La cura dei libri fa bene alla persona - QdS

La cura dei libri fa bene alla persona

Carlo Alberto Tregua

La cura dei libri fa bene alla persona

giovedì 27 Marzo 2014
è ormai provato che quando il cervello è tenuto in attività, quanto più intensa tanto più il corpo funziona meglio. Non è solo un fatto psicologico, ma chimico. Infatti, un’intensa attività cerebrale stimola la produzione delle endorfine, di serotonina ed altri ormoni che fanno funzionare meglio tutte le attività corporee.
La mente è stimolata se apprende e apprende da ogni fonte, ma soprattutto dai libri. Umberto Eco, in una sua bustina di Minerva, prevede ancora un brillante futuro di ogni manufatto di carta. la profezia della scomparsa del supporto cartaceo si ribalta e, una volta raggiunto uno zoccolo duro, dopo la decrescita comincia la crescita. Questo perchè, toccare la carta, siano libri o giornali, poterci scrivere sopra con appunti e sottolineature, farci magari le “orecchiette”, è un modo fisico di avere a che fare con il sapere.
Romanzi, poesia, saggi fanno comprendere meglio la propria condizione e aiutano a stare bene: questa attività si denomina biblioterapia.

Da essa, non solo si ottengono benefici psichici, ma risultati nella riabilitazione delle malattie croniche.
La crisi che ha colpito la parte, cosiddetta evoluta, dell’Umanità, deriva anche da una ignoranza di ritorno. Il materialismo ha devastato i rapporti umani e sconnesso tanti modi di fare basati sull’Etica. Nessuno capisce cosa sia l’Etica se non legge e non immagazzina sapere, per cui non distingue più che cosa sia bene e che cosa sia male.
Ne consegue che la corruzione dilaga perché ognuno cerca di portare acqua al proprio mulino, ignorando volutamente il principio secondo cui gli interessi generali della Comunità vengono prima dei propri.
Cinquecento anni fa, Niccolò Macchiavelli (1469 – 1527) scrisse Il Principe, nel quale mette in evidenza le debolezze umane, ma anche le Regole della politica e pone il dilemma se sia meglio essere temuti o amati. Sostiene, Macchiavelli, che i sudditi si governano solo con l’inganno. Se confrontiamo la figura del Duca Valentino con quella di Papa Francesco emerge uno stridore, perchè il primo nuota nel lusso e negli agi, il secondo dorme in convento, dribla la Curia romana, parla come un prete di campagna e si pone in fondo alla scala per cercare di comprendere chi vìola le norme morali.
 

 Soprattutto, punta il dito contro la corruzione, in primis quella politica, che va estirpata. Bergoglio ha capito che la corruzione è peggio della mafia perchè, in un suo volumetto, Guarire dalla corruzione, evidenzia come il corrotto salvi sempre le apparenze, coltivi le buone maniere per nascondere le sue abitudini cattive e sembra che abbia anche stile: tuttavia è corrotto.
Leggendo, non certo su Wikipedia,  e mettendo a confronto la propria natura con i testi che fanno pensare, non solo si tiene in piena attività il proprio cervello ma anche, come si scriveva prima, il proprio corpo.
Come è buona la fame del sapere: un appetito sano e nutriente perchè fa comprendere l’essenza e la natura della vita, non solo, ma anche le Regole imperscrutabili e insondabili della Natura, secondo cui un corpo nasce e muore, mentre lo Spirito, secondo noi, ritorna allo stato di energia e continua a vivere nella mente di chi lo ricordi.

Vi sono persone che continuano a lamentarsi delle disgrazie che cadono sulle loro teste. Che ogni giorno noi incontriamo difficoltà deve essere considerata una circostanza normale, ma se abbiamo immagazzinato sapere e conosciamo un po’ meglio i meccanismi del vivere, addestreremo la nostra mente a cercare e trovare le soluzioni che possano superare le difficoltà; cioé essere positivi e propositivi.
Lamentarsi non serve a niente ed a nessuno. Le sconfitte non devono deprimere, anzi devono essere utili per rinforzare la propria capacità e per aumentare la propria forza d’animo indispensabile per affrontare le contrarietà.
Ognuno di noi ha un carattere diverso, ma tutti dovremmo avere la capacità di comprendere che se siamo vivi dobbiamo onorare la vita con atti e comportamenti costruttivi a favore della collettività e, solo in subordine, di noi stessi.
Vivere, come andiamo scrivendo, non è facile, ma diventa semplice se siamo convinti di noi stessi, se abbiamo autostima indirizzata al fare e non al parlare e, soprattutto a fare bene e a fare del bene.

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