Ignazio Visco a Pavia: «Puntare sulla crescita» - QdS

Ignazio Visco a Pavia: «Puntare sulla crescita»

Oriana Sipala

Ignazio Visco a Pavia: «Puntare sulla crescita»

mercoledì 26 Marzo 2014

Il governatore di Bankitalia dice no a politiche restrittive per ridurre il debito

PAVIA – Cautamente ottimista. Così si potrebbe definire il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, a giudicare dalle parole da lui pronunciate a Pavia, durante la lectio magistralis all’Almo collegio Borromeo. “I rischi sono ancora presenti, le tensioni sono pronte a riaccendersi”, per questo le riforme strutturali sono “un passaggio essenziale per il rilancio del Paese”, avrebbe infatti affermato il numero uno di Via Nazionale. “Gli interventi da attuare – ha poi continuato – sono stati da tempo individuati. Il processo di coordinamento europeo potrebbe contribuire a definirne meglio i dettagli, ma la responsabilità ultima delle riforme resta nazionale”.
“In un contesto ancora carico di tensioni – ha aggiunto il governatore-, basta poco a incrinare la fiducia degli investitori”. “È successo tra l’estate del 2011 e la primavera del 2012, quando la quota di titoli pubblici italiani in mani estere scese drasticamente”, ha proseguito Visco, ricordando inoltre che “il ricorso annuo del Tesoro ai mercati sia dell’ordine di 400 miliardi”. Quanto agli strumenti per la stabilità, il governatore di Bankitalia ha sottolineato che “la politica monetaria unica è in grado di garantire la stabilità solo se i fondamentali economici e l’architettura istituzionale dell’area sono con essa coerenti”.
Ignazio Visco si schiera, inoltre, contro le maxi-manovre e le politiche restrittive finalizzate a tagliare il debito. Bisogna puntare piuttosto su crescita e investimenti. Per ridurre l’alto debito pubblico dell’Italia, afferma il governatore “a differenza di quanto sostenuto da alcuni commentatori, non sarebbero necessarie manovre correttive da 40-50 miliardi all’anno, non sarebbe richiesto mantenere un orientamento permanentemente restrittivo alla politica di bilancio”. “Anche se la regola sul debito prevede alcuni margini di flessibilità – aggiunge il banchiere centrale – è comunque sulla crescita reale dell’economia, quindi sulla ripresa degli investimenti, al tempo stesso fattore di offerta e componente fondamentale della domanda, che bisogna puntare”.
Visco ha poi piegato che “la regola sul debito pubblico, che sarà applicata all’Italia per la prima volta nel 2016, richiede una riduzione media annua del suo rapporto rispetto al Pil pari a circa un ventesimo della parte che eccede il limite del 60%”. Per rispettarla, ha proseguito, “non è necessario ridurre il valore nominale del debito. In condizioni di crescita normale, vicina al 3% nominale, sarebbe sufficiente mantenere il pareggio strutturale del bilancio”.
Mantenendo un atteggiamento di cauta positività, Visco aggiunge poi che il Paese non è in una situazione di deflazione, ma occorre mantenere alta la guardia sulla stabilità dei prezzi: “L’inflazione continua situarsi al di sotto del livello compatibile con la definizione di stabilità dei prezzi adottata dalla Bce”. Il rischio “che le aspettative di inflazione a lungo termine perdano il riferimento alla stabilità dei prezzi va contrastato con determinazione. È un rischio contenuto, ma vi sono segnali che non vanno sottovalutati”. Secondo un’indagine condotta dalla Bce si attesta al 20% la probabilità che tra due anni l’inflazione si collochi su un livello pari o inferiore allo 0,9%. “In questo contesto – ha concluso Visco – il Consiglio direttivo della Bce ha riaffermato l’intenzione di mantenere condizioni monetarie accomodanti per tutto il tempo necessario e ha ribadito con fermezza che i tassi ufficiali rimarranno su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un periodo prolungato. In linea con il proprio mandato, il Consiglio utilizzerà tutti gli strumenti necessari per mantenere la stabilità dei prezzi”.

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