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Catania – Anche le botteghe del Comune per le nuove imprese di Librino

Melania Tanteri

Catania – Anche le botteghe del Comune per le nuove imprese di Librino

martedì 11 Marzo 2014

Il sindaco Bianco ha insistito sul controllo del territorio e il potenziamento del commissariato. Affitti agevolati in aggiunta ai vantaggi della Zfu. Due sportelli per gli investitori

CATANIA – Capire tutto sulle Zone franche urbane, occasione imperdibile per creare occupazione e sviluppo. Questo lo scopo del convegno di ieri, organizzato dal sindaco Bianco e focalizzato sulle nuove realtà a fiscalità ridotta – le aree che presentano elevati indici di disagio socio economico e per le quali sono previste agevolazioni fiscali e contributive per le imprese, micro e piccole, che decideranno di investire in quei luoghi – che si è tenuto nel cuore del quartiere catanese di Librino, parte delle 18 aree individuate in tutto il territorio siciliano, per cui dovrebbero arrivare circa 18 milioni di euro.
 
“Le risorse sono significative – ha esordito il sindaco Bianco – anche se non sono enormi ma, se facciamo un buon lavoro e favoriamo la nascita di imprese che poi mettano radici nel territorio, questo quartiere può diventare il cuore pulsante della città di Catania”. L’amministrazione comunale, potrebbe inoltre dare un ulteriore incentivo: “Abbiamo molte botteghe che non sono utilizzate – ha continuato il sindaco – per cui non escludo si possano dare in affitto agevolato a chi voglia investire. Un incontro, quello di ieri, che segue a ruota quello organizzato a Palazzo Esa la scorsa settimana dove i rappresentanti regionali, a cominciare del presidente Rosario Crocetta e dall’assessore alle Attività produttive, Linda Vancheri, avevano già elencato i vantaggi delle Zfu e le modalità per accedere ai bandi.
“Da adesso in poi – ha proseguito il sindaco Bianco – correremo e daremo ogni suggerimento, ogni consiglio, a tutti coloro che ne facessero richiesta. L’assessorato comunale è già pronto – ha sottolineato: apriremo due sportelli, uno al Comune e uno al quartiere, e stenderemo tappeti rossi a chi voglia venire a investire”. Una riunione operativa, dunque, nel corso della quale sono stati approfonditi anche gli aspetti legati al controllo, per evitare che i vantaggi previsti non rimangano sulla carta o peggio, non si tramutino in strumenti per fare arricchire pochi a svantaggio dell’intera popolazione. “È chiaro che chiederò alle forze di polizia, nel momento in cui verranno attivate imprese, di vigilare per contrastare le azioni illegali – ha assicurato il primo cittadino etneo, secondo cui Librino deve diventare un quartiere modello. Il commissariato qui deve essere potenziato – ha aggiunto – e va garantito un maggiore controllo del territorio”. Aspetto, quest’ultimo, ribadito anche dall’assessore Vancheri che, in relazione alle possibili problematiche relative ai controlli sulla documentazione degli imprenditori, ha dato rassicurazioni.
“I rischi si presentano sempre quando si presenta una novità e, in particolare, una così importante – ha detto. Per questo noi ci auguriamo che ci sia stretta collaborazione tra gli attori chiederemo sostegno alle forze dell’ordine, chiedendo la collaborazione, ad esempio, della Guardia di Finanza e dell’agenzia delle entrate, per vigilare”.
Dai rappresentanti della società civile, infine, un invito a coinvolgere maggiormente gli abitanti del quartiere, senza i quali un progetto così ambizioso potrebbe non essere così efficace. Aspetto, questo, ribadito da Antonio Presti, mecenate che ha fatto del quartiere di Librino la sua seconda casa, associando al rione periferico, il termine bellezza. “Ci vuole un ribaltamento storico anche dell’immagine e della storia di questo quartiere, che deve dare sicurezza agli investitori. Bisogna smetterla con questa politica di recupero della devianza: bisogna proporre politiche di sviluppo. Anche la politica sociale deve essere ribaltata, deve offrire assistenza e servizi, e mi sembra che ancora questi oggi non ci siano”. 

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