Antonello Cracolici: “No rimpasto, ma cambiare Governo” - QdS

Antonello Cracolici: “No rimpasto, ma cambiare Governo”

Raffaella Pessina

Antonello Cracolici: “No rimpasto, ma cambiare Governo”

mercoledì 05 Marzo 2014

Per il presidente della I Commissione il Pd in Sicilia si è delegittimato da solo. Incontro comm. antimafia nazionale e regionale ieri all’Ars

PALERMO – Prosegue a rilento l’approvazione della legge di riforma delle province all’ordine del giorno dell’Assemblea regionale siciliana che ha ripreso la discussione dall’articolo 7, quello sulle città metropolitane e sul quale era prevedibile una forte opposizione. Ieri pomeriggio il Governo ha chiesto il rinvio di un’ora della seduta d’Aula, riaccendendo le polemiche che in mattinata erano scaturite dall’ennesimo rinvio della riunione della commissione Bilancio proprio per assenza del governo.
Il capogruppo di Fi all’Ars, Marco Falcone ha definito questa situazione insostenibile riservandosi di “presentare una mozione di censura contro l’assessore Luca Bianchi”. La seduta è ripresa alle 17, ma dopo una sola ora, durante la quale gli interventi di opposizione non hanno permesso il proseguire dell’esame dell’articolato. A quel punto il presidente dell’Ars Ardizzone ha deciso di sospendere l’Aula e di convocare la conferenza dei capigruppo per stabilire il prosieguo dei lavori.
A polemizzare ieri non è stata solo Forza Italia, ma anche Antonello Cracolici del Pd, presidente della commissione Affari Istituzionali che piuttosto che chiedere un rimpasto preferisce addirittura un nuovo governo. “Questo esecutivo – ha detto Cracolici – è rimasto in mezzo al guado: non è politico, non è tecnico, è un governo del presidente che ha raccolto critiche da diversi settori, dai sindacati, agli artigiani, dai commercianti agli stessi industriali ai dipendenti della macchina regionale, perfino dai vescovi. Qualche cambio non basta, è indispensabile una svolta profonda”.
Anche il Sindaco di Palermo e presidente Anci Sicilia, Leoluca Orlando si era espresso chiedendo il commissariamento della Regione, ma Cracolici ha interpretato la sua polemica affermando che è “mossa più da motivi politici in opposizione al governo, che dalla voglia di tutelare i cittadini del capoluogo”. “Oltretutto – ha aggiunto – Orlando dovrebbe ricordare che la maggior parte dei finanziamenti ai comuni arrivano dallo Stato, non dalla Regione. La verità è che quando lui non può giocare, butta la palla in tribuna”. Cracolici ha definito il proprio partito in Sicilia come il vero demolitore e delegittimatore del Pd nell’isola. “Siamo stati noi stessi i demolitori della nostra rappresentanza politica: se si mette in pratica l’idea che il Pd non deve avere rappresentanti politici nella giunta regionale, poi non ci si può scandalizzare se esponenti siciliani del Pd non fanno parte del governo nazionale”.
Ieri intanto si sono incontrate a Palazzo dei Normanni le due commissioni antimafia, nazionale e regionale. La presidente della commissione nazionale, Rosy Bindi, ha detto che si è “consapevoli che questa regione è in prima linea nella lotta alla mafia e che in questa città c’è la riscossa civile contro il fenomeno mafioso”. “Fenomeno ancora forte e pericoloso – ha aggiunto – soprattutto per la sua capacità di cambiare e di adeguarsi”.
Il presidente Ardizzone, presente all’incontro, ha illustrato le iniziative messe in atto dal parlamento siciliano in tema di impegno antimafia. In particolare, è stato segnalato il disegno di legge, già in discussione in Aula, per rendere pienamente utilizzabile il patrimonio immobiliare confiscato alla criminalità organizzata e assegnato alle forze dell’ordine. Il provvedimento all’esame dell’Ars prevede la creazione di un fondo di rotazione, per finanziare la riqualificazione degli immobili destinati ad alloggi residenziali per le forze dell’ordine, che sarà alimentato dai canoni di affitto degli immobili stessi.

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