Fotovoltaico, in Sicilia vale il 10% del fabbisogno elettrico - QdS

Fotovoltaico, in Sicilia vale il 10% del fabbisogno elettrico

Rosario Battiato

Fotovoltaico, in Sicilia vale il 10% del fabbisogno elettrico

lunedì 17 Marzo 2014

Continua la grande corsa dei pannelli anche nel 2013. I dati sono stati diffusi dagli esperti del polo di settore in Sicilia. Sei milioni di pannelli per oltre 37 mila impianti e una produzione di 1,8 miliardi di chilowattora

PALERMO – La Sicilia corre in groppa al solare. Lo scorso anno la diffusione delle tecnologie che producono energia sfruttando il sole ha toccato un ulteriore record storico senza risentire della fine degli incentivi del conto energia al fotovoltaico. Buoni segnali da una Sicilia green che giungono direttamente dal “Solar Report 2014” del Polo Fotovoltaico della Sicilia diffuso nei giorni scorsi.
Finalmente l’Isola si è accorta di essere la regione più soleggiata d’Italia. Dopo la colossale dormita dei primi anni duemila e la grande abbuffata di eolico, qualcosa si è messo in moto e la tendenza degli ultimi anni lascia registrare buoni risultati e diffonde un certo ottimismo per il futuro del fotovoltaico.
I numeri li hanno messi gli esperti del Polo fotovoltaico di Sicilia. Nell’Isola sono attualmente presenti 6 milioni di pannelli per  37.783 impianti (erano circa 34mila nel 2012) per una potenza installata di oltre 1.200 MW in grado di generare ogni anno 1,8 miliardi di chilowattora. La regina del sole, anche in virtù di una tradizione che la porta ad essere considerata tra le città più irradiate d’Italia, è la provincia di Catania che da sola si prende circa il 19% degli impianti regionali. Numeri impressionati che coprono poco meno di un decimo del fabbisogno di elettricità della regione.
Oggi, grazie a vento aria e acqua, la Sicilia produce il 25% del proprio fabbisogno elettrico per 22 miliardi chilowattora e se questa tendenza dovesse essere confermate le sorprese positive potranno continuare anche nei prossimi anni. Come contraltare a questa situazione le centrali termoelettriche dell’Isola, anche in virtù della priorità di dispacciamento di cui godono le rinnovabili e del contemporaneo crollo dei consumi, hanno registrato la produzione più bassa degli ultimi decenni.
Per le centrali tradizionali sono tempi duri. A livello nazionale nel 2013 la produzione di energia verde è continuata a crescere praticamente su tutti i fronti, +21,4% idroelettrico, +18,9% fotovoltaico, +11,6% eolico e +1% geotermico, mentre continua l’inevitabile declino della tradizionale fonte termoelettrica il cui contributo si è abbassato del 12%.
I dati Terna dicono anche che c’è comunque molto da lavorare perché la fonte più inquinante resta ancora la principale. La domanda di energia elettrica è stata soddisfatta dall’energia verde per poco più del 30% (16% idroelettrica, 7% fotovoltaica, 4,7 eolica, 1,7% geotermica) mentre il 56,8% è sempre riservato alla porzione termoelettrica.
 
La flessione dei consumi è pressoché univoca. In Sicilia la richiesta di energia si è abbassata del 3,9 tra il dicembre del 2012 e lo scorso. Un valore che supera in negativo la media nazionale (-2,2%) passando da 1.805 a 1.735 GWh. Il calo è meno evidente se consideriamo l’intero anno appena trascorso: da 21.649 a 21.122 Gwh che si assesta a -2,4%. Un risultato superiore alla media nazionale che realizza un punto percentuale di differenza in più (-3,4%).
Il recupero green restituisce ai siciliani la salubrità dei luoghi. Per Francesco Meneguzzo e Mario Pagliaro, coautori dello studio del Polo Fotovoltaico, questa situazione “risparmia centinaia di decessi prematuri all’anno dovuti alle emissioni di polveri sottili, il cui impatto sulla salute è molto più rovinoso di quello dell’anidride carbonica emessa dalle centrali termoelettriche”. I due ricercatori fanno riferimento alla rivista di ricerca medica The Lancet, che di recente ha attribuito soprattutto alle polveri sottili, di diametro inferiore a 2,5 micron (millesimi di millimetro) emesse in grandissima quantità dalla combustione del carbone e praticamente non intercettabile da alcun filtro, danni sanitari quantificabili in una morte prematura ogni anno per ogni MW di potenza elettrica alimentata da carbone.

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