Matrimoni, in Sicilia la Sacra Rota ne ha sciolti 241 solo nel 2013 - QdS

Matrimoni, in Sicilia la Sacra Rota ne ha sciolti 241 solo nel 2013

Giuseppe Paterno di Raddusa

Matrimoni, in Sicilia la Sacra Rota ne ha sciolti 241 solo nel 2013

giovedì 06 Marzo 2014

Il totale di richieste pendenti ammonta a 1.133, compresi i 296 casi che si sono aggiunti nel 2013. I casi più numerosi si registrano nell’ordine a Palermo, Messina e Catania

PALERMO – Finché Sacra Rota non vi separi: nel 2012 una relazione annuale del Tribunale ecclesiale regionale siculo dichiarava 267 richieste di annullamento di matrimoni approvate.
Come noto, l’annullamento del matrimonio comporta conseguenze logisticamente differenti dal canonico processo legale di separazione-divorzio: dopo la dichiarazione di nullità spariscono vincoli ed eventuali possibilità di mantenimento post-matrimoniale tra i coniugi.
I dati di attività del Tribunale ecclesiastico della Sicilia, per l’anno 2013, sono stati resi noti da Monsignor Vincenzo Murgano – Presidente del tribunale – lo scorso mese di febbraio presso l’Aula Magna della Pontificia facoltà teologica di Sicilia, alla presenza del Moderatore del Tribunale, cardinale Paolo Romeo, del cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi e dei vescovi delle 18 Diocesi dell’Isola.
Alle 296 richieste giunte nel 2013, si sono aggiunte quelle pendenti all’inizio dell’anno (837), portando il totale a 1.133.
Pari a 335, nel medesimo anno, le cause che si sono definitivamente concluse: 241 con validazione affermativa, 68 con sentenza negativa, 18 archiviate e 8 mandate in perenzione.
A voler essere precisi, 361: il Collegio, in attesa di trovare nuove prove per “raggiungere la certezza morale”, ha previsto un periodo di dilata per altre 26 cause.
Sono 300, in tutto, le relazioni di sentenza pubblicate; 277 le cause trasmesse al Tribunale d’appello, 272 al Tribunale Ecclesiastico Regionale Campano e d’Appello, e 5 al Tribunale della Rota Romana.
Per quanto riguarda la distribuzione per diocesi delle cause trattate nell’anno giudiziario 2013 (fonte: I.A.G. 2014), Palermo svetta sulle altre province: 248, in totale, le cause trattate nel 2013, 179 residue e 69 introdotte nel corso dell’anno.
Seguono Messina, con un totale di 184 richieste (137 precedenti al 2013, 47 introdotte durante l’anno), e Catania, con 155 cause trattate in totale (117 pre-2013, 38 in seguito). Medaglia di legno per Agrigento: 89 cause in totale, 68 ai primordi dell’anno e 21 introdotte in seguito. Incuriosisce l’elevato numero – considerato che non si tratta di capoluoghi di provincia – di città come Acireale (50 cause in totale), Piazza Armerina (45), che superano addirittura il dato riguardante Siracusa, ferma a 32 cause residue al 2013, 10 introdotte in corso d’anno e un totale di 42 cause trattate. Vicini tra loro i dati di Ragusa (58 ), Trapani (54 cause) e Caltanissetta (46).
Murgano si è mostrato soddisfatto del lavoro svolto: “grazie alla reimpostazione del lavoro del Tribunale e alla razionalizzazione delle risorse con l’istituzione di una nuova figura, il Giudice ponente, della stessa diocesi delle parti che cura in loco l’istruttoria della causa, nel 2014 abbiamo attestato 798 cause pendenti contro le 837 del 2013 e le 894 del 2012”.
Le cifre, tuttavia, rimangono particolarmente elevate: quali sono le motivazioni di tante richieste? “Nel quotidiano servizio in Tribunale assistiamo con dolore al dramma dello sgretolarsi di famiglie che spesso crollano proprio per la fragilità di legami nei quali il sentimento di amore iniziale era intrecciato a debolezze personali, dubbi relazionali, individualismo sempre più accentuato, difficoltà a concepire il matrimonio come legame indissolubile e impegno di fedeltà sempiterna. Ciò che maggiormente preoccupa – continua Murgano – è costatare come negli ultimi anni siano in netta crescita i casi di simulazione parziale per esclusione dell’indissolubilità e per esclusione della prole".
"Sono le conseguenze negative di un intreccio di precomprensioni culturali e condizionamenti personali: si è offuscato il principio di indissolubilità del matrimonio, afferente ai valori cristiani. Il netto aumento non può non riguardare la nostra comunità ecclesiale e la società civile: la fragilità della famiglia è un problema che riguarda tutti. Ed è proprio la nostra comunità – ha concluso Murgano – che deve farsi annunciatrice di verità e speranza, come missione formativa e come pilastro di sostegno per le famiglie”.
 

Curiosità dal mondo. Usa: il matrimonio include clausole e bonus

Negli Stati Uniti il retaggio matrimoniale – soprattutto per i più abbienti – impone gli accordi prenup: contratti secondo cui ogni diritto e dovere nuziale viene regolato per iscritto, includendo clausole e bonus (invero salatissimi) sul patrimonio, sulla prole e sulla fedeltà.
I Coen ci hanno girato un film (Intolerable Cruelty) con George Clooney e Catherine Zeta-Jones – autoironicamente protagonista di una vicenda fittizia in grado però di rispecchiare il suo privato, considerato che ha firmato uno dei prenups più ferrei di sempre in occasione delle nozze col marito Michael Douglas.
In Italia, si sa, il senso di colpa cattolico genera tradizioni. E l’annullamento del matrimonio alla Sacra Rota fa parte, ormai, di un codice culturale che contamina storia, letteratura e contemporaneità. Chi se lo scorda
Il Bell’Antonio di Vitaliano Brancati? Se il matrimonio non era consumato – e per altre cagioni di differente natura – era possibile inviare richiesta di annullamento al dicastero della Curia Romana. Tradizione che, dati alla mano, si è mantenuta con costanza nel corso degli anni.

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