Resuscitare l’orgoglio dei siciliani bravi - QdS

Resuscitare l’orgoglio dei siciliani bravi

Carlo Alberto Tregua

Resuscitare l’orgoglio dei siciliani bravi

mercoledì 02 Aprile 2014

Sdegnarsi contro i privilegiati

L’acquiescenza e il disinteresse della popolazione siciliana di fronte a decenni di malgoverno di presidenti di Regione e Sindaci è la causa prima del disastro in cui ci troviamo.
A forza di occuparsi delle proprie cose, e mai di quelle di interesse pubblico, i siciliani oggi sono in braghe di tela. Non si vede la luce in fondo al tunnel e quella che si potrebbe eventualmente vedere è la spia della colonnina del pedaggio.
Se i siciliani non si sdegnano contro i privilegiati perché raccomandati, coloro che consumano risorse pubbliche pagate faticosamente da altri siciliani che lavorano, la situazione non potrà mutare. Né punto, né poco.
Ora e subito, va provocato uno shock nell’opinione pubblica, affinché si ponga come obiettivo di portare in prima linea quei siciliani bravi e capaci, che sono la stragrande maggioranza, anche nel settore pubblico.

È una sana, efficiente e organizzata burocrazia che può diventare il motore dello sviluppo. Ma una burocrazia non è sana se al suo interno i pilastri del funzionamento non sono improntati sui valori di merito e responsabilità. In altre parole, i bravi professionisti devono essere posti nei livelli di comando e quelli scadenti mandati a casa con tanti ringraziamenti. Ringraziamenti perché così non faranno più danno.
È arrivata l’ora in cui i privilegi debbono essere azzerati senza guardare in faccia i privilegiati, che ancora non capiscono come sia finita la loro epoca. Cacciarli a pedate nel sedere e chiedere loro di restituire quanto hanno indebitamente percepito in questi decenni.
Perché indebitamente? Perché non vi è stato l’onesto rapporto tra stipendi e risultati. Dipendenti e dirigenti pubblici hanno incassato regolarmente, fino a oggi, i loro emolumenti senza rendere conto del loro operato e, soprattutto, senza rendere conto dei risultati, sistematicamente non raggiunti.
Non c’è altra strada che quella di portare i bravi siciliani nei posti di responsabilità. Ce ne sono tanti, non raccomandati e quindi non privilegiati, che devono essere chiamati. Continuare a tenerli in naftalina è un comportamento grave che sconteranno tutti i siciliani.

 
Ma non basta sdegnarsi contro i privilegiati: occorre cacciarli. è indispensabile, ancora, resuscitare l’orgoglio di tutta la classe dirigente e di tutti i siciliani, ricordando che quest’Isola ha avuto trascorsi gloriosi ai tempi di Federico II e, anche quando è stata conquistata per centinaia di anni da invasori, ha subìto con dignità le vessazioni attendendo il momento in cui reagire.
Ora bisogna nuovamente reagire, non tanto nei confronti di invasori, ma nei confronti di chi ha governato e continua a governare quest’Isola, succhiando il sangue al popolo per destinarlo a qualche centinaia di migliaia di privilegiati, che vivono molto bene, non perché sono capaci ma perché sono parassiti. E come tutti i parassiti vanno eliminati dal consesso civile e restituiti alla melma da cui sono provenuti.

Svegliare l’orgoglio dei siciliani bravi. Ci vuole un coro dei siciliani perbene, di quelli che lavorano onestamente e guadagnano onestamente. Quando i posti di responsabilità sono occupati da persone indegne è la Classe dirigente che deve reagire, almeno quella parte che non è collusa, che non è corrotta, che non è connivente con chi ha distrutto la Sicilia.
Per fortuna, quest’Isola ha formidabili armi e strumenti per potere Risorgere. Le proprie ricchezze ambientali, paesaggistiche e climatiche non temono concorrenza, ma bisogna metterle a reddito con un’efficiente organizzazione e con iniziative continue basate su eventi di carattere internazionale, capaci di attrarre movimenti di affari e turisti.
L’agricoltura va risollevata con investimenti su processi innovativi, sviluppando l’agroenergia e l’energia da fonti rinnovabili. Ancora, zootecnia di qualità, linea del legno e impianti per la produzione di energia a base di Rsu (Rifiuti solidi urbani).
Il presidente della Regione si svegli dal suo torpore e abbia l’intuito di capire che non è in condizioni di fare l’assessore all’Economia. Se vuole evitare il commissariamento per disastro finanziario nomini subito un grande professionista a quell’assessorato, pagato o a costo zero. Oppure si dimetta!

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017