Forum terzo settore: “In Sicilia fondi per 118 mln di euro non spesi” - QdS

Forum terzo settore: “In Sicilia fondi per 118 mln di euro non spesi”

Giuseppe Paterno di Raddusa

Forum terzo settore: “In Sicilia fondi per 118 mln di euro non spesi”

giovedì 13 Marzo 2014

Dei 66 mln € erogati dalla Regione tra il 2010 e il 2012 non sono pervenute le modalità di investimento. Il residuo più vistoso si registra tra il 2010 e il 2012 con 92 milioni di euro

PALERMO – Quasi 100 milioni di euro: non sono certamente briciole. È la somma cui, attualmente, ammontano le risorse destinate ai 55 distretti socio-sanitari, somma che – incredibile a dirsi – non è ancora stata spesa. A denunciare tale condizione è il Forum regionale del Terzo settore siciliano: è curioso notare – sulla base dei dati forniti dall’Assessorato alla famiglia della regione – che l’ingente cifra non solo non è stata frutto di spese nel periodo compreso tra il 2004 e il 2013, ma che alcuni distretti non hanno ancora speso le risorse a essi destinate nella programmazione 2000-2006. L’indagine del Forum regionale attacca da un lato le risorse manchevolmente non erogate da parte della Regione, dall’altro quelle che – pur a disposizione dei distretti – non vengono fruttuosamente utilizzate per attività in grado di incidere socialmente sul territorio.
Qual è la situazione attuale? Al momento è in fase di conclusione la fase di programmazione dei piani di zona per le politiche sociali 2013/2015: i 55 distretti socio-sanitari dovranno (entro il 31 di marzo) presentare il Piano previsto, con annesse ipotesi e strutturazioni di attività e progetti configurati a livello sociale e territoriale.
Le risorse non presentano cifre di certo abbondanti: 70 milioni di euro – perlomeno, inizialmente – è la somma prevista, cui si potranno in futuro aggiungere ulteriori risorse; come giustamente riporta il Forum, tuttavia, le cifre non esattamente floride non precludono la possibilità, ai distretti, di svolgere appieno il lavoro sulle politiche sociali. Considerato soprattutto il quadro drammatico emerso dai monitoraggi sulle programmazioni comprese tra il 2004 e il 2012: per quanto concerne la programmazione 2004-2006, il totale delle risorse non spese si attesta su oltre 21 milioni di euro (a fronte di un impegno regionale pari a 123 milioni di euro, ne sono stati spesi 102). La situazione non migliora nel triennio 2007-2009: in proporzione a un impegno di 49.387.694,00 euro sono stati spesi 44.243.674,41 euro, lasciando un residuo da utilizzare di oltre 5 milioni di euro.
Eccoci arrivare al dato forse più allarmante, quello relativo al periodo compreso tra il 2010 e il 2012: su un impegno di 130.291.458,00 euro sono stati spesi 38.045.257,12 euro, con un residuo da utilizzare dai distretti di 92 milioni di euro.
Le cifre sono emblematiche di un problema enorme: a fronte di più di 300 milioni di euro di somme impegnate dalla Regione, dal 2004 oltre 118 milioni di euro risultano non spesi. E non finisce qui: nel triennio 2010-2012 sono stati erogati dalla Regione ulteriori fondi per circa 66 milioni di euro, destinati a interventi specifici, dalle modalità di spesa non ancora pervenute. E, inoltre, in seguito a una delibera del Ministero in relazione ai fondi delle politiche sociali e delle non autosufficienze, sono stati rilasciati 52.180.000,00 euro.
La situazione, ça va sans dire, è vistosamente grave: “dietro alle aride cifre ci sono persone in carne e ossa che aspettano servizi, interventi, risposte ai loro bisogni primari”, afferma il Forum terzo settore siciliano. Che propone, nell’ordine, “un’indagine conoscitiva sui distretti e le relative cause delle mancate spese, interventi sostitutivi per sopperire a ritardi e incapacità amministrative, la creazione di un servizio di sostegno Anci-Assessorato Famiglia per quei distretti che – per via di poco personale – non sono in grado di fronteggiare gli adempimenti burocratici necessari all’utilizzo delle risorse, e il coinvolgimento del mondo dell’associazionismo, del volontariato, della cooperazione sociale a sostegno delle attività delle amministrazioni comunali”.

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