Riforma del Senato. Renzi: "Non mollo" - QdS

Riforma del Senato. Renzi: “Non mollo”

redazione

Riforma del Senato. Renzi: “Non mollo”

martedì 01 Aprile 2014

A lavoro per ridurre il numero dei parlamentari ed evitare “ping pong leggi”

ROMA – Il premier Renzi tira avanti sul progetto di riforma del Senato e del Titolo V, ieiri in Cdm. “Non mollo di mezzo centimetro e mi gioco tutto”, afferma, ma Fi vuole prima la legge elettorale. Berlusconi gli chiede di essere “coerente” e chiarisce: “noi rispetteremo fino in fondo gli accordi e siamo pronti a discutere senza testi preconfezionati”. Il ministro Boschi media: “troveremo un’intesa, ma prima viene il Senato”, ma Brunetta tiene duro: “Prima l’Italicum e poi le altre riforme”. Un invito alla prudenza arriva anche dal ministro Giannini: “È inconsueto che sia il governo a presentare un ddl. Il Parlamento ne discuta”. E anche Boldrini chiede “un dibattito”.
“Per ridurre i parlamentari, evitare il ping pong delle leggi, semplificare il quadro, facciamo del Senato, come in tanti Paesi, il luogo dove siedono, senza indennità, sindaci e presidenti di Regione”. Così Matteo Renzi a Rtl 102.5: “Si tratta di vedere se questa volta si bluffa o si fa sul serio, perché si chiede ai senatori di superare il Senato. Non è mica facile, lo so. Ma è una questione di dignità” verso i cittadini. Pietro Grasso non crede si possa riuscire? “No, non è proprio d’accordo” con la riforma, risponde Renzi.
“Paradossalmente per creare lavoro bisogna rimettere innanzitutto a posto le regole istituzionali: superare il Senato, eliminare i politici dalle province e l’autentica vergogna delle rimborsopoli delle Regioni cui metteremo un freno per sempre” ha anche detto il premier a Rtl 102.5. Le riforme istituzionali non servono “solo agli addetti ai lavori ma sono anche il presupposto per poter chiedere agli imprenditori internazionali di tornare a investire in Italia, con un sistema Paese che è più capace di creare lavoro”.
Vorrei che per chi vuole creare un posto di lavoro, prendere un apprendista, fare un contratto a termine, sia più semplice farlo senza la “burocrazia” di oggi. Così il premier Matteo Renzi spiega, sempre a Rtl 102.5, le misure del governo sul lavoro. “Dall’altro lato vorrei ci fossero più garanzie per chi non le ha”, come le lavoratrici precarie che diventano mamme: “Con il ddl delega vogliamo dare garanzie a tutti, anche a coloro che in questi anni sono stati dimenticati dal legislatore nazionale”.
Se non si fa la riforma del Senato “non ha senso che gente come me stia al governo: ci giochiamo la faccia e tutto il resto” ha sottolineato Renzi: “Su questa cosa non mollo di mezzo centimetro, andiamo diritto. Voglio che anche chi non ci crede ed è sfiduciato possa vedere che stavolta il risultato lo otteniamo”.
“Provo curiosità: voglio vedere se davvero non votano. I parlamentari del mio partito che non vogliono votare” il ddl costituzionale sul Senato “dovrebbero ricordare che” quella proposta “l’ho portato alle primarie” ed è stata “votata dai nostri elettori”. E che è stata vagliata “due volte dalla direzione” del Pd – ha rilevato Renzi.
“Non è che il Parlamento è un passacarte, può ragionare, discutere” il ddl costituzionale del governo. “Ma i paletti fondamentali sono che i senatori non prendano indennità, che siano perciò presidenti di Regione e sindaci che fanno altre cose, e che non votino più la fiducia e il bilancio” ha anche detto Renzi: “Che il Senato non sia eletto, perché in Italia abbiamo il numero di politici più alto d’Europa” e “l’America, che è l’America, ha la metà dei parlamentari italiani”.
“Sono trent’anni che ci sono commissioni, superprofessoroni che discutono” di riforma del bicameralismo: “Tutta roba interessantissima. Ma il punto è che gli italiani in questi anni hanno fatto un sacco di sacrifici ma hanno visto crescere il debito pubblico perché i politici di Roma, del livello nazionale, i sacrifici non li hanno fatti. Allora si tratta semplicemente di iniziare a invertire la rotta” aveva esordito Renzi nell’intervista a Rtl 102.5 sulla necessità delle riforme.

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