La Classe dirigente è complice se non agisce - QdS

La Classe dirigente è complice se non agisce

Carlo Alberto Tregua

La Classe dirigente è complice se non agisce

mercoledì 26 Febbraio 2014

Insieme per salvare la Sicilia

Nella prima riunione della Campagna Etica 2014 di Catania, promossa dal QdS il 15 febbraio scorso, erano presenti venti rappresentanti del mondo del lavoro (imprese, dipendenti, banche), del mondo delle professioni e delle istituzioni (soprattutto quelle delle infrastrutture) che, per la prima volta, hanno esposto in tempi europei la loro proposta per Catania.
Nessuno degli intervenuti ha detto cosa gli altri dovessero fare, comportamento lodevole, perché finalmente ogni pezzo della classe dirigente assume le proprie responsabilità. Tutti insieme hanno fatto mostra di essere una squadra che ha l’obiettivo di ribaltare la situazione negativa della città etnea e del suo hinterland, e di imboccare con decisione la strada dello sviluppo e della crescita con la creazione di ricchezza e lavoro.
Diamo atto al sindaco di Catania, Enzo Bianco, rimasto per oltre due ore ad ascoltare tutte le proposte, dell’esposizione chiara del suo progetto di governo della città. Ora bisogna che tutti insieme, con il supporto continuo del QdS e degli altri quotidiani e delle televisioni, se vorranno, mettano in esecuzione le proposte e le trasformino in atti concreti e immediati.

La prossima riunione sarà a Palermo il 5 aprile e anche lì contiamo di raccogliere le proposte di altrettanti e importanti pezzi della Classe dirigente del capoluogo regionale. Anche lì vi sarà la proposta del sindaco Leoluca Orlando nell’intento di metterla in esecuzione immediata.
La Campagna Etica 2014 continuerà per gli altri sette capoluoghi di provincia, ma intanto intende svolgere la sua azione con la Regione siciliana, in un clima di collaborazione, che deve eliminare del tutto le vuote parole e le buone intenzioni (di cui è cosparsa la strada dell’inferno), passando ad atti concreti fra cui: eliminazione di privilegi di caste e corporazioni, recupero conseguente delle risorse finanziarie risparmiate, apertura di tutti i cantieri di opere pubbliche per spendere i fondi europei, task force per l’attrazione di investimenti, di visitatori e di congressi.
Ci auguriamo che la Regione abbia le orecchie pulite con il cotton fioc.

 
In ogni caso, la Classe dirigente siciliana non può più stare alla finestra. Ha il dovere etico di immischiarsi, partecipare e controllare i responsabili delle istituzioni, così come ha ammonito Papa Bergoglio.
Ogni parte della Classe dirigente siciliana ha il dovere di dedicare un pezzo della propria attività ai problemi di tutti, perché rappresenta anche le classi meno abbienti, che non hanno voce e che vivono in uno stato di grave difficoltà.
I club service, importanti e meno importanti, che rappresentano trasversalmente la classe dirigente siciliana, devono smetterla di occuparsi del nulla o di salvare la propria coscienza facendo beneficenza o raccogliendo fondi, ma partecipare alle attività istituzionali.
presentando proposte a Regioni e Comuni e sollecitando soluzioni dentro l’Assemblea regionale e dentro le sale dei Consigli comunali.
In alternativa, contro i sordi, la Classe dirigente siciliana dovrà attrezzarsi, in un clima di volontariato, ad aprire banchetti sulle principali piazze delle città siciliane per spiegare ai cittadini come essa intenda ritornare al proprio ruolo di guida di tutta la società siciliana.

Imprese, sindacati, professionisti, dirigenti privati, dirigenti pubblici onesti e capaci, professori universitari, magistrati e altri hanno il compito di dimostrare con i propri comportamenti la loro linearità. Non possono e non debbono continuare a occuparsi solo degli affari propri. Ripetiamo questo concetto perché non è chiaro ad alcuni. La pubblica via è di tutti: dobbiamo spazzarla, direttamente o indirettamente, come facciamo dentro le nostre case.
I panni sporchi non è vero che si lavino in famiglia; i panni sporchi si devono lavare nella pubblica piazza. Che vuol dire? Che è necessario che la trasparenza invada beneficamente tutti gli ambiti pubblici e privati e che nessuno si sottragga al dovere di rendere conto all’opinione pubblica e ai cittadini dei propri comportamenti.
Chi si sottraesse a questo dovere si escluderebbe dal consesso civile, che avrebbe tutto il diritto di mandarlo nei gironi infernali.

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