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Formazione: chiesto arresto per Genovese, big del Partito democratico

redazione

Formazione: chiesto arresto per Genovese, big del Partito democratico

mercoledì 19 Marzo 2014

E' la prima volta in questa legislatura che viene chiesta l'autorizzazione a procedere verso un deputato: l'accusa è di riciclaggio, frode e associazione per delinquere. Renziano, decisivo fu il suo apporto alla vittoria di Rosario Crocetta

Parlare di terremoto nella formazione professionale di Sicilia non fa più notizia, gli scandali scoppiano un giorno sì e un giorno no. Ma adesso per Francantonio Genovese, mammasantissima del Pd in provincia di Messina – soprannominato mister ventimila preferenze – è stata formalizzata la richiesta di arresto.
 
Il Gip di Messina ha accolto l’istanza della locale procura peloritana e ora sul provvedimento dovrà pronunciarsi la Camera dei Deputati (alla cui presidenza è stata inviata la richiesta di autorizzazione a procedere). È questo l’ennesimo schiaffo a un sistema clientelare che ha costruito voti e posizioni di potere sulla pelle (e con i soldi) dei cittadini.
 
A Genovese, infatti, la Procura contesta di essere stato il promotore dell’associazione per delinquere, di aver commesso il reato di riciclaggio per avere intascato, sotto forma di consulenze, oltre 600.000 euro da parte di società del proprio gruppo, parte dei quali erano provento di peculati e frodi alla Regione Siciliana, e di averli poi messi in circolo mediante pagamenti per operazioni inesistenti in modo da non rendere possibile la ricostruzione delle operazioni. Secondo la tesi dell’accusa il parlamentare del Pd avrebbe anche operato un vorticoso giro di false fatture tra sé stesso e società del gruppo a lui riconducibili per frodare sistematicamente il fisco e non pagare le tasse.
 
Le società gestite da Genovese – gli Enti di formazione finiti sotto accusa – erano già da tempo nel mirino della magistratura. Qualche tempo fa la Procura di Messina aveva già aperto un’indagine verso lo stesso deputato nazionale e verso il cognato, Franco Rinaldi, attuale deputato del Pd. Non solo, ma anche le mogli di entrambi erano finite ai domiciliari per lo scandalo che ha colpito la “democratica ditta” Genovese&parenti.
 
Adesso, oltre ai già noti Lumen, Aram, Ancol sono finiti sotto inchiesta anche gli enti Enfap, Enaip, Ial, Training service L&C Learning e consulting, Cesam, Ecap, Esofop, Apindustria e Reti.
 
Oltre alla richiesta di arresto per Genovese, quattro persone sono state sottoposte agli arresti domiciliari da polizia e guardia di finanza. Si tratta dell’ex sindaco di San Piero Patti (Messina) Salvatore La Macchia, Roberto Giunta, Domenico Fazio e del commercialista Stefano Galletti: i primi tre sono collaboratori della segretaria politica di Francantonio Genovese. Giunta e Fazio sono anche collaboratori del deputato regionale del Pd Franco Rinaldi, cognato di Genovese, e anche lui indagato.
 
Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche destinate al finanziamento di progetti formativi tenuti da numerosi centri di formazione professionale.
 
Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto, Sebastiano Ardita, e dai sostituti, Camillo Falvo, Liliana Todaro, Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti, avrebbero permesso di accertare che i soggetti indagati, attraverso gli Enti di formazione e società appositamente create, grazie a prezzi gonfiati per l’acquisto di beni e servizi o, addirittura, a prestazioni totalmente simulate, sottraevano a loro vantaggio i fondi assegnati per lo svolgimento dei corsi di formazione. La gran parte degli indagati sono risultati tra loro legati da vincoli di parentela e di assoluta fiducia.
 
Ci sono inoltre dei risvolti politici nella vicenda e di non poco conto. È la prima volta, in questa legislatura, che è richiesto l’arresto di un parlamentare. E non uno qualsiasi, bensì un renziano (ma il premier non voleva rottamarli?) folgorato sulla via della parte “giusta”, nonché uno dei principali artefici della vittoria di Rosario Crocetta alle regionali del 2012. Basti pensare che in provincia di Messina il Pd ha preso percentuali che solitamente in Sicilia si sogna: oltre 45 mila voti, praticamente il doppio della seconda lista (l’Udc), la gran parte dei quali sono andati al cognato di Genovese, Franco Rinaldi che incassò quasi 19 mila suffragi.
 
Un granaio di preferenze il cui lezzo adesso arriva fino a Palazzo Chigi. Un fetore di clientele e malapolitica che Matteo Renzi, che del Pd è anche segretario eletto a furor di popolo, e Rosario Crocetta non potranno più ignorare.
 

 
Ex sindaco di Messsina, ex segretario regionale del Pd: chi è Francantonio Genovese
 
Francantonio Genovese, il primo parlamentare di questa legislatura per il quale è stato chiesto l’arresto, è nato a Messina, ed ha 43 anni, essendo nato il 24 dicembre del 1968. Avvocato, alle ultime primarie si è schierato con la corrente che fa capo al segretario Partito democratico Matteo Renzi. È figlio del senatore Luigi Genovese e nipote del più volte ministro Nino Gullotti, entrambi esponenti dell’allora Democrazia cristiana. Nel 1998 è stato assessore all’agricoltura nella giunta provinciale di Messina. Nel 2001 è deputato all’Assemblea Regionale Siciliana e nel 2005 è eletto sindaco di Messina. Nel 2007 è anche eletto segretario regionale del Partito Democratico in Sicilia, sostenendo la corrente di Veltroni. Alle elezioni politiche del 2008 eletto alla Camera dei deputati , è divenuto componente e segretario della commissione antimafia. Riconfermato alla Camera nella Legislatura del 2013 è componente della Commissione Bilancio. Attivo anche nel campo imprenditoriale, è azionista e dirigente di una società di trasporto marittimo privato che opera nello Stretto di Messina.

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