Vuoto a rendere, sconosciuto in Sicilia - QdS

Vuoto a rendere, sconosciuto in Sicilia

Andrea Salomone

Vuoto a rendere, sconosciuto in Sicilia

venerdì 07 Marzo 2014

A Berlino ci guadagnano e differenziano. Come togliere le bottiglie dalle strade: basta copiare il sistema tedesco e approvare una legge regionale

LONDRA – In un articolo di Lukas Hermsmeier ed Eva Hoffmann, pubblicato in data 11 giugno 2011 sul Berliner Zeitung, si afferma che sempre più pensionati berlinesi arrotondano i loro guadagni con la raccolta di lattine e bottiglie di plastica e di vetro. Gli autori dell’articolo sottolineano che l’esercito di "anziani poveri" che ogni giorno vanno a pescare i cosiddetti "vuoti a rendere" dai cassonetti dei rifiuti e dai cestini della capitale tedesca cresce sempre di più. A quanto pare, per molti pensionati berlinesi i soldi non bastano e alcuni di loro – anche se hanno lavorato per tutta la vita – hanno scelto di arrotondare in questo modo.
Nel nostro articolo pubblicato il 21 febbraio scorso abbiamo spiegato che il vuoto a rendere in Germania è stato imposto per legge nel 2003. La legge in questione prevede che il produttore imponga al commerciante un sovrapprezzo per ogni bevanda venduta che può variare da 0,08 € per una bottiglia di vetro a 0,25 € per una in plastica o in latta. Si tratta di una cauzione – un deposito indicato in tutti i supermercati al momento dell’acquisto del prodotto – che viene restituita quando viene tornato indietro il contenitore della bevanda. Il commerciante impone a sua volta questo sovrapprezzo ai consumatori, i quali per riavere indietro questo deposito devono riportare indietro i loro vuoti a rendere in qualsiasi esercizio commerciale che effettua la presa indietro. In questo modo, chi non si preoccupa di tornare indietro il bene riutilizzabile paga la sua mancanza di responsabilità con una perdita in termini economici.
Così, con fierezza, chi non arriva a fare regali ai propri nipoti va a prendere quello che altre persone gettano via. È soprattutto nel fine settimana che si guadagna di più: parchi, arene di concerti e strade commerciali frequentate sono i posti principali dove vanno in giro i raccoglitori di vuoti a rendere.
Sabine Werth, presidente della Berliner Tafel – una mensa di Berlino che dal 1993 raccoglie donazioni di viveri e li offre a chi ne ha bisogno – ha definito tragico il fatto che le persone abbiano bisogno di andare a pescare i rifiuti da cassonetti dell’immondizia e cestini, soprattutto alla luce del fatto che in dieci anni il loro numero è raddoppiato.
A questa osservazione rispondiamo che è ancora più tragica è certamente la situazione dove questo sistema non esiste quando potrebbe benissimo esistere, come in Sicilia, dove la gente cerca nei cassonetti dell’immondizia per trovarvi beni di prima necessità e non "vuoti a perdere".
Questo sistema dovrebbe essere introdotto quanto prima anche in Sicilia con una legge regionale che imponga ai produttori l’imposizione di una cauzione sul vuoto a rendere al momento della vendita delle bevande ai commercianti. Solo così è possibile evitare che le bottiglie giacciano sui cigli delle strade e vengano distrutte con grande noncuranza da parte di tutti.
Un altro fenomeno molto positivo, che chi ha vissuto a Berlino conosce bene, è che quando si organizzano cene o Wohnungsparty, ossia feste in casa, i soldi ricavati dalla riconsegna delle bottiglie di vetro, plastica e le lattine sparse per casa che gli invitati hanno portato con sé per contribuire alla festa ripagano chi ha organizzato l’evento per la fatica di dover ripulire il caos del giorno dopo. E forse è anche per questo che le feste in casa nella capitale tedesca sono all’ordine del giorno e vengono organizzate con così grande piacere da parte di tutti.

