L’industria è ripartita, ora il pressing su Renzi - QdS

L’industria è ripartita, ora il pressing su Renzi

redazione

L’industria è ripartita, ora il pressing su Renzi

martedì 11 Marzo 2014

Incoraggianti i dati Istat. La Cgil: “Serve svolta di politica economica”

ROMA – Timida, ma effettiva, ripresa dell’industria: a gennaio 2014 l’indice Istat destagionalizzato della produzione industriale aumenta, rispetto a dicembre 2013, dell’1,0%. Nella media del trimestre novembre-gennaio l’indice aumenta dello 0,7% rispetto al trimestre immediatamente precedente.
 
Corretto per gli effetti di calendario, a gennaio l’indice aumenta in termini tendenziali dell’1,4% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di gennaio 2013). Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a gennaio 2014, aumenti nei comparti dei beni intermedi (+4,5%), dei beni strumentali (+2,7%) e, in misura meno rilevante, dei beni di consumo (+0,6%). Un calo marcato invece, segna il comparto dell’energia (-5,3%).
 
Rispetto a gennaio 2013, i settori caratterizzati da una crescita più marcata sono: la fabbricazione di mezzi di trasporto (+12,0%), la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+9,6%), la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (+5,9%) e le altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine e apparecchiature (+3,8%). Tra i settori in calo, quelli che a gennaio registrano le diminuzioni tendenziali più ampie sono: l’attività estrattiva (-6,5%), la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-6,4%) e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-5,6%).
Un segnale importante per la ripresa dell’Italia, mentre restava però già molto alto il pressing sindacale sul nuovo premier Renzi. Il segretario della Cgil, Suanna Camusso, ha infatti inveito contro il presidente del Consiglio, dicendo: “Mi è parso disattento al fatto che c’è una parte del Paese che ha pagato un prezzo altissimo durante questa crisi, che ha più volte cercato di invertire le politiche economiche proprio perché la crisi non continuasse a precipitare”, una parte di Paese che attende “una svolta”.
 
Renzi – secondo Camusso – “deve sapere che quella parte del Paese e quella parte del mondo del lavoro e delle pensioni sta guardando ai suoi tanti annunci e alle coerenze che poi ci saranno tra gli annunci che fa e l’idea di avere una effettiva svolta di politica economica”. Il giorno prima la Cgil era passata al contrattacco con il direttivo di Corso d’Italia che aveva fatto sapere che se il governo non darà le risposte necessarie per affrontare l’emergenza occupazione e far fronte alle esigenze dei lavoratori, il sindacato è pronto alla mobilitazione e non esclude anche il ricorso all’arma dello sciopero.

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