Danno erariale di 334 mln dal 2009 - QdS

Danno erariale di 334 mln dal 2009

Giovanna Naccari

Danno erariale di 334 mln dal 2009

martedì 04 Marzo 2014

Corte dei Conti Sicilia: le relazioni del presidente della Sezione giurisdizionale, Savagnone, e del procuratore regionale, Carlino. All’apertura dell’anno giudiziario 2014 si constata: forte crescita delle condanne per frodi comunitarie

Palermo – In Sicilia la cattiva amministrazione della ‘cosa pubblica’ dal 2009 al 2013 produce un danno erariale, accertato dalla magistratura contabile, di 334 milioni di euro. Soltanto nel 2013 il danno erariale ammonta a circa 50 milioni di euro. Se aggiungiamo questa cifra ai 284,1 milioni accertati dal 2009 al 2012 dalla Procura regionale della Corte di Conti, nell’Isola in quattro anni è stata superata la soglia di 300 milioni di euro.
La mala gestione del pubblico si annida maggiormente nel settore dei fondi europei, ma la classifica si allunga con gli illeciti nell’affidamento di consulenze esterne, in comportamenti che recano danno all’immagine dell’Ente, in errori sanitari, negli indebiti pensionistici e nei conti giudiziali.
È ciò che emerge dall’attività svolta dalla Corte dei Conti, illustrata sabato a Palermo dal presidente della Sezione Giurisdizionale, Luciana Savagnone, in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario.
Nell’anno 2013 sono stati iscritti a ruolo 208 giudizi di responsabilità e 12 giudizi di conto. Sono state pronunciate 80 sentenze di condanna in materia di responsabilità, di cui 32 in favore di amministrazioni statali, 37 per Enti locali, 11 per Aziende sanitarie e 31 sentenze di assoluzione. L’importo complessivo delle condanne è di 12,9 milioni di euro.
“Nel merito delle condanne – spiega il presidente Savagnone – parecchie decisioni sono state emanate in materia di contributi comunitari per spreco di risorse da parte dei beneficiari ovvero di erogazione di contributi a soggetti privi dei requisiti previsti dalle norme”.
Nell’ultimo decennio le indagini dei Pm contabili per il perseguimento degli illeciti in questo settore sono aumentate. “Una costante attenzione – afferma il procuratore regionale Guido Carlino – viene riservata al perseguimento degli illeciti commessi da privati nella utilizzazione delle risorse europee o nazionali, sottratte alla finalità oggetto dei programmi pubblici di spesa e che determinano la perdita di occasioni di sviluppo economico e di realizzazione di interventi significativi per l’ampliamento della sfera occupazionale”.
Sono 29 le citazioni depositate nel 2013 a carico di privati destinatari di contributi pubblici nazionali o regionali (in larga misura per frodi ex L. 488/1992) e di contributi comunitari, prevalentemente nel settore agricolo e zootecnico (Pac), per fondi strutturali (Feoga) e orientamento (Fesr). L’importo di cui si è richiesto il risarcimento ammonta complessivamente a 25,3 milioni di euro (18,5 mln nel 2012 e 13,5 mln nel 2011).
Tra le citazioni di rilievo per indebita percezione di contributi si segnalano: un sostegno delle attività connesse alla lavorazione di prodotti zootecnici per un danno di 8,7 mln di euro; realizzazione di un complesso turistico, L 488/92 (danno 3 mln); Por Sicilia 2000-2006, contributi per la realizzazione di un parco dei divertimenti (danno 1,048 mln); finanziamenti pubblici per la realizzazione di impianti di trasformazione di scarti di macellazione ed impianti di biomasse realizzata con una rete di operazioni finanziarie e commerciali tra società italiane ed estere riconducibili agli stessi soggetti (danno 6,2 mln).
La Sezione giurisdizionale ha emesso 14 sentenze di condanna per un importo complessivo di 6, 6 mln di euro. Tra le sentenze particolarmente significative: “illeciti nell’utilizzo di contributi ex Legge 488/1992 in relazione ad omessa realizzazione di stabilimento di produzione e confezionamento vini da tavola (danno 3,1 mln).
“Sulle frodi comunitarie siamo intervenuti con numerosi atti di citazione, rilevando danni consistenti – afferma il procuratore Carlino – Questa è una materia che ci interessa particolarmente perché, come avete avuto modo di vedere, la Sicilia ha la maglia nera purtroppo delle frodi comunitarie”. E aggiunge: “Grazie anche alle attività della Guardia di Finanza, che in questa materia è attentissima e incessante un po’ come in tutte le altre materie che riguardano le entrate e le spese pubbliche in generale, stiamo intervenendo ulteriormente per reprimere questo triste fenomeno”.

