“L’attività svolta nel 2013 è andata bene: 596 le attività ispettive, nonché 2890 i controlli sulla regolare emissione di scontrini e ricevute fiscali, su strada e sugli indici di capacità contributiva che ci hanno permesso di recuperare a tassazione redditi per un valore complessivo di 121.659,125 euro; ritenute su redditi di lavoratori dipendenti non operate per 710.491,00 euro e di contestare Iva evasa all’erario per circa 37.193.663,00 euro, di cui non versata per 2.148.381 euro e Iva dovuta pari a 16.817.484,00 euro. Negli ultimi due anni, questo in corso è il terzo, per direttiva a livello centrale abbiamo cambiato l’approccio all’attività operativa cercando di migliorare la qualità complessiva degli interventi, evitando così di avere dei picchi di interventi su una singola attività e un basso spessore sulle altre. Aldilà dell’aspetto numerico quel che qualifica l’attività dell’anno scorso è che la media degli interventi che abbiamo fatto è cresciuta notevolmente rispetto al 2012. Inoltre in questi ultimi anni non si guarda più solo al mero intervento contestativo ma è importante finalizzare la scelta degli interventi su soggetti che siano poi eventualmente aggredibili sotto l’aspetto patrimoniale, perché adesso abbiamo a disposizione uno strumento importante che è quello della confisca per equivalente. Uno strumento che consente di confiscare beni di valore equivalenti alla somma dovuta allo Stato per imposte evase raggiungendo così l’obiettivo di portare risorse all’erario; nel 2013 abbiamo avanzato all’A.G. proposte di sequestro equivalente per oltre 26,7 milioni di euro. In questo momento stiamo attivando un monitoraggio per verificare, con l’Agenzia delle entrate, sui servizi più corposi dello scorso anno qual è stato il rapporto accertamento – riscossione e trarre così da questo esame delle indicazioni per correggere qualcuna delle nostre prassi o attività e impegnare di conseguenza le nostre risorse al fine di avere maggiori risultati. La spesa pubblica resta comunque uno degli obiettivi prioritari e anche quest’anno la direzione generale ci sollecita a impegnare maggiori risorse in questo comparto. Prosegue anche la collaborazione con la Corte dei Conti per i danni erariali e vista la vocazione agricola del territorio una notevole parte della nostra attività viene destinata ai controlli delle erogazioni Agea; su questo ultimo aspetto abbiamo dei reparti speciali per individuare gli sprechi di risorse pubbliche che stanno seguendo delle indagini in merito”.
“I reparti hanno risposto bene in tutti i comparti. Ad esempio, abbiamo tenuto alto il livello di attenzione sul sommerso d’azienda individuando 34 evasori totali (30 nel 2012) e 8 evasori paratotali (5 nel 2012), oltre all’individuazione di 56 lavoratori in nero e irregolari, di cui 32 datori di lavoro”.
“No, ma allo stesso tempo non c’è stata neanche una riduzione così come si attendeva. Restano costanti anche i livelli delle mancate emissioni di scontrini che si aggirano intorno al 36% circa. Altro comparto importante su cui operiamo è quello dell’antiriciclaggio, in questo caso la Banca d’Italia seleziona le operazioni sospette che vengono poi veicolate al nucleo speciale di polizia tributaria a Roma, il quale poi con delega le ribalta sul territorio per approfondimenti su operazioni sospette”.
“Complessivamente il comando provinciale dispone di 240 unità, anche se abbiamo una carenza di organico intorno al 20% di cui ne risente maggiormente Gela e il nucleo di polizia di tributaria di Caltanissetta. Non dimentichiamoci che oltre agli aspetti di nostra competenza ci occupiamo anche dell’ordine pubblico che assorbe notevoli risorse ”.
“È cominciato sotto i migliori auspici. Insieme alla Squadra mobile e al commissariato di Niscemi abbiamo eseguito il di sequestro emesso dal Tribunale di Caltanissetta – sezione Misure di prevenzione, di beni mobili e immobili del valore di circa 5 milioni di euro riconducibili direttamente al boss niscemese Giuseppe Amedeo Arcerito, seppur formalmente intestati a terzi, segnatamente ai coniugi Calogero La Rosa e Rosaria Arcerito, rispettivamente cognato e sorella del boss. Altra operazione importante è stata “Stack of paper” che ha portato all’esecuzione di 5 ordinanze di custodia cautelare, di cui tre in carcere e due agli arresti domiciliari, per una frode fiscale a Gela di oltre 7 milioni di euro. Reati commessi dal 2007 al 2012 con l’emissione di false fatture a favore di una società operante nel settore della realizzazione di struttura metalliche. A questo si aggiungono i controlli sulle attività gestite dai cinesi, con il sequestro in un’attività di 700 prodotti privi delle indicazioni previste dalle vigenti normative comunitaria e nazionale, ciò principalmente a tutela della salute del consumatore. Inoltre già in questi primi mesi siamo già a 20 milioni di euro di evasione recuperata”.