Otto centesimi a bottiglia. Così può cambiare la vita
LONDRA – Gli autori dell’articolo del Berliner Zeitung spiegano che per il signor Jürgen K. ogni centesimo vale qualcosa, perché grazie ai soldi accumulati con la raccolta dei vuoti a rendere per le strade si può permettere una vita che lo soddisfa. L’idea gli è venuta durante una passeggiata, quando ha visto un senzatetto che tirava fuori un vuoto a rendere dal cassonetto della spazzatura. "Ho avuto bisogno di soldi e ho pensato che avrei potuto farlo anch’io". Armato del suo trolley rosso ha iniziato ad andare alla ricerca delle sue bottiglie. "Inizialmente, ha detto il signor K., all’inizio mi sono fatto schifo per il fatto di frugare nei cestini. Ma alla fine ci vuole e basta. La concorrenza è grande e alcuni raccoglitori mi insultano, dicendo che questo sarebbe il loro territorio. Io cerco sempre di essere cortese. Le persone pensano: cosa sono 8 centesimi? Per me sono 8 centesimi in più. Attraverso la raccolta di bottiglie posso permettermi un cd una volta ogni tanto". Il suo sogno è riuscire a raccogliere vuoti a rendere finché riuscirà a realizzare il suo sogno, ossia di andare a Vienna per andare a vedere i luoghi dove il grande Johann Strauss ha composto la sua musica. "I soldi stanno sulla strada, dice il pensionato, e bisogna solo chinarsi a raccoglierli".
Nell’articolo in questione si parla anche della allora sessantottenne Marianne Rosch, che per quattro anni ha fatto un "vuoti a rendere tour" 5 giorni a settimana per tirare su un tra i 150 € e i 200 € al mese e integrare così una pensione di 900 € che a quanto pare non le basta per coprire i costi dell’affitto, dei medicamenti, del telefono e di altre spese giornaliere. Frau Rosch prende solo bottiglie di plastica, che oltre a fruttare più di quelle di vetro – 0,25 € contro 0,08 € – pesano molto meno. Anche dal suo punto di vista negli ultimi anni la concorrenza è aumentata di giorno in giorno.

A Londra ogni oggetto viene considerato vuoto a rendere
LONDRA – Leggendo queste storie viene da pensare a situazioni come quella in cui si è trovato un ventenne di Catania fermo in coda ad un semaforo rosso con qualche centesimo di € sul cruscotto a pezzi da 1, 2 e 5 centesimi. Una donna dell’est Europa gli si avvicina chiedendo l’elemosina, e il ragazzo le porge in mano gli spiccioli a disposizione. La donna si ferma un attimo a guardarsi la mano, rivolge uno sguardo al ragazzo con faccia disgustata e gli getta addosso con disprezzo le monete color rame.
Si tratta di un lavoro inventato dal governo che, pur non essendo regolarizzato, è praticabile da chiunque in forma privata e, in parte, è simile a quello di alcuni impiegati delle aziende per la raccolta dei rifiuti di Londra che raccolgono i rifiuti dalle strade londinesi con un apposito bastone. Con la differenza, certo, che questi ultimi non vengono pagati sulla base del lavoro reso e non frugano tra i cestini o i bidoni dell’immondizia.
Teoricamente ogni oggetto che è adatto al riutilizzo della sua stessa o di altre sostanze può essere vuoto a rendere.
Si tratta di un sistema introdotto con una legge che prevede la ripresa dei vuoti consegnandoli ai commercianti o in determinati posti così da consentire il riutilizzo del contenitore e/o della sostanza in esso contenuta.
Il sistema funziona incentivando i consumatori a portare indietro il bene in modo da ricevere in cambio un bene.
Al posto o accanto alla presa indietro del venditore la presa indietro può avvenire anche in luoghi separati e specialmente adibiti a tale scopo. Il problema è che questi posti non hanno mai posseduto un vuoto, perché non ne distribuiscono. E questo problema si pone anche laddove il venditore deve prendere indietro vuoti che non ha comprato e venduto, perché per essi non ha ricevuto un deposito da parte del cliente. Per non far fallire nessuno, i venditori e altri posti per la presa indietro hanno dalla loro parte la possibilità di ritornare a loro volta i vuoti a rendere che non hanno acquistato e venduto. Questa catena di ritorno si estende fino al produttore o all’utilizzatore industriale (l’imbottigliatore del vuoto a rendere), che sono i primi ad imporre la cauzione.
Solo in questo modo viene evitato che vengano utilizzate nuove materie prime quando è possibile e ragionevole un loro riutilizzo; inoltre, viene introdotto un principio di responsabilità per cui chi non differenzia paga.

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