Crocetta sbuffa: "Le imprese si lamentano sempre" - QdS

Crocetta sbuffa: “Le imprese si lamentano sempre”

redazione

Crocetta sbuffa: “Le imprese si lamentano sempre”

martedì 18 Marzo 2014

Il presidente della Regione: "Non siamo così folli da bloccare l'addizionale Irpef per 30 anni, ma purtroppo ci hanno chiesto misure eccezionali per pagare i debiti con le aziende". Confcommercio, Confindustria e M5S chiedono di intervenire attraverso i tagli alla spesa

Non si contano più le critiche piovute addosso al Governo regionale, “reo” di voler accendere un mutuo da 1 miliardo di euro per pagare i debiti con le imprese attraverso il congelamento per trent’anni delle addizionali Irpef e Irap, al momento tra le più alte d’Italia. Confindustria, Confcommercio, i sindacati: tutti concordano nel ritenere che, sebbene sia necessario onorare l’impegno con le aziende ormai alla canna del gas, condannare intere generazioni di siciliani a una tassazione così elevata frenerebbe lo sviluppo e allontanerebbe, ancor di più, gli investitori stranieri.
 
Rosario Crocetta lo sa bene. “Non siamo cosi folli da bloccare l’addizionale Irpef per 30 anni – ha spiegato il governatore – ma purtroppo ci hanno chiesto misure eccezionali per pagare i debiti con le imprese, debiti che non ha fatto certo il mio governo. Non abbiamo la bacchetta magica e non facciamo miracoli: dovremo verificare col governo nazionale e col commissario dello Stato la norma proposta a giugno e cioè di fare tutto a carico del risparmio in modo da operare la riduzione dell’addizionale Irpef. Ma questo si può fare dal 2017 in poi”.
 
L’alternativa, però, a detta di molti c’è: tagliare in maniera drastica tutte quelle spese inutili e clientelari che annidano tra i gangli della Regione e del Parlamento siculo. Ieri il Movimento cinque stelle ne ha elencati alcuni: la riorganizzazione delle pensioni “d’oro” regionali e dell’Ars; la pratica del virtuosismo di bilancio, per destinare due terzi delle maggiori entrate e dei risparmi di spesa a neutralizzare l’incremento delle imposte; la razionalizzazione delle risorse sanitarie.
 
Sulla necessità di ricorrere alla revisione della spesa, come dicevamo, è intervenuto il leader degli industriali siciliani, Antonello Montante, e anche Pietro Agen, presidente di Confcommercio Sicilia. “Confcommercio ripete da mesi – ha ricordato Agen – che è necessario mettere mano ai tagli, e non solo nella sanità, secondo linee strategiche e possibilmente condivise, altrimenti, come da italica abitudine della vecchia politica, finiremo per ipotecare il futuro dei nostri giovani ed il presente delle nostre aziende”.
 
Il presidente della Regione incassa, ma guarda avanti: “Le imprese si lamentano sempre”, ma “non mi riferisco ovviamente a Confindustria Sicilia”, si è affrettato a precisare Crocetta. “Invece delle lamentale – ha continuato – si dovrebbe fare una denuncia forte per capire dove siano finiti questi 850 milioni che erano destinati a pagare le imprese, come si siano potuti spendere oltre i bilanci”.
 
Crocetta ha poi proseguito: “C’è il commissario dello Stato che chiede che tutti i risparmi vengano destinati al fondo rischi, che anch’io voglio ripristinare, perché non dimentichiamo che i bilanci del 2011 e del 2012 presentavano un buco rispettivamente di due miliardi e di un miliardo, che abbiamo coperto". "Quindi come si fa a pensare – ha osservato governatore – di ridurre le entrate nel momento in cui l’oggetto dell’impugnativa era quello? Mi sembra improponibile”.
 
“Non pagare le imprese d’altronde – ha sottolineato – avrebbe conseguenze sull’economia e dunque occorre che le aziende si accontentino di una mediazione, non possono volere la botte piena e la moglie ubriaca. Vogliono il risanamento del bilancio ma anche essere pagati, e in tutto questo senza aumenti delle tasse, che noi peraltro stiamo diminuendo”.
 

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