Carlino: “Dati non esaustivi, molti illeciti non denunciati”
Palermo – La Procura della Corte dei Conti ha aperto 6.139 istruttorie, espletandone 3.579, tra audizioni, richieste di atti, accertamenti diretti, deleghe di indagini ed altro. Ha emesso inviti a dedurre a carico di 447 soggetti, cui è stato contestato in fase istruttoria preprocessuale un danno erariale di 39 milioni di euro. Nel 2013, a chiusura della attività istruttoria, sono stati depositati 113 atti di citazione in giudizio, a carico di 297 amministratori o dipendenti pubblici, per un danno erariale accertato e contestato di circa 50 milioni di euro.
“Con riferimento al danno accertato – afferma il procuratore regionale Guido Carlino – si rileva la ‘non esaustività del dato’ per la cosiddetta cifra oscura dell’illecito amministrativo, corrispondente ai fatti dannosi non denunciati, sia i danni non perseguibili per carenza dell’elemento psicologico dell’illecito o per la prescrizione”.
Complessivamente, l’azione giudiziale ottiene condanne per 25,4 milioni di euro, di cui 12,9 milioni per condanne in primo grado e 12,5 milioni corrispondente alle condanne in appello, ottenute a seguito di riforma di sentenze assolutorie di primo grado.
Al danno complessivamente accertato, si aggiunge la cifra di 1 milione di euro, che corrisponde a “risarcimenti spontaneamente eseguiti dagli autori del danno a seguito di avvio di attività istruttoria”.

Società che gestiscono parcheggi pubblici
La Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, in collaborazione con la Procura regionale, intende creare un anagrafe dei contabili e sta studiando la possibilità di controllo sui conti giudiziali resi dalle società che gestiscono parcheggi pubblici. “Si sottolinea l’importanza anche di questo tipo di controllo – scrive nella relazione il presidente Savagnone – dal momento che il nuovo codice della strada (art 7 dlgs n. 285/1992) prevede che i proventi della sosta tariffata vengano conferiti al comune in quanto rappresentano una risorsa fondamentale espressamente destinata alla realizzazione di parcheggi e al miglioramento della mobilità urbana o per interventi per il finanziamento del trasporto pubblico”.

Consulenze esterne
“Nonostante le disposizioni normative che hanno imposto drastici limiti alla esternalizzazione di servizi e compiti – si legge nella relazione del presidente della Corte dei Conti Luciana Savagnone – amministratori e dirigenti hanno continuato a sperperare le pubbliche risorse attraverso il ricorso, senza che vi fossero i presupposti previsti dalle leggi in materia e senza alcuna giustificazione di raggiungimento di fini istituzionali, a professionalità esterne all’amministrazione”. Le condanne riguardano sindaci, un presidente e un dirigente di Provincia, il Commissario straordinario ed il Coordinatore generale di un Istituto autonomo case popolari, il Commissario straordinario e i componenti del Consiglio Direttivo di un Consorzio.

Errori sanitari
“Meritevoli di condanna” sono per la Corte dei Conti “le accertate macroscopiche negligenze nell’esercizio dell’attività professionale del medico che abbiano provocato danni ai pazienti”. E’ stata così ritenuta “condotta gravemente colposa – si legge nella relazione del presidente Luciana Savagnone – quella dei sanitari che hanno provocato la morte di una paziente (sentenza 2719/2013), che hanno causato il decesso di una neonata (3311/2013) nell’esecuzione di un parto cesareo che non presentava particolare complessità o difficoltà di ordine tecnico, ma solo l’esercizio della normale accortezza e diligenza. E’ stato anche ritenuto “comportamento gravemente negligente per tutta l’equipe chirurgica, la dimenticanza di una garza laparotomica dell’addome di un paziente al temine di un intervento” (sentenza 2793/2013).

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