziati per biodiversità e salvaguardia e valorizzazione ambientale.
“Con i progetti presentati – ha spiegato l’assessore regionale al Territorio e Ambiente Mariella Lo Bello -, una volta avuta certezza dei fondi assegnati potremo affrontare in maniera risolutiva le emergenze presenti in Sicilia e predisporre un piano d’azione finalizzato a migliore la qualità ambientale a tutela della salute dei cittadini e a garantire maggiori condizioni di sicurezza del territorio”.
In attesa dell’approvazione del Cipe, abbiamo fatto una valutazione complessiva dello stato attuale dei settori per i quali l’assessore ha predisposto degli interventi mirati. Sul fronte dell’inquinamento acustico siamo all’anno zero. Secondo gli ultimi dati Istat appena due comuni capoluogo hanno effettuato la zonizzazione acustica (Messina nel 2001 e Caltanissetta nel 1993) mentre nessuno ha provveduto al piano di risanamento acustico stabilito dalla legge).
 
In merito ai tassi di inquinamento dell’aria, il monitoraggio di Legambiente nel 2013 ha dato diversi risultati negativi. Palermo e Messina sono tra le venti città fuori legge per i superamenti del biossido di azoto. I due comuni hanno superato limite consentito per legge, derivato dal dlgs 155/2010, che prevede 40 μg/m3 come media annuale, arrivando rispettivamente 44,6 e 43,9. Male anche il piazzamento di Siracusa per i 45 superamenti di ozono, che la normativa fissa a un limite di 25 giorni di superamento della media mobile sulle 8 ore di 120 μg/m3 registrato da tutte le centraline presenti sul territorio comunale.
 
La situazione della depurazione e la conseguente procedura di infrazione europea per i 59 comuni siciliani è cosa nota, così come è stata ampiamente discussa e monitorata la questione che riguarda il miliardo stanziato dal Cipe già nel 2012 per depurazione siciliana e poi mai speso, salvo per l’avvio di un primo blocco di appalti ad inizio febbraio per 232 milioni di euro in attuazione dell’Accordo di programma quadro per la depurazione delle acque reflue in Sicilia. Il fatto che si prevedano altri 300 milioni, in sostanza, non vuole dire ancora niente visti i tempi biblici occorsi per la realizzazione dello stanziamento del 2012 che ha ricevuto, sempre dal Cipe, due proroghe nel 2013: la prima a giugno, la seconda a dicembre. Sul rischio idrogeologico è stato detto molto in questi giorni e un dato su tutti riassume la vicenda: 277 i comuni a rischio in Sicilia.

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