Raffineria di Gela, vecchia e pericolosa - QdS

Raffineria di Gela, vecchia e pericolosa

redazione

Raffineria di Gela, vecchia e pericolosa

martedì 18 Marzo 2014

A tre giorni dal disastro, il deputato del Nuovo centrodestra Alessandro Pagano denuncia le pessime condizioni dello stabilimento. Intanto l'Arpa è al lavoro per calcolare i danni all'ambiente e gli eventuali rischi per la salute dei cittadini

“L’incendio scoppiato nello stabilimento Eni di Gela lo scorso 15 marzo e domato dopo due ore non è che l’ultimo episodio di una lunga serie di ‘incidenti’ verificatisi all’interno della raffineria, con gravi ripercussioni a livello ambientale e della sicurezza, che dimostra la scarsa capacità gestionale dei vertici del colosso energetico ma anche l’obsolescenza degli impianti dato che le tecnologie di ultima generazione sono in grado di risolvere simili emergenze in mezz’ora e non dopo oltre due ore". Ad affermarlo il deputato di Nuovo Centrodestra, Alessandro Pagano.
 
"Il disastro di qualche giorno fa – prosegue – dimostra inoltre come gli investimenti previsti dal management Eni non siano affatto risolutivi, in quanto basati su vecchie logiche gestionali e sulla volontà di mantenere in piedi impianti superati e mal gestiti. Tuttavia, nonostante le evidenti criticità del comparto raffinazione, che ha registrato perdite record nel solo 2013 dell’ordine di 813 mln di euro nel settore ‘refining’ – cifre astronomiche cui ha contribuito pesantemente lo stabilimento di Gela – i vertici Eni continuano a ‘latitare’, anziché varare un piano d’interventi radicale puntando tutto su innovazione tecnologica e scientifica e nuovi indirizzi gestionali".
 
"Se a tutto ciò si aggiunge che in queste ore la magistratura ha disposto il sequestro dell’impianto colpito dall’incendio, che prelude al blocco complessivo della raffineria, è facile immaginare le gravi conseguenze sia sul piano economico che morale per tutti i dipendenti che scaturiranno da questa incredibile vicenda. Per salvaguardare i cittadini e l’economia del territorio, nonché per non disperdere un know how così notevole quale è quello di Eni, abbiamo il dovere di impedirlo ed è per questo che intendiamo presentare al più presto un’interrogazione urgente al ministro dello Sviluppo Economico", conclude.
 
Intanto, a tre giorni dal disastro, i laboratori di analisi dell’Arpa Sicilia sono al lavoro per definire i danni all’ambiente. I tecnici, infatti, hanno proceduto alla verifica dell’eventuale contaminazione delle acque del canale che corre nelle adiacenze della zona interessata dall’incendio. Sui campioni di acqua si cerca anche la presenza di metalli pesanti e di Ipa (idrocarburi policiclici aromatici). I risultati delle analisi saranno pubblicati sul sito istituzionale dell’Agenzia.
 

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