Lettera alla Regione, intimidazioni a Rosario Crocetta - QdS

Lettera alla Regione, intimidazioni a Rosario Crocetta

redazione

Lettera alla Regione, intimidazioni a Rosario Crocetta

lunedì 10 Marzo 2014

La busta, contenente un proiettile da fucile di grosso calibro, è stata intercettata dai sistemi di controllo di Palazzo d'Orleans. Il governatore: "Intensificheremo l'azione antimafia in modo ancora più forte"

Una busta indirizzata al presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, contenente un proiettile da fucile di grosso calibro è stata intercettata dai sistemi di controllo a Palazzo d’Orleans. La missiva è stata affidata agli investigatori. Crocetta, che si trova a Catania, commentando con i giornalisti la notizia, ha dichiarato: ”Intensificheremo l’azione antimafia in modo ancora più forte. Questo è il risultato anche di chi con toni verbali estremizza. Quando si parla di colpi di Stato alla siciliana un degli esempio è questo”. 
 
"Cosa cambierà? Mi sono candidato alla presidenza alla Regione per decidere di buttare fuori la mafia e il malaffare. Questo mio programma sarà portato avanti fino in fondo, anche correndo i rischi più estremi", ha aggiunto l’ex sindaco di Gela.
 
"Da presidente della Regione – ha poi spiegato a margine di un incontro nel popoloso rione Librino di Catania – ho ricevuto una serie di minacce che non ho neanche reso pubbliche. Del resto ho toccato e denunciato tante cose, abbiamo denunciato il malaffare delle Asp, nella sanità, nelle assicurazioni, nei beni culturali, nei lavori pubblici. C’è una serie infinita. Nel mio caso – ha chiosato Crocetta – dire che non te l’aspetti è proprio guardare la rubrica telefonica…".
 
Come in molti sanno il governatore non è nuovo a intimidazioni, anzi in passato ha rischiato dei veri e propri attentati. Nel 2003 fu sventato un agguato della Stidda (la mafia di Gela) che aveva assoldato un killer venuto dalla Lituania, Minius Marius Denisenko, per uccidere il primo cittadino gelese durante la processione dell’Immacolata dell’8 dicembre. Da quel momento gli viene assegnata la scorta: è costretto a spostarsi su un’auto blindata mentre quattro uomini lo sorvegliano giorno e notte.
 
L’8 febbraio 2008 viene reso pubblico l’esito di una indagine dei magistrati di Caltanissetta e si scopre che Rosario Crocetta è il bersaglio di un progetto di attentato da parte della mafia. Da questo momento, Crocetta avrà raddoppiata la propria scorta (gli agenti che lo proteggono passano da tre a sei, lo stesso numero di coloro che difendono le più alte cariche dello Stato).
 
Nel gennaio del 2010 la Direzione Distrettuale Antimafia sventa un piano di Cosa Nostra per uccidere Rosario Crocetta ed arresta 5 affiliati al clan mafioso Emmanuello di Gela. Crocetta ha commentato: "Ringrazio Dio per ogni giorno di vita che mi regala. La mia vita, da quando ho iniziato a fare il sindaco di Gela, è sempre stata in pericolo".

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