Regione, agganciare la ripresa - QdS

Regione, agganciare la ripresa

Carlo Alberto Tregua

Regione, agganciare la ripresa

giovedì 13 Marzo 2014

Ecco cosa fare per lo sviluppo

Abbiamo volentieri dato atto al presidente della Regione di tre risultati positivi: l’approvazione della trasformazione delle Province regionali, clientelari, in Consorzi dei comuni, in precisa applicazione dell’art. 15 dello Statuto, l’avere messo mani in quella schifezza partitocratica che è stata la formazione e, iniziativa recentissima, l’istituzione dei Nuclei speciali, assessorato per assessorato, con l’obiettivo di scoprire la corruzione e l’inefficienza che porta corruzione.
Quando il presidente della Regione raggiunge risultati positivi per i siciliani bisogna dargli merito e noi, che lo critichiamo aspramente, per tante sue inefficienze, in questo caso glielo diamo volentieri. Ma ora la Giunta regionale si deve preoccupare di riformulare il bilancio 2014 per agganciare la ripresa che, anche se lentamente, passerà per la nostra Isola.
Fra i tagli, gli giunge un assist dall’Unione europea che mette un punto definitivo sulla questione dei precari. Non possono più essere né assunti né finanziati.

Di che si tratta? La direttiva Ue 70/99 ha stabilito che non è previsto l’abuso di contratti a tempo determinato, per intenderci quello dei cosiddetti precari. Di abusi la Regione e i Comuni siciliani ne hanno commessi in modo reiterato ed esteso.
Ora è arrivata la parola fine. Infatti, la Corte di giustizia europea ha detto no al precariato italiano, con l’ordinanza del 12 dicembre 2013, per cui nessuna Pubblica amministrazione potrà prorogare i contratti dei cosiddetti precari e, meno che mai, assumerli di nuovo. Con ciò Regione e Comuni non sono più in condizione di finanziare dipendenti a tempo determinato perché se lo facessero, mediante l’inserimento nella bozza della manovra in corso, l’ottimo Commissario Aronica taglierebbe ancora una volta.
Chiuso il capitolo dei precari, dei forestali, dei formatori e di tutti quei siciliani che prendono stipendi e indennità solo in funzione della raccomandazione ottenuta a suo tempo, e perciò privilegiati, vediamo quali sono, da un canto, i tagli al bilancio 2014 che si possono effettuare immediatamente e, dall’altro, quali gli investimenti poliennali su cui investire le risorse così recuperate.

 
Pubblichiamo una pagina nella quale abbiamo elencato dieci voci di tagli e dieci voci di investimenti: sfidiamo chiunque a contestare le cifre elencate in modo dettagliato.
Fra i tagli segnaliamo un miliardo nella sanità, ottocento milioni tra dipendenti e pensionati, 1,4 miliardi per la spesa corrente degli assessorati. Il resto potrete leggerlo all’interno.
Ci preme di più evidenziare i possibili investimenti, sempre elencati nella pagina: messa in sicurezza di 1,3 milioni di immobili con criteri antisismici e uso di bioedilizia; cofinanziamento di progetti che utilizzano già i fondi Ue.
Bandi regionali per la costruzione ed il funzionamento di impianti per la produzione di energia a base di Rsu; aumento dei pernottamenti turistici e affari fino a trenta milioni l’anno, organizzando i comuni in consorzi per l’attuazione di eventi in tutti i 365 giorni dell’anno.

Progettare e utilizzare i quasi duemila chilometri quadrati di terreni incolti per la linea del legno, il Piano per la zootecnia e quello per l’energia.
Occorre il Piano regionale per la logistica e i trasporti: autoporti, porti, interporti, aeroporti, strade e autostrade, linee ferrate e collegamenti fra tutte le infrastrutture, fra cui l’alta velocità light (200 e non 300 chilometri l’ora) fra Messina, Catania e Palermo.
e poi c’è quell’infrastruttura immateriale che è la Banda larga, che consentirebbe lo sviluppo di centinaia di piccole imprese e darebbe opportunità ai giovani che hanno fantasia e competenza.
Infine, pensiamo alla ristrutturazione degli 829 borghi, delle 125 aree culturali nonchè alla sistemazione di 400 zone a rischio idrogeologico (R4+1).
Queste sono le cose da fare subito con decisione e competenza. è inutile continuare a blablare. Il presidente della Regione ha la grande responsabilità di tirare fuori Sicilia e siciliani dal pantano in cui l’hanno fatta precipitare i precedenti presidenti della Regione. se ce la farà, gliene saremo grati, se non se la sente, è meglio che si dimetta subito senza perdere un minuto.

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