Fonti solari, Sicilia ancora ai margini - QdS

Fonti solari, Sicilia ancora ai margini

Margherita Montalto

Fonti solari, Sicilia ancora ai margini

domenica 30 Marzo 2014

Gli ultimi dati sono emersi nel recente convegno organizzato dall’Apea Catania, Enea e Cutgana. Dal Patto dei Sindaci l’occasione di colmare i divari con fondi fuori dal Patto di Stabilità

CATANIA – La Sicilia si candida a “Distretto tecnologico delle energie rinnovabili nel Mediterraneo”. Ancora oggi è fanalino di coda nell’utilizzo del “solare” per gli edifici pubblici e privati e nell’ottenimento delle agevolazioni fiscali per il conseguimento della riqualificazione energetica degli edifici esistenti. Nonostante la posizione geografica e il clima, la Sicilia potrebbe essere fra le regioni più agevolate e privilegiate. I dati, emersi nel corso del seminario che si è svolto in questi giorni nell’aula magna del Polo Bioscientifico dell’Università di Catania, sul tema "L’Efficienza premia; scegli l’Efficienza", organizzato dall’Apea Catania, Enea e Cutgana, non sono stati gratificanti.
“La Sicilia è una regione in cui tutti dovrebbero utilizzare le energie rinnovabili vista l’importante esposizione solare ed alla luce dell’aumento dei costi di importazione delle materie prime e dei consumi per il riscaldamento e raffreddamento degli edifici e per la produzione di acqua calda sanitaria – ha spiegato Gaetano Fasano dell’Enea Utee-Ert con un intervento su “Efficienza energetica e misure di incentivazione”. Nel 2010 i consumi di energia hanno raggiunto i 48 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) tra residenziale e terziario, mentre nel 2009 46,9 Mtep e nel 2007 42,8 Mtep. Questo perché alcune case sono state riqualificate con gli impianti energetici, prima inesistenti, ed anche perché sono aumentati i consumi elettrici per il raffreddamento in estate e per gli apparecchi bruni. Lo Stato è intervenuto con gli incentivi tramite i bandi Smart cities, Fondo Kyoto, 65%, Conto energia 2012 e Conto termico, ma ancora oggi gli edifici non rappresentano quei bacini di energia previsti dalla Comunità europea. Si sta lavorando sul pubblico, ma anche il privato deve dare delle risposte”.
“Con le nuove direttive (31/2010/CE) si punta entro il 2020 al risparmio del 5-6% sul consumo energetico totale e del 5% sul totale delle emissioni di CO2 oltre alla creazione di 280 mila-450 mila nuovi posti di lavoro in Europa – ha aggiunto Fasano – e la Sicilia, grazie al finanziamento europeo per interventi in campo del risparmio energetico pari a 30 milioni di euro stanziati in favore dei 390 comuni isolani, e al Patto dei sindaci potrebbe rappresentare un modello in Italia”.
L’intervento di Rosario Lanzafame, docente in Sistemi per l’energia e l’Ambiente, ha fatto emergere “come la Sicilia, grazie a questi fondi utilizzabili fuori dal Patto di stabilità, ha avviato quel processo di risparmio energetico che vede ancora oggi la nostra terra indietro rispetto al resto d’Europa nella redazione e sviluppo dei Piani di azione di energia sostenibile”. “Adesso dobbiamo coinvolgere i privati e soprattutto le pubbliche amministrazioni in questo processo”. E si è discusso anche  degli incentivi per l’efficientamento energetico di edifici esistenti. A sostegno della Regione, per la formazione di nuovi tecnici in campo energetico, anche l’Università di Catania attraverso il Cutgana ha attivato, presso il ministero dello Sviluppo economico, “la procedura per diventare ente preposto alla realizzazione di corsi di certificazione in campo energetico ed attiverà in tempi brevi uno Sportello per la redazione dei Paes”.

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