Ars, riforma Province martedì il voto finale - QdS

Ars, riforma Province martedì il voto finale

Raffaella Pessina

Ars, riforma Province martedì il voto finale

venerdì 07 Marzo 2014

Iter travagliato fino alla fine per trovare l’accordo sugli ultimi due articoli. Occorrerà un’altra legge per trasferire le funzioni ai consorzi

palermo – Si terrà martedì prossimo il voto finale del ddl di riforma delle province. L’Ars ha approvato ieri in giornata gli articoli 10 e 11, gli ultimi due di un testo normativo che ha avuto un iter parlamentare travagliatissimo. Il primo stabilisce che le funzioni da trasferire ai liberi consorzi di Comuni, alle città metropolitane, ai Comuni, alla Regione e agli enti regionali siano rinviate ad una legge successiva, non ad un decreto del presidente della Regione, come nella stesura originale del ddl. Il secondo sopprime di fatto le Province e crea il divieto per la Regione di creare enti, agenzie ed organismi coincidenti con le funzioni attribuite ai liberi consorzi.
La seduta era cominciata male: ieri mattina a Sala D’Ercole è stata aperta in ritardo e subito sospesa, dopo lo stallo di mercoledì sera, tra fortissime tensioni. Il vicepresidente dell’Ars, Antonio Venturino, dopo le formalità iniziali, ha sospeso i lavori per la ricerca di un accordo che evidentemente alla fine è stato trovato. Ma prima è stata necessaria una seconda sospensione. Mercoledì l’esame aveva interessato il documento fino all’art. 9, ieri è stata la volta degli artt. 10 e 11.
Martedì andrà al voto anche un ordine del giorno perché sia revocato il recesso delle Province da enti culturali, partecipate e associazioni nelle more che con apposita legge vengano individuati le funzioni da attribuire ai Liberi Consorzi. L’odg era stato presentato da Bartolo Fazio, del gruppo misto, e Baldo Gucciardi del Pd, e sottoscritto da altri 40 parlamentari. “Gli obiettivi principali dell’Ordine del giorno – ha detto Fazio – sono due: salvaguardare importanti attività culturali ed economiche e tutelarne insieme l’attività sul territorio ed i livelli occupazionali. Il presidente della Regione Rosario Crocetta ha precisato ieri che ci si deve togliere “dalla testa che i liberi consorzi sono la fotocopia gemella delle ex province. Sono organismi di controllo, pianificazione e programmazione, non organismi gestionali”. Ed ha aggiunto: “Con altra legge attribuiremo funzioni specifiche. Non possiamo caricare i consorzi di debiti, così sarebbe se nascessero al posto delle Province”.
Negativo il giudizio di Forza Italia: Filippo Bandiera ha detto che si sta approvando un prodotto molto scadente, dal punto di vista della qualità ed ha mostrato preoccupazioni di fronte a quali decisioni potrà prendere il Commissario dello Stato su questo provvedimento ed ha chiesto al Governo di prendersi le proprie responsabilità. Il ddl di riforma è stato definito un buon lavoro dal capogruppo del Pd all’Ars Baldo Gucciardi. “Costruire la nuova architettura delle autonomie locali in Sicilia non era un compito facile, ma nonostante le difficoltà abbiamo fatto un buon lavoro. Il PD ha tenuto la ‘barra a dritta’ anche nei momenti più difficili: lo dico con orgoglio, abbiamo scritto un pagina importante, abbiamo mantenuto un impegno”.
 
Per Totò Cordaro (Pid-Grande sud) è pressocchè certa l’impugnativa del Commissario alla legge sulle province. “Attendiamo di vedere come il presidente dell’Assemblea riuscirà a riordinare, attraverso gli uffici, le decine di contraddizioni normative e logico-giuridiche esistenti nel testo sin qui esitato. Al governo regionale diciamo, pertanto, che qualsiasi trionfalismo di oggi potrebbe trasformarsi in una disfatta domani. La sostanza per noi non cambia: è una aberrazione giuridica e il nostro voto martedì prossimo sarà comunque contrario”.
Legge farraginosa per Nino D’Asero, capogruppo di Ncd all’Ars. “Meno male che qualche piccola correzione siamo riuscita a farla in Aula a cominciare dalla ridefinizione delle aree metropolitane, le quali rimangono, comunque, un’opportunità per il territorio, sempre che ora si riesca a coordinarle con i liberi consorzi e che si riesca a integrare l’una e l’altra realtà istituzionale con il funzionamento dei piccoli comuni. Rimangono i forti crucci sulla mancanza dell’elezione diretta degli organismi e su quella di uno strumento atto a guarire i mali endemici e secolari degli enti locali: burocrazia elefantiaca, assenza di semplificazione, qualità dei servizi”. Il governatore invece è ottimista: “Spero che martedì la legge venga approvata, verranno istituiti i consorzi ma anche le città metropolitane, abbiamo raggiunto su alcune cose molto di più di quanto avevamo pensato. E sul personale delle province Crocetta ha assicurato che “Non bisogna preoccuparsi perché sarà valorizzato. Una parte dei funzionari sarà trasferita ai Comuni dove possono mantenere lo status, e alcuni andranno nei consorzi e nelle città metropolitane”.
Infine la deputata Alice Anselmo ha lasciato l’Udc e ha aderito al gruppo parlamentare di Articolo 4 che attualmente sostiene il governo Crocetta. Il gruppo dell’Udc all’Ars quindi scende a otto componenti, mentre Articolo quattro diventa di 9.

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