L’Italia accoglie Obama. Il premier: “Yes we can” - QdS

L’Italia accoglie Obama. Il premier: “Yes we can”

Oriana Sipala

L’Italia accoglie Obama. Il premier: “Yes we can”

venerdì 28 Marzo 2014

Il presidente americano ha incontrato ieri Papa Francesco, Napolitano e Renzi

ROMA – Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, in visita in Italia, ha fatto il tour delle maggiori istituzioni politiche del Paese. Dopo aver incontrato Papa Francesco e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ieri pomeriggio ha visto anche il premier Matteo Renzi a Villa Madama. “È un grande piacere ospitarlo a Villa Madama – ha detto il premier -. Tutti i giornalisti italiani sanno che Obama non solo è il presidente Usa: per me e la mia squadra è fonte di ispirazione”. “Il dialogo di oggi conferma la grande amicizia e partnership” tra Italia e Usa, ha aggiunto Renzi al termine del bilaterale con il presidente americano. La sfida lanciata da Barack Obama alle relazioni tra Ue e Usa “è affascinante”, ha spiegato Renzi che poi ha aggiunto: “L’Europa ha bisogno di crescita e occupazione”.
Il premier ha poi ringraziato il presidente Obama per il dialogo relativo “alla difesa di valori comuni, di ideali comuni”. “La nostra cooperazione e partnership spaziano dalle grandi questioni internazionali alla vita di tutti giorni”, ha detto il primo ministro. “I nostri nonni – ha continuato – hanno combattuto per l’Europa, gli Usa hanno combattuto per salvare la democrazia in Europa.
 
Mia mamma piangeva davanti alle immagini del crollo del muro di Berlino. Serve un percorso di unificazione dell’Europa in cui l’Europa sia terra di cooperazione ma anche di crescita e occupazione”. E ancora, sull’obiettivo di portare il tema della crescita e dell’occupazione nel semestre Ue, così si esprime Renzi: “Vogliamo cambiare l’Italia, e Obama lo sa, perché se lo facciamo diamo una mano a cambiare l’Ue”. La visita di Obama, secondo Renzi, non è solo un gesto simbolico, ma un incoraggiamento. è un “appuntamento molto importante per nostro governo. Quel messaggio che ha caratterizzato la campagna di Obama, ‘Yes we can’, oggi vale anche per noi in Italia”.
Scambio di vedute anche per quanto riguarda la crisi ucraina, a proposito della quale, il premier Matteo Renzi avrebbe affermato che “a Bruxelles abbiamo condiviso la dura e forte protesta per le scelte contro il diritto internazionale compiute dalla Russia”. Intesa innegabile, dunque, tra i due leader Renzi e Obama. Il presidente è rimasto, con tutta evidenza, favorevolmente impressionato dall’energia e dall’atteggiamento propositivo del giovane premier. “Buon pomeriggio”, ha esordito in italiano. È “meraviglioso essere tornati a Roma, una delle più grandi città del mondo”, ha poi aggiunto, estendendo Renzi un invito alla Casa Bianca.
Lungo e positivo si è rivelato anche l’incontro di Obama con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che si è svolto al Quirinale ancor prima del confronto con Renzi. Qui, la massima autorità americana si è trattenuta per oltre due ore, più di quanto inizialmente previsto. Dopo il face to face tra i due presidenti, la riunione si è allargata al segretario di stato John Kerry, al consigliere della sicurezza nazionale Susan Rice e, per l’Italia, al ministro degli Esteri Federica Mogherini e ad alcuni consiglieri del presidente Napolitano.
L’intesa con il colosso statunitense è strategica per gli equilibri internazionali, non a caso i discorsi fatti al Quirinale hanno toccato questioni che interessano non tanto l’Italia, quanto il ruolo che questa riveste in Europa. Si è infatti passati per vari temi, dall’uscita del Vecchio continente dalla stagnazione alla situazione in Ucraina, fino ad arrivare al conflitto insoluto in Siria e alla questione Iran.
Nel dialogo con Papa Francesco, che Obama ha incontrato per la prima volta, la discussione è andata più verso una declinazione etica delle tematiche affrontate, che hanno riguardato la lotta alla povertà, i diritti degli omosessuali, la delicata questione dell’aborto. Temi, insomma, che meritano centralità e attenzione, al pari di quelli relativi alla crisi economica e alle scelte politiche adottate per superarla.

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