Azzardo, per gli anziani dell’Isola non è più un gioco ma patologia - QdS

Azzardo, per gli anziani dell’Isola non è più un gioco ma patologia

Gianluca Di Maita

Azzardo, per gli anziani dell’Isola non è più un gioco ma patologia

martedì 25 Marzo 2014

Il 70,7% dei partecipanti all’indagine del gruppo Abele ha “rischiato” almeno una volta nell’ultimo anno. Il 16,4% degli esaminati è affetto da ludopatia e pertanto necessita di cure

PALERMO – Si suole dire che un calice di vino al giorno per gli anziani è l’equivalente di un bicchiere di latte per i bambini. Tuttavia oggi forse sarebbe più corretto sostituire le bevande con le slot machines, con l’unica differenza però che di salutare non vi è proprio niente.
Il boom nel mondo degli over 65 del gioco d’azzardo è stato fotografato da un’indagine condotta dal gruppo Abele auser nazionale e in collaborazione con Libera, che ha esplorato il comportamento di gioco d’azzardo di circa 1.000 anziani over 65 in 15 regioni d’Italia, tra cui la Sicilia.
Dal punto di vista prettamente economico è interessante notare come accanto all’ormai notevole fatturato annuo delle lobbies del gioco (oltre 90 miliardi ), vi è un altro dato che è questa volta indice dei costi sanitari e giudiziari dello Stato relativi proprio alla sopportazione della dipedenza dal gioco: oltre 6 miliardi all’anno.
Sebbene il campione assunto dall’indagine non possa essere considerato puramente statistico, i risultati dello studio rendono chiara l’idea di quanto gli effetti del fenomeno siano in aumentato. Il 70,7% dei partecipanti all’indagine ha giocato d’azzardo almeno una volta nel corso dell’anno precedente lo studio. Le tipologie di gioco maggiormente utilizzate sono stati Gratta e vinci e lotterie istantanee (dato in linea con la totalità della altre indagini in materia), Lotto e Superenalotto. Per quanto riguarda i giochi che nell’immaginario sono maggiormente preferiti, il 30% dei giocatori over 65 predilige giocare al Lotto e Superenalotto, il 26,6% Gratta e vinci e lotterie istantanee, il 15% il Totocalcio e totip, il 10,2% i Giochi di carte a soldi, il 3,8% Slot e Video lottery.
 
In linea con la tesi che questo uso smodato sia in parte da ricollegare alla sempre più pericolosa assenza di reali centri di aggregazione sociale, vi è il dato relativo ai luoghi dove più gli over 65 si danno al gioco: ricevitorie e tabaccherie (44,9%), seguiti da bar (24%), l’abitazione privata (8%), i Centri commerciali (6,4%).
Il motivo principale per cui sempre più gente percorre questa pericolosa via è quello di vincere denaro (45,3%), seguito dal divertimento (19,7%) e da quello di incontrare persone (8,8%).
In questi anni abbiamo visto come la tendenza a giocare è stata caratterizzata da un crescendo costante, che in parte è dovuto all’acutizzarsi della crisi. Partendo dal dato che il 92,7% degli intervistati è pensionato, è rilevante il fatto che la maggior (il 41% dei casi) ha dichiarato di disporre di una cifra inclusa tra 1.001 e 1.500 euro al mese; per il 16% lo stipendio/pensione è incluso tra 1.501 e 1.800 euro; solo per l’8,2% raggiunge i 2.000 euro mensili. Il 23% possiede tra 501 e 1.000 euro, e il 5,8%, infine, ha meno di 500 euro al mese.
Per quanto riguarda l’aspetto patologico del fenomeno, l’indagine ha previsto l’utilizzo della scala Canadian problem gambling index, uno strumento utilizzato a livello internazionale per valutare il livello di rischio/problematicità/patologia. Il 56,6% dei giocatori rispondenti è risultato "non problematico": si tratta di persone che giocano d’azzardo, ma con abitudini che al momento non comportano loro problemi economici o di salute. Il 14,4% è risultato "a rischio”, il che significa una presenza di elementi problematici che potrebbero nel tempo evolvere in situazioni più gravi. Per il 16,4%, invece, il gioco d’azzardo sembra già rappresentare un problema di gravità medio/elevata e che richiederebbe un intervento specialistico.

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