Formazione professionale: Fi presenta mozione per riattivare organo d’indagine - QdS

Formazione professionale: Fi presenta mozione per riattivare organo d’indagine

Michele Giuliano

Formazione professionale: Fi presenta mozione per riattivare organo d’indagine

giovedì 20 Marzo 2014

All’orizzonte una commissione parlamentare d’inchiesta sugli sprechi, arriva l’ok dell’assessore Nelli Scilabra. Si punta a verificare l’efficacia, l’efficienza e il buon andamento dell’azione amministrativa

PALERMO – Un’altra commissione d’inchiesta sulla formazione professionale in Sicilia? Ipotesi più che plausibile. Il gruppo parlamentare all’Ars di Forza Italia ha presentato una richiesta formale per riattivare l’organo di indagine con un unico obiettivo: “A distanza di un anno e mezzo dall’insediamento del nuovo governo – dice il capogruppo dei forzisti, Marco Falcone – questo settore è ancora pieno di problemi e sul quale ci sono ancora troppe ombre”.
I berlusconiani hanno presentato formalmente una mozione: ora sarà chiamata ad esprimersi l’aula in merito e se arriverà l’ok si prevede che tale commissione lavori per un trimestre. L’organo si propone di mettere in luce tutti gli elementi utili a verificare l’efficacia, l’efficienza e il buon andamento dell’azione amministrativa con particolare riferimento alla continuità nell’erogazione del servizio pubblico, all’entità e alla legittimità delle risorse impegnate per i programmi comunitari (anche nell’ambito degli Avvisi 19 e 20) e ai fondi trasferiti dallo Stato, a valutare eventuali inefficienze e sprechi a partire dalla ricognizione sulle modalità di finanziamento degli enti.
“Vogliamo valutare – aggiunge il deputato forzista Vincenzo Figuccia –  il comportamento degli enti rispetto ai dipendenti, rispetto ai servizi formativi essenziali, rispetto alle somme che sono state spese in tre anni, per comprendere cosa si sta facendo per tutelare i dipendenti”. Al gruppo parlamentare di Forza Italia non quadrano alcune situazioni: “Alcuni enti fanno i furbi – aggiunge Falcone -: a fronte di licenziamenti in massa generalizzati hanno fatto anche assunzioni a tempo indeterminato. In più pare che non siano concrete neppure le coperture che dovevano avere gli sportelli multifunzionali per il progetto realizzato dal Ciapi”.
L’assessore regionale alla Formazione, Nelli Scilabra, vede di buon occhio questa iniziativa: “Condivido l’ipotesi di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta. Mi auguro che queste intenzioni si traducano in una reale e concreta collaborazione tra Governo e Parlamento per rafforzare quanto abbiamo fatto in questo anno di attività”. Proprio in questi giorni è esploso anche lo scandalo delle mancate rendicontazioni da parte degli enti di formazione che vanno dal 2003 al 2011. La Regione ha chiesto agli enti stessi di presentare la documentazione necessaria per la verifica della regolarità delle attività svolte.
 

 
Spese ingiustificate. Alcuni enti non rendicontavano dal 1998
 
PALERMO – L’attuale governo regionale ha cercato di introdurre molti paletti per arginare la spesa della formazione. L’assessore Scialbra racconta che da quando si è insediata gli uffici, da un controllo effettuato, hanno appurato addirittura che c’erano enti che non rendicontavano dal 1998. Le tantissime vicende giudiziarie hanno poi acclarato questo sistema “truffaldino”, dove gli enti hanno continuato indisturbati a fare soldi sulle spalle dei loro stessi dipendenti e soprattutto delle migliaia di disoccupati siciliani che speravano di formarsi adeguatamente per trovare un lavoro. Gli enti coinvolti nelle vicende giudiziarie, contro cui l’assessorato si è costituito parte civile nei processi, hanno avuto revocato l’accreditamento. Stessa sorte è toccata allo Ial, uno dei più grandi centri formativi siciliani, a cui sono state contestate originariamente spese non giustificate per 18 milioni di euro. A dire il vero il vecchio dirigente del Dipartimento regionale, Ludovico Albert aveva già tracciato la strada.

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