Il Sud esiste con sudisti sudditi - QdS

Il Sud esiste con sudisti sudditi

Carlo Alberto Tregua

Il Sud esiste con sudisti sudditi

venerdì 14 Marzo 2014

Il Mezzogiorno diventi locomotiva d’Italia

Qualche giorno fa, a Milano, discutevo con il mio vecchio amico, Marco Vitale, professore alla Bocconi ed economista d’impresa, della clamorosa assenza, nel programma del giovane Matteo Renzi, di qualunque riferimento al Sud.
Esso, com’è noto, può diventare la vera locomotiva del Paese a due condizioni: che tutte le Regioni e i Comuni mettano i conti in ordine; e che il Governo destini risorse da spendere, con precisione, sulle infrastrutture, in modo da rendere attraente e competitivo il territorio delle otto regioni meridionali.
Marco Vitale ha subito pensato a uno slogan efficace: Il Sud esiste. Peccato che Roma non se ne accorga. La responsabilità, però, è quasi esclusivamente di tutta la Classe dirigente meridionale, che ha dormito in questi settant’anni post guerra e continua a dormire pensando agli affari propri e dimenticando che, senza lo sviluppo del Mezzogiorno, tutto il Paese arranca perché lo traina come un peso morto.

La Classe dirigente meridionale non ha capito, o è stata indolente, il rapido cambiamento di tutti i meccanismi di crescita, la globalizzazione, la competitività che deve esserci, senza cui il territorio respinge piuttosto che attrarre.
Nel Sud vi sono due cancri che appesantiscono oltre ogni dire la situazione economico-sociale: la burocrazia inefficiente e corrotta e la criminalità organizzata, che impediscono le attività produttive.
Certo, una responsabilità è a carico di tutta la popolazione, spesso indolente e non disponibile a fare sacrifici. A fronte di questa parte negativa, però, ve n’è un’altra molto intelligente, acuta, che viene apprezzata soprattutto all’estero.
Proprio questo fenomeno depaupera il Mezzogiorno: la perdita dei propri talenti che, non trovando opportunità in casa propria, partono per quei Paesi ove, invece, ne vengono apprezzate le capacità e il merito.
Trasformare tutti i meccanismi anchilosati dell’economia in meccanismi dinamici, sciolti e oleati è uno dei punti programmatici di questo Governo. Ma anche su questo versante deve passare dai pronunciamenti alle azioni concrete.
 

Il Sud potrebbe vivere di ospitalità, di congressistica, di agricoltura moderna, di agroenergia, di zootecnia, sviluppando anche il versante dei servizi innovativi e avanzati che, proprio perché immateriali, possono essere ubicati ovunque.
Le famiglie meridionali dovrebbero smettere di vedere i propri figli come professori, avvocati, commercialisti, umanisti, filosofi e via elencando. In Italia c’è fame di chimici, biologi, fisici, matematici, informatici, ingegneri. C’è bisogno, in altre parole, di tecnici che posseggano competenze e conoscenze. è inutile cercare un lavoro che non c’è e, d’altra parte, non rispondere alle offerte di lavoro, che ci sono, per mancanza di conoscenze.
Proprio questa è la contraddizione: tanta gente cerca un lavoro inesistente e tante imprese cercano operatori competenti senza trovarli.

Il Sud esiste. Altroché, ma i sudisti sono stati sudditi e continuano ad esserlo. Ci riferiamo a quelle centinaia di parlamentari che quando arrivano a Roma si dimenticano da chi sono stati eletti e non intervengono in un progetto equo di sviluppo nazionale, per attirare le risorse indispensabili a rendere competitivo tutto il Mezzogiorno.
La mentalità meridionale ha avuto la mano tesa per chiedere l’elemosina, anziché sviluppare la capacità di essere autosufficiente e utilizzare tutti i fondi europei e statali per le aree sottosviluppate: non distribuendoli in mille rivoli clientelari, che non creano sviluppo, bensì in selezionati filoni di infrastrutture e di modernizzazione che costituiscono i volani dell’economia.
Non si può pretendere che il Governo centrale intervenga nella realtà delle otto regioni meridionali. Occorre che siano i vertici delle Regioni e dei Capoluoghi più importanti a guidare il processo di sviluppo.
Peraltro, Regioni come la Puglia e la Basilicata sono quasi fuori dalla soglia del sottosviluppo. Serve che anche le altre sei crescano rapidamente.
Ciò può accadere soltanto se la Classe dirigente ritornerà, pentita, al proprio ruolo guida, mettendosi alla testa di un movimento di opinione che faccia risorgere il Sud, che esiste.

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